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Attualità

Banca dati SCIP, un dossier complesso

È già iniziata la costituzione della nuova banca dati per il censimento degli articoli che contengono sostanze pericolose, che dal gennaio 2021 diverrà obbligatoria. Restano tuttavia aperte le questioni relative alle informazioni richieste e al formato di trasmissione delle stesse

di Luca De Rinaldis e Marco Menghi
aprile - maggio 2020 | Back

Con il recepimento della Direttiva 2018/851/UE, che modifica la Direttiva Quadro sui Rifiuti (2008/98/CE), verrà introdotta la banca dati SCIP (Substances of Concern In articles, as such or in complex objects -Products-). Questa è uno strumento che serve a raccogliere informazioni sulle sostanze preoccupanti impiegate negli articoli con i quali vengono realizzati i prodotti, e quindi anche i mezzi meccanici per l’agricoltura. Lo scopo è quello di incentivare la sostituzione delle sostanze preoccupanti con altre meno impattanti per la salute e per l’ambiente, aiutando i gestori dei rifiuti a garantire che queste sostanze non siano presenti nei materiali riciclati.
A partire dal 5 gennaio 2021 le aziende che immettono sul mercato dell’UE articoli contenenti sostanze altamente preoccupanti (SVHC - Substances of Very High Concern) che figurano nella cosiddetta “Candidate List” e che sono presenti in percentuale superiore allo 0,1% di peso sul peso dell’articolo, debbono comunicarlo all’ECHA, l’Agenzia Europea delle Sostanze Chimiche che gestisce la banca dati SCIP fornendo indicazioni per l’uso sicuro di tali articoli per l’intero ciclo di vita, incluse le fasi di smaltimento e trattamento dei rifiuti. In particolare, produttori, assemblatori, importatori, distributori, e tutti coloro che immettono articoli sul mercato UE, dovranno ottemperare a questo obbligo. Le informazioni della banca dati saranno rese disponibili agli operatori dei rifiuti, alle autorità nazionali e ai consumatori. Se si presenta, ad esempio, il caso di un motore contenente una semplice guarnizione composta da una SVHC, presente nella “Candidate List” in una percentuale come sopra menzionato, il produttore del trattore che utilizza questo motore dovrà registrare il trattore con riferimento alla guarnizione il cui ciclo di vita deve essere monitorato. Le fasi di attuazione sono: febbraio 2020, realizzazione di una versione prototipale del portale di trasmissione delle informazioni alla banca dati; 5 luglio 2020, termine per il recepimento a livello nazionale della Direttiva 2018/851/UE; fine ottobre 2020, rilascio della versione 1.0 dello SCIP con possibilità di trasmettere le informazioni; 5 gennaio 2021, inizio obbligo di notifica per l’industria.

FederUnacoma condivide gli obiettivi europei di tutela dell’ambiente e di legislazione sulla salute e sulla sicurezza e quindi dà il suo pieno assenso ai principi che ispirano la costituzione della banca SCIP, ma avanza delle riserve sulla applicabilità dell’attuale implementazione della banca dati. Queste sono state trasmesse al Ministero dell’Ambiente, al Ministero dello Sviluppo Economico e a quello della Salute, oltre che alla Commissione Europea, per mezzo di un position paper sottoscritto dalle associazioni europee di riferimento. Con la Commissione si auspica la possibilità di un incontro al fine di poter illustrare le motivazioni del “paper”, come già accaduto con i Ministeri sopra menzionati. In particolare, le informazioni richieste da ECHA vengono contestate perché vanno oltre quanto stabilito dall’Articolo 33(1) del Regolamento REACH (1907/2006/CE) su cui la Direttiva 2018/851/UE si basa. A titolo d’esempio, nella versione di settembre 2019 venivano richiesti l’identificazione degli articoli, se un prodotto è stato fabbricato nella UE, il collegamento ai fornitori a monte, la versione della Candidate List, gli intervalli di concentrazione e le categorie del materiale. Queste informazioni, di difficile reperibilità, richiederebbero enormi sforzi ai produttori visto che nella maggior parte dei casi hanno a che fare con lunghe catene di approvvigionamento a livello globale.
FederUnacoma, rappresentando i produttori che immettono sul mercato un’alta varietà di prodotti complessi che possono estendersi a migliaia di tipologie (in molti casi in funzione delle richieste del cliente), pone l’attenzione anche sulla possibilità di trasmettere queste informazioni in formato aggregato scongiurando, per quanto possibile, duplicazioni delle informazioni stesse.
Il dialogo con le istituzioni è dunque avviato, anche se l’attuale emergenza sanitaria sta comportando rallentamenti sui vari dossier normativi comunitari e non si esclude che la fase applicativa della nuova direttiva possa slittare rispetto alle scadenze già definite.

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