Agrilevante, un "cantiere" per l'agricoltura del Mediterraneo
Le potenzialità di sviluppo delle economie agricole mediterranee uno dei grandi temi affrontati dalla rassegna barese. I Paesi della regione si caratterizzano per una forte vocazione alle produzioni di qualità ma presentano criticità che richiedono politiche di intervento specifiche. Il ruolo strategico della meccanizzazione per ottimizzare l’impiego dei fattori produttivi
Agrilevante non è solo un evento di natura promozionale e commerciale, è anche un focus sull’economia agricola del Mediterraneo, sulle sue potenzialità di sviluppo e sulle sue complessità. Lo ha detto il presidente di FederUnacoma Alessandro Malavolti nel corso della conferenza stampa svoltasi nella sede del Ciheam e dedicata alla presentazione della rassegna barese. I Paesi mediterranei – ha sottolineato Malavolti – hanno un patrimonio comune sotto il profilo delle risorse e quello storico-culturale, e si caratterizzano per una sostanziale omogeneità climatica e per una vocazione alle produzioni agricole di qualità, specie nel settore ortofrutticolo.
Tuttavia, nell’area sono presenti diverse criticità che richiedono politiche di intervento specifiche, a partire dagli squilibri demografici. Negli ultimi cinquant’anni – è stato osservato – la popolazione complessiva della regione è quasi raddoppiata, fino a superare nel 2020 la soglia dei 500 milioni di abitanti. Il trend incrementale non ha avuto una distribuzione omogenea, ma si è concentrato prevalentemente sulla sponda meridionale, dove ha causato forti tensioni economiche, sociali e politiche. «Lo sviluppo disarmonico fra centri urbani ed aree rurali – ha spiegato Malavolti – ha determinato una marginalizzazione delle economie agricole, fondamentali per la vita delle comunità locali, ed ha accentuato quei fenomeni di antropizzazione, che hanno causato una perdita di terreni agricoli». Tali problematiche, presenti in particolare in Nordafrica e Medio Oriente, dove la popolazione rurale è più numerosa, si sono combinate con quelle prodotte dai mutamenti climatici, che, come noto, hanno causato un sensibile incremento delle temperature e una considerevole riduzione delle precipitazioni, alla base della crisi idrica registrata in molte realtà. «La meccanizzazione agricola ha dunque un’importanza strategica per impiegare in modo ottimale i fattori della produzione e per sfruttare al meglio risorse sempre più scarse. I dati statistici sul mercato delle macchine agricole – ha aggiunto il presidente di FederUnacoma – indicano infatti che i diversi Paesi del Mediterraneo esprimono una crescente domanda di tecnologie specifiche, proprio per migliorare la produttività dei rispettivi sistemi agricoli e per razionalizzare le pratiche colturali».
Nell’area del Nordafrica, dei Balcani come del Medio Oriente, dove non è presente un’industria agromeccanica avanzata, il fabbisogno di mezzi per l’agricoltura tende ad essere soddisfatto attraverso le importazioni dall’estero. Negli scambi con i Paesi mediterranei, nonostante la concorrenza agguerrita delle case indiane e cinesi, le industrie italiane si confermano partner strategici. Mentre le aziende asiatiche hanno sfruttato soprattutto la leva del prezzo – ha concluso il presidente di FederUnacoma – i costruttori italiani hanno conquistato posizioni di rilievo sui questi mercati grazie alla capacità di progettare tecnologie adatte alle esigenze specifiche del Mediterraneo, e di condividere iniziative di divulgazione e trasferimento tecnologico.