Agricoltura digitale con un finanziamento Mipaaf
Si avvia a conclusione il progetto pubblico Agridigit (2021) per l’innovazione tecnologica dell'agricoltura italiana. Agridigit si divide in sei sottoprogetti da Agrofiliere fino a Viticoltura che perseguono obiettivi specifici
Il settore primario sta sempre più valutando l’Agricoltura 4.0 che è tutto l’insieme di strumenti e strategie che consentono all’azienda agricola di impiegare in maniera sinergica e interconnessa tecnologie avanzate con lo scopo di rendere più efficiente e sostenibile la produzione. Digitale in agricoltura significa software gestionale per le aziende agricole, Sistemi di supporto alle decisioni (Dss) agronomiche, sensori in campo, piattaforme di tracciabilità, macchine che si parlano e raccolgono dati in campo. L’ex ministro Maurizio Martina decise di dare vita ad un ambizioso progetto per la digitalizzazione dell'agricoltura italiana denominato Agridigit con l’obiettivo di sviluppare infrastrutture flessibili utilizzate per la creazione di applicazioni per l'agricoltura di precisione, la tracciabilità, la gestione amministrativa del settore e in generale tutti gli aspetti digitali del settore primario.
Finanziato dal Mipaaf e coordinato dal CREA il progetto si basa sulla condivisione e un’accessibilità ai dati e ai software da qualunque dispositivo con accesso a internet. All'interno di Agridigit ci sono sei sottoprogetti (Agrofiliere, Agromodelli, Selvicoltura, Zootecnia, Viticoltura e Agriinfo) ognuno dei quali ha degli obiettivi specifici.
“Agrofiliere”, il più complesso, è finalizzato a: sistemi evoluti per la gestione agronomica e agroambientale e per la valutazione dello stato vegetativo, fitosanitario, della maturazione e della qualità dei prodotti in campo; sistemi e applicazioni per lo smart farming, il monitoraggio e il controllo delle attività agricole; sistemi e applicazioni meccatroniche e di interfaccia digitale sulle trattrici e semoventi e per la robotica in campo; sistemi e applicazioni sulle macchine operatrici per le principali operazioni colturali; applicazioni digitali e meccatroniche avanzate per le filiere orticole e florovivaistiche di qualità , per la filiera cerealicola e altre colture da granella; sensors and digital data networking per qualità nei processi di trasformazione agroalimentare; applicazioni per controllo della qualità del prodotto nella logistica di precisione
Si va dalla mappatura prossimale e in remoto dei suoli e delle colture, all'interpretazione agronomica delle immagini fornite da diverse tipologie di sensori, fino allo sviluppo di prototipi per l'agricoltura di precisione. Inoltre, il progetto prevede lo sviluppo di sistemi meccatronici e d’interfaccia digitale sulle macchine per l'agricoltura di precisione, e per il controllo e la tracciabilità della qualità e della sicurezza nell'intera filiera cerealicola.
Ecco, dunque, che l'evoluzione tecnologica e l'abbattimento dei costi dei componenti elettronici giocano un ruolo fondamentale nel perseguimento degli obiettivi del progetto. A partire dai sistemi basati su tecnologia ISOBUS per consentire una gestione standardizzata delle strategie per l'agricoltura di precisione, ci si sta ora indirizzando all'analisi puntuale delle condizioni dei suoli e delle colture. Sistemi basati su camere stereo, multispettrali, così come sensori NIR e LIDAR consentono una vastissima gamma di soluzioni per l'analisi in tempo reale. Supportate da un'elettronica che, grazie anche alla diffusione e quindi alla ricerca legate ai sistemi di tipo mobile (smartphone e tablet in primis), ha acquisito negli ultimi anni una potenza che fino a 10 anni fa era pensabile solo su workstation da lavoro e con dei costi, tutto sommato, affrontabili e comunque scalabili a seconda della tipologia di applicazione.
Nell'epoca del "4.0", inoltre, un ruolo da padrone la sta giocando la connettività e quindi la capacità di macchine, sistemi e sensori di comunicare tra loro in modalità senza fili. Sebbene al momento, purtroppo, non esista ancora uno standard de facto in merito, è vero che l'industria mondiale si sta muovendo affinchè le tecnologie e i protocolli di comunicazione diventino alla portata di tutti e parlino una lingua comune in modo da consentire una vera integrazione di tutte le macchine e le tecnologie parte della filiera produttiva e, più a largo spettro, l'intera filiera agroalimentare. Si sta quindi sperimentando soprattutto il protocollo 802.11p, di derivazione automotive e che ad oggi, anche per quanto riguarda le ridotte necessità infrastrutturali, sembra il più promettente, almeno fino al reale avvento della connettività 5G.
Per avere strumenti coordinati e dati interoperabili il Crea si è interfacciato con undici regioni per rilevare i dati, analizzarli e offrire servizi di modellistica previsionale comune sui patogeni delle colture.
Agridigit costruirà le basi digitali per molti servizi in ambito agricolo che la Pubblica Amministrazione fornisce e potrà fornire in futuro. Dialogherà con le regioni, condividendo dati e fornendo una base comune per garantire interoperabilità, in modo da elaborare statistiche e orientare le decisioni pubbliche. Sarà un’architettura aperta, svincolata da fornitori terzi, che tuttavia adotta un approccio di open innovation, dialogando con il settore privato per lo sviluppo di nuove soluzioni.