Temi di meccanizzazione: la ricca agenda del Club of Bologna
Appuntamento n.29 per gli esperti del Club of Bologna che ad Hannover, in occasione di Agritechnica, hanno parlato di sostenibilità, elettrificazione e macchine specializzate per i foraggi. Il trentesimo meeting della associazione si terrà a Bologna, in occasione di EIMA 2020, unitamente alla IV edizione del Pellizzi Prize
Sessantatrè fra docenti universitari, ricercatori e costruttori di macchine agricole da 21 paesi, hanno preso parte all’annuale meeting del Club of Bologna che si è tenuto in Germania, ad Hannover, nell’ambito di Agritechnica 2019 nei giorni 10 e 11 novembre. “Meccanizzazione agricola e sostenibilità” il tema generale del meeting - aperto dai saluti di benvenuto dei Presidenti di FederUnacoma Alessandro Malavolti e del Club Paolo Balsari - articolato in tre diverse sessioni: “Macchine agricole: sostenibilità ed economia circolare”, “L’elettrificazione nelle macchine agricole” e “Meccanizzazione specializzata: macchine per la produzione e la distribuzione dei foraggi”.
La prima sessione - presieduta da Peter Pickel di John Deere - ha previsto tre interventi. Il primo è stato a cura di Giuseppe Gavioli – consulente tecnico – che ha introdotto gli aspetti basilari della sostenibilità nella produzione dei mezzi agricoli. Il relatore dopo aver illustrato le ripercussioni negative sull’ambiente nella produzione di beni, ha parlato della necessità a breve di riprogrammare i cicli produttivi anche nel comparto meccanico-agricolo così da evitare sprechi e ridurre gli impatti ambientali. In particolare, l’attenzione per raggiungere questi obiettivi si dovrà focalizzare su: materiali utilizzati nella fabbricazione, ri-generazione delle macchine, vendita del prodotto sotto forma di servizio, logistica intelligente e gestione delle scorte, collaborazione con partner e implementazione dell’Intelligenza Artificiale. Nella sua trattazione il relatore ha sottolineato anche l’impatto positivo di tali aspetti sulla salubrità delle varie coltivazioni.
Il secondo intervento, predisposto da Fabienne Seibold, Axel Kunz e Peter Pickel di John Deere, ha riguardato “la riduzione delle emissioni di CO2 fino al 2030” ed è stato aperto con la descrizione delle azioni intraprese in Germania per conformarsi agli accordi nazionali e internazionali relativi alla riduzione delle emissioni di CO2. Nel dettaglio la relatrice ha presentato i risultati del progetto EKoTech, finanziato con fondi pubblici, per la coltivazione di frumento, mais e foraggi – prodotti tipici dell’agricoltura tedesca – in aziende agricole sottoposte ad approfondito monitoraggio gestionale. Dai rilievi effettuati sono state elaborate informazioni che consentono di fare previsioni sull’utilizzo razionale degli input produttivi (carburanti in particolare) su scala nazionale, calcolando nel contempo la riduzione delle emissioni di CO2 tra il 2015 e il 2030.
Il terzo intervento è stato proposto da Muneji Okamoto di Kubota Corporation su come le macchine agricole e l’agricoltura intelligente possano contribuire al raggiungimento degli obiettivi per lo sviluppo sostenibile (OSS). Nel mondo esiste la necessità di rispondere con una maggiore produttività alla crescente domanda di cibo in molti paesi di Africa ed Asia, in forte espansione demografica, e trovare sostegni operativi per quei paesi invece, come il Giappone, dove la popolazione è in decrescita. Una meccanizzazione agricola sempre più smart può offrire soluzioni adeguate, come l’agricoltura di precisione - che può consentire di ridurre al minimo i tempi di inutilizzazione delle macchine, migliorare la produttività e la qualità delle colture - e il funzionamento automatizzato delle macchine agricole. Le imprese costruttrici possono poi ulteriormente contribuire ad uno sviluppo sostenibile grazie a soluzioni di “agricoltura totale” che prevedono anche un efficiente e aggiornata assistenza post-vendita.
La seconda sessione presieduta da Paolo Gay dell’Università di Torino ha previsto a sua volta tre interventi. Nel primo Peter Pickel di John Deere ha parlato del ricorso all’energia elettrica per l’azionamento sia dei trattori sia delle macchine operatrici accoppiate. Per rispondere alla necessità di ridurre le emissioni in atmosfera, anche il comparto delle macchine agricole deve indirizzarsi verso l’impiego di fonti energetiche rinnovabili. Al riguardo, sono molte oramai le esperienze maturate negli ultimi 15 anni soprattutto per quando riguarda l’impiego dell’elettricità che a un maggiore rendimento associa l’ottimizzazione del controllo dei dispositivi attuatori, in particolare nel caso delle applicazioni nell’agricoltura di precisione. Tuttavia, al momento e anche per i sistemi ibridi, restano ancora elevati i costi e problematico l’accumulo di energia. L’utilizzo di mezzi meccanici ad azionamento elettrico può peraltro favorire esperienze di economia circolare nell’azienda agricola, in grado di autoprodurre l’energia elettrica mediante fonti rinnovabili localmente disponibili, quali – a esempio – le biomasse. L’azionamento elettrico delle operatrici è e sarà nel prossimo futuro il driver principale per l’implementazione dell’elettrificazione del trattore.
Per Stefano Fiorati, Alessandro Bernardini, Nicholas Hale, Paul Snauwaert, Francesca Protano (CNH Industrial), autori del secondo intervento, le trasmissioni elettriche acquisiranno sempre più importanza nell’ambito delle macchine agricole. Con l’attuale tecnologia le operatrici stanno ormai raggiungendo i limiti di ottimizzazione in termini di complessità ed efficienza; ma nel prossimo futuro, l’orientamento è focalizzato sulle interessanti possibilità legate all’azionamento elettrico. I costruttori di macchine agricole stanno infatti investendo molte risorse per testare motori elettrici e batterie in grado di sostituire, nel tempo, la propulsione convenzionali e idraulica. La durata delle batterie e le prestazioni raggiungibili in condizioni operative difficili, rappresentano per altro ancora una sfida tecnologico aperta. La combinazione dell’azionamento elettrico con i motore endotermici in sistemi ibridi può senz’altro essere una soluzione efficace a medio termine e comportare grandi benefici all’utente finale.
Manfred Auer, Stefan Igl, Karl Grad, della ZF Friedrichshafen AG, hanno dedicato il loro terzo intervento all’azionamento elettrico di attrezzi e rimorchi sottolineando come i veicoli agricoli necessitino di un’elevata capacità di trazione in condizioni di terreno a ridotta aderenza associata alla limitazione della massa dei propulsori al fine di contenere la compattazione del terreno. Secondo i tre autori il mercato richiede un sistema modulare per unità multi-asse. A tal fine, è stata condotta un’indagine sulle richieste del mercato e le possibili applicazioni al fine di sviluppare la migliore soluzione all’interno di un possibile kit tecnico; si è giunti così alla proposta di un sistema modulare applicabile in diverse situazioni che aumenterà significativamente le possibilità di impiego e ridurrà i costi di produzione, che rappresentano una delle principali sfide dell’elettrificazione dei sistema di trasmissione.
Il miglioramento e le prospettive future per la produzione di foraggi, è stato l’argomento trattato da Stefan Böttinger dell’Università di Hohenheim come primo intervento della terza sessione, presieduta da Peter Schulze Lammers dell’Università di Bonn. Dopo un’accurata disamina dei dati statistici disponibili sui terreni destinati al foraggicoltura e sulle sue varie tipologie di prodotto, Böttinger ha proseguito spiegando come, per il miglioramento delle produzione foraggere, devono essere considerati diversi aspetti: dal miglioramento qualitativo dell’alimento, all’aumento delle rese e alla disponibilità di cantieri di lavoro specificatamente finalizzati alla produzione di insilati anziché di prodotti affienati. Per migliorare la qualità del prodotto fresco è essenziale ottimizzare i tempi di taglio; in particolare il primo taglio stagionale deve essere effettuato in 2-5 giorni, operando a 5-7 cm di altezza. La produzione di insilato di mais può essere ottimizzata sin della trincia-caricatura e per questo sono disponibili sul mercato diverse soluzioni. La riduzione dei costi di produzione degli insilati è ottenibile grazie all’ottimizzazione di tutti i segmenti del cantiere di meccanizzazione dalla falcia-trincia-caricatrice, ai carri foraggeri adibiti al trasporto, alle macchine e attrezzature per stoccaggio aziendale. Anche in questo segmento, fondamentale per l’ottenimento del migliore risultato produttivo è la raccolta – nella gestione dei vari passaggi – di un flusso di informazioni costante e adeguato.
Philipp Mümken di Claas, nel secondo intervento ha parlato di quelle che sono le tendenze future delle macchine per la raccolta dei foraggi. Per poter adeguatamente rispondere all’esigenza di produrre latte di qualità sufficiente per le richieste di mercato e ad un prezzo finale che non pregiudichi la redditività dei produttori è determinante che il primo anello della catena, l’alimentazione del bestiame, possa contare su efficaci tecniche di raccolta del foraggio che riducano le perdite nutritive ed offrano un alto grado di affidabilità. Parallelamente all’ottimizzazione delle singole fasi del processo – taglio, andanatura e pressatura, con una particolare attenzione alla bassa contaminazione del prodotto – è necessario disporre di una visione completa della catena di meccanizzazione ricorrendo alla digitalizzazione della raccolta e dell’analisi di dati tecnici e informazioni operative.
Andrea Ugatti e Jacopo Ferlito di Faresin Industries hanno presentato l’ultima relazione della sessione tre, con un intervento sulla distribuzione del foraggio e l’evoluzione della razione mista totale (TMR), sottolineando come nell’allevamento del bestiame il costo più alto sia rappresentato dall’alimentazione che copre il 45-65% delle spese totali. Ma questi costi dipendono solo in parte da quelli delle materie prime essendo in gran parte influenzati dalla correttezza e dell’efficienza del processo di preparazione e distribuzione dell’alimento. Il ricorso alla TMR contribuisce a questa efficienza, predisponendo per l’intera mandria una razione uniforme in termini nutrizionali, preservando nel contempo la proprietà dell’alimento. Questa tecnologia può ottimizzare il ciclo produttivo, aiutando l’operatore con opzioni operative intelligenti e sostenibili e che consentano di monitorare ogni fase del processo.
Tutte le presentazioni dei lavori sono disponibili sul sito www.clubofbologna.org.
Per quanto riguarda i Gruppi di Lavoro formati dai membri del Club of Bologna e recentemente istituiti dal Management Committee – l’organo decisivo del Club – si è decisa l’istituzione di un quarto gruppo dedicato alla valutazione degli incentivi attuati in tutto il mondo per il miglioramento della meccanizzazione agricola nei diversi paesi.
Nel corso dell’incontro è stato ricordato Oleg Marchenko, recentemente scomparso, che ha fatto parte del Club fin dalla sua costituzione. Ettore Gasparetto, Antoniotto Guidobono Cavalchini e Yoshisuke Kishida, colleghi ma soprattutto amici di Marchenko, ne hanno tracciato un profilo personale e professionale, sottolineandone la forte carica umana.
Il prossimo meeting del Club of Bologna sarà il trentesimo e si terrà nell’ambito di EIMA International 2020 nei giorni 14 e 15 novembre. Per l’occasione ci sarà una sessione speciale di apertura “celebrativa”, nel corso della quale verranno certamente ripercorsi i 30 anni di attività del Club ma si guarderà avanti parlando dell’evoluzione della meccanizzazione agricola nei prossimi anni, in chiave di sostenibilità. Altri temi di confronto saranno la situazione e le prospettive del mercato di comparto e le macchine specializzate per la viticoltura. Tornerà anche il Pellizzi Prize, premio istituito per ricordare ed onorare la memoria di Giuseppe Pellizzi, ideatore del Club, giunto alla quarta edizione. Il riconoscimento prevede un premio in denaro e l’accesso al Club per gli autori delle migliori e più innovative tesi di dottorato di ricerca a tema meccanico-agricolo. Appuntamento ad EIMA 2020!