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Telescopici Faresin: gamma ricca e tecnologia innovativa

Mondo Macchina ha incontrato Roberto Zanetti, responsabile commerciale dell'azienda vicentina, per fare il punto sul mercato delle macchine per la movimentazione dei materiali e per capire come nascono le innovazioni prodotte dalla casa veneta

di Giovanni M. Losavio
Febbraio 2014 | Back

Il marchio Faresin è uno dei più affermati nella produzione di carri miscelatori e di sollevatori telescopici, e recentemente si è imposto all’attenzione anche per la realizzazione di sistemi finalizzati allo sfruttamento delle bioenergie, in particolare per la filiera del biogas. Nel settore della movimentazione dei materiali, l'azienda vicentina può vantare una gamma differenziata con macchine destinate non solo al comparto agricolo, ma anche a quello industriale. Non mancano poi i mezzi per usi speciali, come nel caso dei sollevatori telescopici personalizzati per le forze armate. Di questo Mondo Macchina ha parlato con Renato Zanetti, responsabile commerciale e marketing prodotto.

 

Faresin offre molti modelli per numerose applicazioni: si tratta di macchine strutturalmente diverse fra loro, o di varianti che si applicano ad una struttura base che è comune per tutti i mezzi?

 

La filosofia industriale è quella di ottimizzare al massimo le componenti per ottenere economie di scala valorizzando prestazioni, qualità e affidabilità delle macchine. Le gamme si articolano per soddisfare tutte le esigenze del mercato e attualmente il 35 % circa delle componenti sono comuni.

 

Quali sono i punti di forza della gamma Faresin?

 

Se consideriamo i processi di fabbrica, direi la struttura delle carpenterie e il nostro nuovo impianto di verniciatura; lavorazioni, queste, che vengono realizzate “in casa”. Quando ci affidiamo a fornitori esterni, li selezioniamo con grande cura prendendo in considerazione soltanto brand di massima affidabilità e di livello internazionale. Invece, per quanto riguarda le nostre macchine, la completezza di gamma è un elemento che, in un settore sempre più dinamico e competitivo, può fare la differenza.

 

A Fieragricola avete presentato i due nuovi telescopici VPS e VPSe, equipaggiati con tecnologie di nuova generazione. Come è organizzata la vostra attività di ricerca e sperimentazione?

 

La nostra ricerca parte da un’analisi del mercato e dei suoi bisogni. Il rapporto consolidato con i nostri clienti, coloro che usano quotidianamente i carri miscelatori – di cui siamo tra i maggiori produttori mondiali - e i sollevatori telescopici prodotti nei nostri stabilimenti, ci assicura un importante “ritorno di informazioni”. E' proprio da qui che partiamo per progettare e realizzare innovazioni di prodotto;   la nostra “vision” è tutta orientata al futuro. Ai nostri acquirenti vogliamo offrire tecnologie  di ultima generazione che siano anche e soprattutto “user friendly”.

 

Lo sviluppo dell’agricoltura richiede, in modo sempre più marcato, soluzioni “high tech”. Quali sono le nuove frontiere per il segmento dei sollevatori telescopici, e come potrebbe cambiare negli anni prossimi il profilo costruttivo e tecnologico di queste macchine?

 

Su questo fronte, i fattori di crescita e di sviluppo più interessanti sono quelli legati all'ottimizzazione dei consumi energetici per le applicazioni in ambito agricolo. L’obiettivo è quello di massimizzare le potenze ricercando fonti di energia sempre più competitive e sempre più rispondenti alle reali necessità del comparto.

 

Il mercato italiano stenta ad uscire dalla fase recessiva che ha caratterizzato gli ultimi sei  anni. La manutenzione del territorio, e le attività multifunzionali possono esprimere una nuova domanda di meccanizzazione e quindi rivitalizzare un mercato che per le tipologie di macchine tradizionali sembra destinato a rimanere ancora stagnante?

 

Nel breve periodo non ci aspettiamo grossi segnali di inversione di tendenza; ciononostante ritengo  che il settore primario offra rilevanti margini di crescita per il segmento dei telescopici. Nell'edilizia, invece, l'andamento dei trend di mercato è in gran parte determinato dalle iniziative promosse a livello nazionale, in particolare da quelle legate al sostegno alla riconversione delle aree  industriali, nonché al recupero delle stesse.

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