Soluzioni per l'alimentazione automatica delle bovine
Riduzione dei costi energetici e di manodopera, aumento della sostenibilità ambientale e del benessere degli animali: sono questi i molteplici vantaggi offerti dai cosiddetti “Automatic Feeding Systems”
Tra le principali innovazioni tecnologiche che si stanno diffondendo nelle aziende zootecniche italiane, quella dell’alimentazione automatica (AFS, Automatic Feeding System) si distingue per i molteplici vantaggi che assicura. Oltre alla mungitura, senza dubbio impegnativa in termini di tempo e di manodopera (ragion per cui i robot si stanno diffondendo rapidamente), nell’allevamento bovino la preparazione e la successiva distribuzione della razione in mangiatoia è un’altra attività molto dispendiosa, poiché i diversi gruppi di animali devono ricevere diete personalizzate, in base allo stadio di crescita e alla condizione produttiva, con la necessità quindi di preparare più miscelate, da distribuire nelle diverse zone della stalla.
La preparazione della razione viene eseguita solitamente con un carro miscelatore, che la distribuisce quotidianamente (o al massimo due volte al giorno) agli animali. La parte non ingerita viene riaccostata alla rastrelliera; un’operazione, questa, che viene eseguita in poche occasioni nell’arco della giornata. Diversamente, la possibilità di poter disporre di un robot in grado di distribuire l’alimento in rastrelliera in modo automatico si dimostra una scelta ottimale per gli animali, perché permette di somministrare l’alimento in quantità minori e in modo decisamente più frequente, con maggior equilibrio nell’ingestione e con una miglior qualità degli ingredienti, i quali in tal modo non subiscono ossidazioni, fermentazioni, ecc., specie in caso di elevate temperature ambientali. Con il robot si possono infatti effettuare sino a 8-12 distribuzioni al giorno, senza aumento di costo della manodopera dedicata. Infatti l’integrazione dei robot all’interno delle routine aziendali consente di ottimizzare l’efficienza dei cicli di lavorazione: maggiore è il tempo per il quale essi vengono impiegati, maggiori sono anche i vantaggi per la produttività dell’impresa agricola. Dal punto di vista alimentare, gli ingredienti freschi sono ovviamente garanzia di più alta qualità, con caratteristiche nutrizionali certe e costanti; ciò comporta una maggiore ingestione di sostanza secca e un mantenimento in condizioni ottimali del pH ruminale, con una riduzione delle patologie tipiche, come l’acidosi, a tutto vantaggio di un’efficiente trasformazione energetica della razione in latte o in carne. Inoltre, la frequente distribuzione del mangime comporta anche una riduzione della competitività tra gli animali e una riduzione del tempo trascorso in piedi, a beneficio di salute e benessere. Tra l’altro, si evidenzia in modo generalizzato una riduzione dello scarto lasciato in mangiatoia, con una diminuzione degli sprechi. Non è da trascurare ovviamente il risvolto ambientale poiché, grazie all’impiego dei robot di alimentazione – a propulsione elettrica – diventa possibile abbattare le emissioni inquinanti. Ovviamente aumentano i consumi di energia elettrica, ma in questo caso è possibile avvalersi dell’eventuale autoproduzione di energia rinnovabile, spesso attuata nelle aziende zootecniche, prodotta ad esempio con un impianto di digestione anaerobica o con pannelli fotovoltaici installati sul tetto della stalla.
La ragione di gran lunga preponderante che ostacola la diffusione di questi sistemi automatici di alimentazione è l’elevato investimento iniziale. Indicativamente, il costo è di 1.000-2.500 euro/capo, a cui va sommato l’onere delle eventuali operazioni nel “locale” dove sono stoccati i mangimi e dove vengono preparate le razioni, la cosiddetta cucina. Il limite superiore dell’intervallo è riferito alle mandrie numericamente limitate, dato il maggior peso dei costi fissi. Tuttavia, tenendo conto del risparmio energetico e di manodopera, quantificato rispettivamente in circa il 95% e l’80% rispetto ai sistemi di alimentazione tradizionali, l’AFS comporta comunque un risparmio globale del 30% circa sui costi complessivi di alimentazione.
Le soluzioni tecnologiche.
Sul mercato sono è disponibile una vasta gamma di sistemi robotizzati, caratterizzati da un livello di automazione differenziato. Si parte da una combinazione base, con caricamento manuale e miscelazione e distribuzione automatizzate, fino ad un livello avanzato, con prelievo degli alimenti direttamente dagli stoccaggi e caricamento nel vagone automatici. I sistemi intermedi prevedono invece una cucina gestita dall’operatore, che carica alcuni ingredienti specifici, mentre quelli base (ad es. trinciato di mais e fieno) vengono prelevati in automatico mediante taglio del prodotto stoccato nel silo, con successiva miscelazione nel vagone. Più in dettaglio, il taglio dal fronte avviene tramite frese o pale, e si avvale di dispositivi gestionali elettronici per il controllo della quantità prelevata, grazie a celle di carico estensimetriche integrate nel vagone che pesano i prodotti con un’elevata precisione. Analogamente ai carri trincia-miscelatori, è previsto la gestione completa della ricetta, con la pesatura delle altre componenti liquide e minerali della razione. Nel vagone avviene quindi la miscelazione, controllata attraverso uno schermo digitale a bordo macchina; la distribuzione in mangiatoia segue un percorso prestabilito, con il vagone che si muove tramite ruote montate su assi con differenziale, per facilitare le manovre nelle corsie di qualsiasi ampiezza.
Con questa combinazione, l’unica incombenza rimanente all’operatore è il caricamento ogni 2-5 giorni della cucina (tramite una semplice pala) con gli ingredienti specifici che compongono la razione. Questa soluzione consente dunque di ridurre in misura significativa il ricorso alla manodopera.
Oltre ai modelli tradizionali, adatti a mandrie di 1.000 capi circa, per agevolare la diffusione dei robot per l’alimentazione automatica sono comparsi sul mercato modelli adatti anche ad aziende di medio-piccole dimensioni, di pochissime centinaia di capi. Sono state inoltre messe a punto soluzioni in grado di gestire l’operatività contemporanea di più vagoni, per una più rapida operatività.
Il mercato
Optimat di DeLaval si basa sul vagone di distribuzione OptiWagon, gestito dal sistema di automazione completa DelPro Farm Manager. Analogamente, il Triomatic di Trioliet si segnala per la semplicità, richiedendo bassa manutenzione e un consumo energetico molto ridotto, pari a 0,1 kWh/capo giorno, rapportato ad una mandria di 100 capi circa. Il Vector di Lely ha caratteristiche simili, ed è dotato di un sistema di sensori di sicurezza per la movimentazione in stalla. In tutti e tre i casi menzionati si possono attivare sino a 12 distribuzioni/giorno per ciascun gruppo di alimentazione. Interessante è la possibilità di definire a piacere gli orari di distribuzione nell’arco dell’intera giornata, privilegiando momenti maggiormente agevoli per l’alimentazione della mandria, come ad esempio le ore meno calde in estate o quelle meno fredde in inverno.
Tra i modelli disponibili si può optare anche per diversi sistemi di alimentazione energetica del vagone, ovvero a batteria (che si ricarica durante la miscelazione) o con binario elettrificato rialzato.
La capienza dei vagoni di distribuzione è variabile, generalmente compresa tra 3 e 5 m³; analogamente ai carri miscelatori, il cassone è in acciaio inox, a garanzia di pulizia, resistenza e durata. Un’applicazione complementare dei vagoni è di riavvicinare l’alimento alla mangiatoia durante il rientro alla cucina, oppure con percorsi “a vuoto” durante la giornata.
Nel caso di caricamento manuale della cucina, è installata una serie di cassoni o spazi dedicati a ciascun ingrediente; in particolare, i cassoni possono essere riempiti con balloni di prodotti affienati o con blocchi di prodotti insilati; ovviamente, i cassoni devono essere coperti per garantire l’integrità del prodotto che, altrimenti, potrebbe essere danneggiata (ad esempio, dagli agenti atmosferici). I contenitori sono adiacenti, in modo che il prelievo mediante taglio e il successivo trasporto al vagone di tutti gli ingredienti siano più semplici. La cucina richiede uno spazio dedicato in stalla, con un’attenta valutazione preliminare, per ciascun contesto produttivo, delle aree disponibili. Invece, nel caso vengono impiegate tecnologie ad automazione completa, non è necessario prevedere uno spazio per l’allestimento della cucina.