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Nel settore agricolo ancora troppi infortuni sul lavoro

Ogni anno in Italia si verificano nei campi dai 100 ai 150 incidenti mortali (nell’area Ue 500). E i numeri sono sottostimati. Le macchine di nuova generazione possono ridurli sensibilmente ma serve anche un investimento sulla formazione. Sistemi ergonomici anche per prevenire altri danni alla salute: il 60% degli operatori agricoli ha una malattia cronica invalidante

a cura della Redazione
dicembre 2022 | Back

Ogni anno nei Paesi Ue si verificano nei campi 500 incidenti mortali, in Italia se ne contano dai 100 ai 150, su un totale di 30 mila infortuni. «E i numeri sono decisamente sottostimati – avverte Massimo Cecchini, docente di meccanica agraria dell’Università della Tuscia –. Le nuove tecnologie e le macchine di nuova generazione possono contribuire a ridurli sensibilmente ma è necessario un forte investimento sulla formazione». Ancora una volta il settore agricolo si conferma uno dei più rischiosi, come emerge da una delle lezioni di EIMA Campus, tenutasi in occasione dell’ultima EIMA, sul tema “Il futuro della sicurezza e della salute sul lavoro in agricoltura e selvicoltura”. Tra le principali cause di morte ci sono il ribaltamento del trattore, la caduta da un albero o da un tetto, traumi dovuti ad attrezzature, annegamenti o asfissia. Il problema non è costituito solo dagli infortuni ma anche dalle malattie. I contraccolpi del lavoro nei campi sullo stato di salute dei coltivatori sono infatti molto forti: il 60% soffre di patologie croniche invalidanti. In Europa i disturbi maggiormente manifestati dai lavoratori agricoli sono quelli all’apparato muscolo-scheletrico, che potrebbero essere efficacemente prevenuti con sistemi ergonomici come quelli che equipaggiano le nuove macchine. Il dolore alla schiena colpisce il 57% dei coltivatori, mentre il 45% lamenta dolori agli arti superiori e il 20% è esposto a inquinamento acustico, a causa di rumori sopra i livelli di guardia. «Non bisogna dimenticare – prosegue Cecchini – che gli agricoltori sono esposti anche al rischio che deriva da sostanze pericolose per la salute umana come i prodotti fitosanitari, i fertilizzanti e i medicinali veterinari». La forte tendenza allo sviluppo di aziende agricole smart, moderne, tecnologiche, digitalizzate, riducendo il lavoro manuale potenzialmente può ridurre tutti questi pericoli. Questo a patto però che una adeguata formazione sia affiancata da un miglioramento dei processi di gestione dei sistemi di sicurezza. Un ostacolo alla diffusione di nuove tecnologie più performanti per l’incolumità dei lavoratori è costituito anche dai costi elevati: spesso le piccole e medie imprese del settore, che costituiscono l’ossatura del sistema agricolo nazionale, non riescono ad assorbirli. Un problema è sicuramente rappresentato dall’età media elevata degli agricoltori ma anche dal pericolo di contrarre malattie provocate da insetti e parassiti. Anche i cambiamenti climatici influiscono negativamente sullo stato di salute dei lavoratori, tra i quali, come spiega Cecchini, «si assiste a un aumento dei tumori della pelle».

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