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Mercato Europa in flessione nel 2016

I dati diffusi dal Comitato europeo dei costruttori CEMA indicano un calo medio nelle vendite di trattrici del 6,7%. In negativo i mercati nei principali Paesi, ad eccezione della Spagna che registra un andamento positivo. L'esame per classi di potenza rivela una segmentazione del mercato, con buone performance per le macchine di piccola e grande potenza, e cali sensibili per quelle di fascia intermedia

a cura della Redazione
gennaio - febbraio 2017 | Back

Il mercato europeo dei trattori chiude il 2016 in flessione rispetto all’anno precedente e probabilmente manterrà anche nell’anno in corso gli stessi livelli di vendite. I dati sulle immatricolazioni – diffusi dal CEMA, il Comitato che riunisce le associazioni dei costruttori di trenta Paesi europei – indicano come consuntivo 2016 un totale di 145.375 trattori agricoli immatricolati, con un decremento del 6,7% rispetto al 2015. L’andamento delle vendite è stato sottotono nel corso dei primi sei mesi e nell’ultimo quarto dell’anno, mentre ha visto una significativa crescita nel corso del terzo trimestre, un trend questo che il comitato dei costruttori attribuisce complessivamente alla necessità di immatricolare, entro il 1 ottobre, un elevato numero di trattori, compresi fra i 75 e i 175 cavalli di potenza, che essendo equipaggiati con motori Stage IIIB non avrebbero potuto essere commercializzati con l’entrata in vigore delle norme che fissano nuovi standard per le emissioni. Esaminando i principali mercati del continente si nota come Germania e Francia abbiano chiuso l’anno con un calo rispettivamente del 10,8% (in ragione di 28.747 unità) e del 6% (a fronte di 27.403 unità); per quanto riguarda l’Italia (terzo mercato a livello europeo) la flessione risulta più contenuta rispetto alla media continentale (-0,5% in ragione di 18.341 macchine immatricolate), e un analogo decremento si nota anche nel Regno Unito (0,7% a fronte di 12.025 unità). In controtendenza risulta invece l’andamento delle vendite in Spagna (+7,7%, in ragione di 11.427 macchine). A commento di questi dati si deve osservare come le sensibili flessioni registrate in Francia e Germania facciano comunque seguito ad un andamento che negli ultimi anni è stato complessivamente favorevole e che ha visto nei due Paesi crescite molto consistenti fino al 2013. La flessione del mercato italiano, molto più contenuta in termini percentuali rispetto ai primi due Paesi, si colloca invece all’interno di un trend negativo che ha visto negli ultimi dieci anni un calo costante delle vendite di trattrici e che ha portato – a causa delle trasformazioni che hanno investito il sistema agricolo italiano – il numero di macchine immatricolate ai minimi storici. Anche il dato spagnolo può essere letto in una prospettiva di medio periodo, giacché le buone performance delle ultime stagioni possono essere lette come un recupero fisiologico rispetto al crollo delle vendite registrato in concomitanza con la crisi economica iniziata nel 2010 (-10,6%). Al di là della situazione riscontrata nei principali mercati, l’esame puntuale per Paese evidenzia andamenti a volte fortemente differenziati: l’Ungheria si segnala come quello con il maggiore calo percentuale (-28,4% per 2.847 unità), mentre la Croazia si afferma come il Paese con il maggiore incremento (+73,4%) sia pure riferito ad un limitato numero di macchine (541). Interessante, infine, l’esame delle vendite per classe di potenza, che, al di là della flessione media che caratterizza il mercato nel suo insieme, evidenzia il buon andamento delle vendite dei trattori con potenza inferiore ai 50 cavalli (+14,4%) e delle vendite dei trattori di potenza elevata, collocati nella fascia tra i 150 e i 175 Cv e in quella superiore ai 250 Cv. Cali consistenti interessano invece le macchine collocate nella fascia intermedia. La complessiva riduzione delle vendite in Europa si inserisce nel quadro di una generale flessione dei redditi agricoli, che riduce la capacità d’investimento delle imprese per l’acquisto di mezzi meccanici. L’eccesso di offerta di derrate agricole, e la conseguente riduzione dei prezzi delle stesse, si prevede possano perdurare anche nel corso del 2017, mantenendo il mercato delle macchine su livelli simili a quelli che hanno caratterizzato l’anno appena concluso.

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