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Meccanizzazione delle cover crops: il ruolo del roller crimper

Le cover crop sono un’efficace soluzione per la protezione del suolo. Il roller crimper è l’attrezzatura che provvede all’abbattimento della coltura per assicurare una pacciamatura naturale, preservando l’umidità del suolo, contrastando le infestanti e favorendo la fertilità

di Valeria Tadini
gennaio-febbraio 2025 | Back

Tra le varie pratiche dell’agricoltura rigenerativa, la coltivazione delle cover crop con abbattimento del materiale vegetale sulla superficie del suolo si sta affermando come una delle più innovative e sostenibili. La pacciamatura che ne deriva protegge il suolo dall’erosione, previene la lisciviazione dei nutrienti (riducendo al contempo il rischio di inquinamento delle falde acquifere dovuto ai nitrati), limita l’impatto delle alte temperature e riduce l’evapotraspirazione, diminuendo così il fabbisogno di acqua della coltura in atto.

Inoltre, il materiale vegetale accumulato in superficie risulta essere una barriera naturale contro le infestanti, contribuendo così a mantenere un corretto equilibrio ecologico. Nel tempo, la pacciamatura è soggetta a decomposizione; questo arricchisce il terreno di sostanza organica e ne migliora la fertilità, riducendo in tal modo le esigenze di concimi di sintesi e – più in generale – gli input energetici, abbassando di conseguenza i costi di produzione.

La scelta del mix di essenze più adeguato a sviluppare una cover crop è determinante; importanti sono la rapidità di germinazione e crescita, per un efficace controllo delle infestanti. La selezione dipende dall’obiettivo agronomico: le poacee intercettano l’azoto e contrastano l’erosione, le leguminose fissano l’azoto e migliorano la struttura del suolo, mentre le brassicacee rilasciano composti con effetto biocida. Altre specie, come la phacelia e il grano saraceno, hanno rapido sviluppo e attraggono gli impollinatori. L’adozione di miscugli consente di combinare più benefici, ma richiede un’attenta gestione della semina.

Se la messa a dimora è estiva, sono necessarie seminatrici con organi di lavorazione passivi, per una preparazione superficiale del suolo oppure, meglio ancora, seminatrici in grado di operare su terreno non lavorato, per garantire un buon contatto dei semi con l’umidità residua. Viceversa, nelle semine autunnali di specie a seme grande su suolo lavorato può essere adatto anche uno spandiconcime centrifugo; una successiva rullatura favorisce l’adesione del terreno ai semi, per un efficace assorbimento dell’umidità, per attivarne la germinazione.

Il roller crimper. Circa due settimane prima della semina della coltura principale, operando su terreno in tempera o asciutto, la coltura di copertura viene abbattuta al suolo con una specifica attrezzatura, costituita sostanzialmente da un rullo cilindrico dotato di lame o palette variamente sagomate (il cosiddetto “roller crimper”, che talvolta viene abbinato ad organi discissori), per ottenere una pacciamatura naturale. La semina successiva può avvenire su suolo non lavorato o dopo un rapido passaggio con un erpice a dischi, che incorpora i residui organici nei primi 4-5 cm di suolo.

Applicato di solito nella parte anteriore del trattore, il roller crimper si basa su un telaio ad assetto regolabile, per adattare la pressione al suolo e l’inclinazione degli organi lavoranti, in funzione delle condizioni della coltura e del terreno. Il rullo principale, che all’occorrenza può essere appesantito con acqua o sabbia introdotti al suo interno, comprime la vegetazione stendendola, mentre le lame fissate sullo sviluppo esterno spezzano e sfibrano grossolanamente gli steli, interrompendo il flusso linfatico e favorendo quindi l’appassimento delle piante. Pur sfibrata, la coltura non viene sminuzzata, rimanendo sopra il terreno senza essere incorporata in esso, in modo da assicurare una copertura stabile e uniforme. Per un’attenta selezione della tipologia più adatta alle condizioni operative, sono disponibili diverse versioni di roller crimper, che differiscono per tipo di rotore, conformazione delle lame e altre specifiche tecniche.

La conformazione e la sezione delle lame o delle palette che abbattono e sfibrano il materiale vegetale caratterizza l’efficacia di impiego della macchina: le palette e le lamiere sagomate producono una “crimpatura” più aggressiva, intensa e duratura, utile per la disgregazione di materiale spesso e denso e anche per un’azione superficiale di dirompimento del terreno, mentre i rulli con lame a V rovesciato esercitano un’azione meno incisiva, limitandosi sostanzialmente all’abbattimento del materiale verde, garantendo una copertura ottimale, efficace per il controllo delle infestanti. Alcuni modelli permettono di regolare il peso del rullo con l’introduzione di acqua o sabbia, aumentando in tal modo l’efficacia su terreni compatti. Anche il diametro del rullo influisce sulle prestazioni: quelli di maggior diametro sono più adatti a suoli duri e compatti, mentre quelli più piccoli si prestano meglio se la vegetazione è poco sviluppata.

Panoramica di mercato. I rulli trinciatori (un’ulteriore definizione italiana del “roller crimper”) della gamma RT costruiti dalla Dondi di Ospedalicchio di Bastia Umbra (PG) hanno larghezze di lavoro compresa tra 2 e 4 m, e devono essere abbinati a trattori tra 80 e 180 Cv. Posizionato su un telaio rinforzato, il rullo ha lame rettilinee autopulenti in acciaio al boro, che si estendono per l’intera sua larghezza, e che all’occorrenza possono essere sostituite. Questi modelli, alla pari di parecchi altri della concorrenza, possono essere implementati con un carter di protezione che avvolge la parte superiore del rullo, per evitare che pietre o zolle di terreno intercettate dalle lame possano essere proiettate violentemente all’esterno. Si tratta infatti di un’eventualità plausibile specie per coperture vegetali piuttosto rade, dove si verifica contestualmente un’inevitabile interferenza con lo strato più superficiale del terreno.

La Soldo di Grassano (MT), produce un roller crimper adatto alle lavorazioni primaverili, caratterizzato da un rullo da 610 mm di diametro, su cui sono disposte robuste lame a V rovesciata che allettano efficacemente la coltura senza disturbare la struttura superficiale del suolo. Il rullo è disponibile in versioni con larghezze variabili tra 2 e 4 m, e in base alla capacità di lavoro deve essere accoppiato a trattori tra 80 e 150 Cv di potenza.

L’Officina Meccanica Erea di Candia Lomellina (PV) ha sviluppato la Rollo, una linea di rulli piegatori (è una delle varie definizioni in italiano di “roller crimper”) che, secondo il costruttore, si adattano alle varie condizioni operative, tra l’altro con l’opzione di aumentare la pressione al suolo tramite il riempimento del cilindro con acqua o sabbia. I modelli principali della linea includono la versione Standard, dotato di lame in acciaio C50 per un’azione incisiva sulla vegetazione; quella Evo, indicato per terreni compatti e vegetazione resistente, grazie alla sua notevole robustezza; Extend, per l’abbattimento sotto chioma o lungo i filari, grazie alla funzione di traslazione laterale fino a 500 mm; Reverse, caratterizzato da un telaio verticale che può essere accoppiato sia anteriormente che posteriormente al trattore; XL che, come suggerisce il nome, ha una notevole larghezza di lavoro (fino a 6 m) ed è quindi adatto per lavorare vaste estensioni.

La CRG di Mori (TN) offre un rullo pacciamatura (un’altra definizione del “roller crimper”), dotato di palette in acciaio temperato da 60 mm di altezza, disposte a ranghi sfalsati sullo sviluppo esterno del cilindro principale. Anche in questo caso, il rullo folle può essere appesantito con acqua o sabbia al suo interno, ad esempio per un massimo di 180 kg sul modello da 1,4 m di larghezza, all’interno di una gamma che si estende fino a 2 m. È disponibile anche la versione con traslazione laterale.

Il roller crimper Katana commercializzato in Italia dalla Agritom di Calvisano (BS) si avvale invece di lame elicoidali fissate su un rotore centrale, completato da una barra anteriore che provvede all’abbattimento della vegetazione prima della sfibratura da parte delle lame. Disponibile fino a 3 m di larghezza di lavoro, ha una massa massima di 1.800 kg circa, ottenuta con l’ausilio di due batterie di zavorre in acciaio, installate nella parte superiore del telaio della macchina. Richiede trattori fino a 120 Cv e può essere montato sia anteriormente che posteriormente alla motrice.

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