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Macchine agricole: mercato mondiale in piena corsa

Con più di 2 milioni di unità vendute a livello globale, nel 2013 il comparto delle trattrici segna un incremento del 10% sul 2012, per un valore complessivo di 93 miliardi di euro. L'India assorbe 620 mila unità e si conferma in posizione di leadership. Bene Francia e Germania, ancora in calo l'Italia

di Giovanni M. Losavio
Febbraio 2014 | Back

Nel 2013 prosegue il trend positivo per il mercato mondiale delle trattrici, le cui vendite – secondo i dati diffusi da Agrievolution, l'associazione che riunisce i costruttori dei maggiori Paesi produttori di macchine agricole – hanno oltrepassato “quota” 2,1 milioni di unità nel 2013, con un aumento del 10% sul 2012. Il valore totale stimato del comparto della meccanica agricola supera così i 93 miliardi di euro. In questo scenario, l'India con 620 mila trattrici assorbite (+16% sul 2012) si conferma come il primo mercato a livello mondiale, seguita dalla Cina con 445 mila unità (riferite alle macchine con potenza superiore ai 18kw). Il dato cinese, che pure evidenzia una linea di tendenza positiva (+15% circa sul 2012), segnala tuttavia un certo rallentamento rispetto agli aumenti record registrati negli anni precedenti. Stando alle rilevazioni statistiche di Agrievolution corrono anche i mercati brasiliano (65 mila unità con un incremento del 17%), giapponese (+15% con 55 mila trattori) e quello statunitense dove nel 2012 sono state vendute ben 200 mila unità (+9%). In territorio positivo anche la Turchia (51 mila unità) sebbene nel 2013 il tasso di crescita (+2%) sia risultato inferiore rispetto a quello dei Paesi più dinamici.

Francia e Germania leader in Europa

Le statistiche riferite all'Europa Comunitaria, dove nel 2013 sono state vendute 158 mila trattrici (+2% sul 2012), riflettono una situazione in realtà eterogenea, nella quale mercati “in salute” – Francia e Germania registrano percentuali di crescita superiori alla media continentale – convivono con altri, soprattutto l'Italia, che stentano a superare la congiuntura negativa. In Francia le immatricolazioni di trattrici segnano a fine anno un attivo del 10% (42.600 macchine immatricolate) a conferma di un quinquennio formidabile (+46% dal 2010 al 2013); mentre la Germania chiude a 36.250 macchine, lo stesso quantitativo dello scorso anno, dopo il vistoso incremento (+26%) avutosi nel 2011.

In Italia, per contro, le immatricolazioni di trattrici sono in calo dell’1,7% (poco più di 19 mila macchine), quelle delle trattrici con pianale di carico (motoagricole) in calo del 16,7%, e quelle dei rimorchi del 5,7% (si veda Mondo Macchina n.1 gennaio 2014). I primi riscontri del nuovo anno non sembrano migliori giacché, all’incremento delle trattrici nel mese di gennaio (+7,3%, dovuto in buona parte alle immatricolazioni, a dicembre 2013, delle trattrici con motori conformi alla fase III e quindi non aggiornati rispetto ai nuovi parametri 2014) ha fatto subito riscontro un calo del 6,4% nelle immatricolazioni del mese di febbraio, che riporta il mercato in condizioni di sostanziale stagnazione. Confortanti, invece, i dati relativi alla produzione assoluta di trattrici, macchinari e relativi componenti (valore stimato intorno ai 7,7 miliardi di euro), trainata dalla domanda globale e di conseguenza dal buon andamento delle esportazioni. Al riguardo, i dati Istat sul commercio estero segnavano a novembre 2013 un aumento complessivo del 5%, che consolida il trend positivo degli ultimi anni (+31% nel periodo 2009-2012). Insomma, grazie alle dinamiche internazionali, le industrie italiane del settore agromeccanico si sono avvicinate ai livelli produttivi precedenti la crisi economica del 2008 (il fatturato si attestava intorno agli 8,2 miliardi di euro), ma non li hanno recuperati completamente a causa della congiuntura negativa che ancora caratterizza il mercato interno.

Gli scenari futuri

Secondo l'associazione dei costruttori italiani è improbabile si possa verificare nel breve periodo una ripresa del mercato a livello nazionale, tuttora condizionato dalla bassa redditività e dalla debolezza strutturale delle imprese agricole. D'altro canto, come sottolinea un’indagine condotta da Nomisma per conto di FederUnacoma, le aziende agricole non solo hanno drasticamente ridotto gli acquisti di macchine agricole negli ultimi cinque anni (appena il 28% ha effettuato investimenti nella meccanizzazione, contro il restante 72% che non ha effettuato alcun acquisto), ma la maggior parte di esse – con la sola eccezione della categoria dei contoterzisti – è orientata a non effettuare acquisti per i prossimi tre anni. Ben diverso lo scenario tracciato da Agrievolution per il mercato mondiale, che nel 2014 dovrebbe mantenersi dinamico. La crescita globale del settore primario e la sua razionalizzazione attraverso economie di scala e incrementi di produttività – spiega Agrievolution – continueranno ad alimentare la domanda mondiale, anche se le vendite unitarie potrebbero attestarsi su livelli leggermente inferiori a quelli del 2014, facendo registrare un valore complessivo di circa 90,5 miliardi di euro.

 

BOX - Anche il Giappone nel “club” di Agrievolution

Con l'adesione della giapponese Jamma (Japan Agricultural Machinery Manufacturers Association) salgono a dodici i partner di Agrievolution, l'associazione che dall'aprile 2012 riunisce i costruttori dei maggiori Paesi produttori di macchine agricole (Stati Uniti, India, Germania, Francia, Italia, Regno Unito, Brasile, Turchia, Corea, Unione Europea e Russia) con l'obiettivo di favorire iniziative condivise nel campo delle policy industriali, delle politiche governative e della condivisione dei dati statistici. Un'azione globale dunque, finalizzata a promuovere lo sviluppo del settore primario e dell'agromeccanica, chiamata oggi più che mai a svolgere un ruolo centrale in agricoltura. Grazie all'ingresso di Jamma, che rappresenta 64 costruttori giapponesi di macchine agricole, Agrievolution rafforza le proprie attività in Estremo Oriente, una regione strategica sia per la produzione industriale che per quella agricola.

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