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Tecnica

La raccolta meccanizzata delle insalate in cespo

Nonostante la concorrenza delle verdure di IV gamma (principalmente delle insalate in foglia pronte al consumo), le colture in cespo sono ancora validamente commercializzate. Per la massima resa commerciale, la raccolta meccanizzata deve però preservare accuratamente la qualità del prodotto

di Lavinia Eleonora Galli
dicembre 2023 | Back

La diffusione delle insalate pronte di IV gamma ha eroso negli anni una parte del mercato di quelle in cespo che, nonostante ciò, si confermano tuttora una coltivazione piuttosto redditizia. Come peraltro molte colture che si sviluppano a livello del suolo, è necessario però scongiurare l’insorgenza di muffe e/o marcescenze, che potrebbero danneggiare irreparabilmente la produzione. In tal senso, le caratteristiche del terreno sono fondamentali, essendo necessario prediligere, sia in pieno campo che in serra o sotto tunnel, terreni sciolti con un’ottima capacità drenante. Il ristagno idrico rappresenta infatti un pericolo reale per queste colture, poiché oltre all’asfissia radicale, potrebbe causare marcescenze alle foglie più esterne, diminuendo le rese e abbassando il livello qualitativo del prodotto. Inoltre, data la brevità del ciclo produttivo, per ottenere buone rese è importante curare la fertilizzazione, apportando adeguate dosi di concime, minerale o preferibilmente organico.

La coltivazione. Le insalate da cespo possono essere seminate direttamente in campo, oppure si trapiantano le piantine sviluppate in semenzaio; la scelta tra le due procedure dipende sostanzialmente dal contesto climatico e dal periodo dell’anno del ciclo di produzione. La preparazione del letto di semina prevede la rottura dell’eventuale crosta superficiale e la rifinitura dello strato lavorato, per la sua massima sofficità. E’ utile anche una rullatura finale, per compattare leggermente e livellare la superficie del suolo, in modo da facilitare la coltivazione, soprattutto per ciò che concerne gli interventi irrigui. Il sesto di impianto normale è di 30-40 cm tra le file e di 20-30 cm sulla fila. Nel caso di semina diretta, per ottenere la fittezza finale desiderata tenendo conto delle fallanze, la distanza sulla fila tra i singoli semi è di circa 10 cm. Dopo l’emergenza, si effettua un diradamento manuale o meccanico, per ottenere la corretta densità produttiva. L’irrigazione è preferibilmente eseguita con impianti a goccia, che ottimizzano il consumo di acqua e prevengono gli eccessi che potrebbero portare all’insorgenza di muffe o funghi, oltre a provocare possibili marcescenze. Il periodo della raccolta dipende dalle condizioni climatiche, dal periodo di semina, dall’areale e dalla varietà. La raccolta è di solito scalare, quando il cespo ha raggiunto la pezzatura commerciale; in linea di massima, si raccoglie quando la formazione del cespo è completa, ovvero dopo 40-60 giorni dalla semina o dal trapianto.

 

Raccolta manuale. Si avvale di appositi coltelli conformati per recidere il cespo al colletto, rimuovendo al contempo le foglie più esterne, ammalorate o non esteticamente gradevoli. La principale limitazione di questa soluzione riguarda la postura degli addetti, che lavorano chini verso terra, in posizione decisamente scomoda e faticosa; per migliorare la situazione, è possibile avvalersi di attrezzature agevolatrici, come ad esempio carrelli dotati di seggiolini rasenti terra, per poter operare seduti anziché in piedi e chinati.

 

Raccolta meccanizzata. Si usano allo scopo macchine quasi sempre di tipo semovente, azionate con i classici propulsori endotermici (di solito da 50-70 Cv), oppure con i più moderni motori elettrici (v. box). Grazie all’assenza di emissioni gassose nocive, i modelli elettrici sono particolarmente consigliati per la raccolta in ambienti confinati, come ad esempio le serre e i tunnel, ma ovviamente la loro adozione è indicata anche per il campo aperto. Sul mercato sono disponibili anche modelli trainati, da accoppiare ai trattori.

Le raccoglitrici sono dotate di una barra di taglio a singola o doppia lama oscillante, di solito con una larghezza compresa tra 1,2 e 2 m, con cui è possibile raccogliere più file contemporaneamente. La barra recide al colletto i cespi, che poi vengono convogliati su un tappeto di trasporto, grazie all’ausilio di due deflettori laterali, per orientare meglio verso il sollevamento del raccolto delle file più esterne.

In alternativa, l’organo di prelievo dei cespi è costituito da una serie di coppie di catene dentate a rotazione concentrica, simili a ciò che viene comunemente adottato per le testate da mais.

Il tappeto di trasporto è inclinato verso l’alto, ha di norma il fondo gommato per un più sicuro appoggio dei cespi ed è dotato di denti per impedirne la ricaduta per rotolamento. Alla fine del modulo di trasporto si trovano gli addetti per la mondatura dei cespi e il loro stoccaggio nelle casse, che vengono poi impilate e trasferite nell’area di deposito sulla piattaforma della macchina oppure in appositi rimorchi.

Le macchine semoventi sono spesso a 4 ruote motrici e sterzanti, equipaggiate con i classici pneumatici, oppure in alternativa con cingoli in acciaio o, meglio, in gomma. Quest’ultima opzione risulta particolarmente vantaggiosa se si lavora su terreni particolarmente cedevoli, poiché la superficie di contatto con il terreno notevolmente maggiore dei cingoli, a parità di peso della macchina crea una pressione al suolo più bassa, e quindi un compattamento limitato. La trazione è quasi sempre idrostatica, con l’applicazione di un motore idraulico su ogni ruota, quindi con un’ottima fluidità di conduzione, anche a velocità di avanzamento molto basse, velocità che tra l’altro possono essere mantenute costanti con il cruise control. Anche gli azionamenti della barra falciante e la sua movimentazione verticale, così come quelle dei nastri trasportatori, sono idraulici. In particolare, la testata di raccolta viene mantenuta ad un’altezza costante dalla superficie del suolo grazie al monitoraggio di sensori elettronici dedicati. Proprio grazie a questa funzione è possibile convertire facilmente la maggior parte delle macchine per la raccolta di insalate da cespo a foglia.

 

La robotizzazione. Anche nell’ambito della raccolta delle insalate da cespo sono in corso alcuni studi per automatizzare la raccolta. Presso l’università di Cambridge si sta mettendo a punto un prototipo per un prelievo scalare dei cespi di insalata, basato su specifici parametri qualitativi. I principali problemi che sono stati incontrati riguardano il riconoscimento dei cespi, per via delle condizioni di luminosità molto mutevoli in campo aperto, e le variazioni delle densità vegetativa del prodotto. Il prototipo realizzato è composto da due videocamere, poste la prima a 2 m da terra, per la visione complessiva dell’area di raccolta, e l’altra in prossimità del braccio per la raccolta. La gestione della macchina avviene tramite un computer portatile, che analizza i dati forniti dalle due videocamere e gestisce i sensori collocati all’interno del braccio robotico raccoglitore. La lama di taglio sul braccio e il meccanismo di ritenzione del cespo sono gestiti tramite attuatori pneumatici.


Modelli elettrici in serra

I tunnel e le serre sono apprestamenti protetti, dove il microclima che si crea permette di estendere il periodo utile di coltivazione delle produzioni vegetali. La coltivazione delle insalate, sia da taglio che da cespo, richiede ambienti confinati di dimensioni significative, per permettere il transito ottimale di una serie di macchine operatrici. Oltreché ovviamente sugli operatori, le emissioni gassose inquinanti dei motori endotermici possono avere un effetto negativo sulle colture, per cui nel tempo sono stati sviluppati modelli dedicati alle lavorazioni in ambiente confinato azionati elettricamente, mediante un pacco batterie ricaricato esternamente. Considerando le potenze in gioco non elevate, la raccolta si avvale vantaggiosamente della soluzione elettrica, preservando al meglio la qualità della raccolta.



Raccolta delle insalate imbianchite

Per soddisfare le esigenze di mercato, alcune varietà di insalata subiscono procedimenti per migliorarne le qualità organolettiche; tra questi, molto popolare è l’imbianchimento (vedi Mondo Macchina 5-6 2023) , che normalmente avviene in campo prima della raccolta. I cespi delle indivie hanno tipicamente un portamento piuttosto aperto, e quindi per ottenerne l’imbianchimento vengono chiusi su loro stessi mediante legatura, in modo da non far fotosintetizzare le foglie centrali, che pertanto risultano più dolci e croccanti. Viceversa, nel caso del radicchio (per entrambe le varietà Trevisana lunga e Chioggia), l’imbianchimento si ottiene eliminando le foglie più esterne della pianta e preservando solo il cuore più compatto. In ogni caso, il prelievo dei cespi in campo avviene con le medesime modalità delle altre varietà.

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