La raccolta degli asparagi: una meccanizzazione in evoluzione
Così come diverse altre colture in Italia, anche quella dell’asparago ha storicamente conosciuto una scarsa meccanizzazione, a causa delle particolari caratteristiche della pianta. Ma ora sono disponibili alcune raccoglitrici dedicate
Noto comunemente come asparago, l’Asparagus Officinalis L. è una pianta perenne originaria dell’area orientale del bacino del Mediterraneo, costituita da un rizoma, noto come “zampa”, dal quale annualmente durante la stagione vegetativa si originano dei germogli (i turioni) che grazie al geotropismo si sviluppano verticalmente. Fino a sbucare dal terreno a fine inverno o inizio primavera, con l’aumento della temperatura. All’inizio dell’emergenza i turioni sono bianchi, ma poi, grazie alla fotosintesi, cambiano colore virando prima dal rosa al viola ed infine al verde.
Forme di allevamento
L’impianto dell’asparago è poliennale, per cui non può essere inserito in rotazioni colturali. Nelle asparagiaie, dopo i primi due anni dedicati all’accrescimento della zampa, la pianta ha un picco di produzione nel terzo e nel quarto anno, dopodiché la produttività si stabilizza tra il quinto e il dodicesimo anno, per poi decrescere sino all’espianto della coltura.
Una fase molto importante per la coltivazione dell’asparago è la preparazione del letto di semina: dopo un’aratura autunnale molto profonda (50-60 cm), finalizzata anche ad una concimazione di fondo, si erpica e successivamente si livella la superficie. Vengono quindi create delle baulature, sulle quali vengono deposti i semi o collocate le zampe per la propagazione agamica. Solitamente, il sesto d’impianto adottato è di 1,5-1,6 m tra le file e 33-40 cm sulla fila. La raccolta dei turioni avviene in primavera, circa 60 giorni dopo l’emissione del germoglio dalla zampa. Essendo una produzione continua, per massimizzare la resa della coltura la raccolta viene effettuata scalarmente, prelevando i germogli ad un’altezza di circa 10-12 cm da terra.
Raccolta manuale
La raccolta a mano è ancora la soluzione maggiormente diffusa, e purtroppo costringe gli addetti a stare costantemente chini sul terreno, nonostante la presenza delle baulature. In tal caso, l’unico attrezzo agevolatore è la sgorbia, ossia un lungo coltello ricurvo all’estremità con il quale si recidono i turioni 10-15 cm sotto la superficie del terreno. Per poter effettuare la raccolta, essendo gli asparagi interrati per almeno la metà della loro lunghezza, gli operatori devono chinarsi, accompagnando la sgorbia lungo l’asparago e tramite la gestione dell’attrezzo recidere il turione ed estrarlo dal terreno per poterlo depositare all’interno delle apposite cassette per lo stoccaggio e la lavorazione. La procedura, apparentemente semplice, obbliga gli operatori ad un notevole sforzo muscolare che può, alla lunga, sfociare in disturbi fisici.
Macchine agevolatrici
Quasi tutti i modelli permettono agli addetti di lavorare seduti, per minimizzare i carichi sul tronco e sulla schiena. Si tratta di piccoli mezzi monoposto, con 3 o 4 ruote pneumatiche e un sistema di propulsione rappresentato da un motore diesel o elettrico di piccola potenza. La soluzione elettrica è preferita negli apprestamenti protetti per evitare l’accumulo di gas dannosi nell’ambiente confinato. Sempre in tema di propulsione elettrica, per la raccolta in pieno campo c’è la possibilità in qualche caso di installare dei pannelli solari sulla copertura, in modo da ricaricare la batteria di bordo. Il posto di guida è in posizione centrale, l’operatore è seduto con le gambe distese appoggiate su due supporti appositi, e depone il prodotto raccolto in cassette poste su due mensole collocate lateralmente al sedile.
La differenza varietale tra gli asparagi verdi e bianchi condiziona la configurazione di queste macchine, perché quelli verdi fuoriescono dal terreno, mentre quelli bianchi no. Anzi, questi ultimi vengono coltivati sotto teli pacciamanti di colore bianco, per evitare un loro rinverdimento qualora spuntassero dal terreno.
Pertanto, i modelli per la raccolta degli asparagi bianchi sono dotati di rulli per il sollevamento e la successiva ricollocazione a terra dei teli pacciamanti.
Macchine per la raccolta
Nonostante il miglioramento ergonomico assicurato dalle macchine agevolatrici, la raccolta degli asparagi è comunque dispendiosa in termini di tempo e di forza lavoro. Alcuni costruttori producono macchine per il prelievo meccanizzato degli asparagi dal terreno (come ad esempio la francese Kirpy), con una notevole riduzione di tempo e manodopera. La macchina è composta da un telaio monoasse e trainato dal trattore, predisposto con carreggiate atte a transitare tra le baulature. La testata di raccolta è provvista di due coppie di dischi che rifilano il terreno dei bordi della baulatura e da un organo di taglio. A sua volta costituito da due dischi rotanti parzialmente sovrapposti, che ruotano su un piano inclinato rispetto al senso di avanzamento, recidendo e scalzando i turioni a 10-15 cm sotto la sommità della baulatura. Gli asparagi recisi vengono quindi convogliati su un nastro trasportatore grigliato, per allontanare i residui di terra intercettati insieme al prodotto.
A valle del primo nastro trasportatore ce n’è un secondo in materiale plastico, dal quale gli operatori a bordo prelevano i turioni e li collocano nelle cassette. La terra residua viene scaricata posteriormente alla macchina, sulla baulatura. Si tratta di un enorme aumento della produttività della raccolta, ma come spesso accade in questi frangenti non è possibile effettuare una raccolta scalare, come invece avviene nella soluzione manuale, che permette di assicurare una maggiore uniformità del calibro del prodotto.
Macchine raccolta automatica
Un livello superiore di meccanizzazione è quello delle macchine ad elevato livello di automazione, in grado di raccogliere i turioni con il minor numero possibile di operatori a bordo, come ad esempio Compact S9000 per la raccolta degli asparagi bianchi, prodotta dalla AVL Motion. La macchina è in effetti un robot gestito da un solo operatore a terra, che ne verifica l’operatività e la indirizza sulla fila di raccolta mediante un radiocomando. In ogni caso, il mezzo è dotato di un piccolo pianale posteriore, che permette all’operatore, di verificare il prodotto convogliato nelle cassette. Si tratta in sostanza di un telaio portattrezzi azionato da un motore diesel Stage 5 a 4 cilindri, sul quale viene alloggiata l’unità di raccolta. Gli ingombri sono importanti, ovvero 6 m di lunghezza, 2,3 m di larghezza, e 2,9 m di altezza, per una massa di 4500 kg circa. La velocità massima di lavoro è di circa 3.6 km/h, per una capacità di raccolta di 9000 turioni/ora.
Il modulo di raccolta comprende un sistema per la movimentazione e lo scostamento dei teli pacciamanti, durante il passaggio della macchina, costituito da due rulli, uno anteriore che solleva e scosta lateralmente il telo di copertura degli asparagi, e uno successivo che ricolloca la copertura nella posizione originaria. L’individuazione dei turioni e la conseguente raccolta avvengono grazie ad alcuni sensori ottici, che guidano gli organi di taglio lungo il corpo degli asparagi fino ad una profondità definita, per poi rilasciare il prodotto su un nastro trasportatore per il convogliamento nelle cassette. Con questa soluzione gli asparagi vengono prelevati individualmente, e pertanto la contaminazione di terra dei prodotti risulta ridotta.
Le varietà più conosciute
Gli asparagi sono una coltura molto conosciuta in tutta Europa: nel bacino del Mediterraneo la varietà più apprezzata è quella verde, mentre nel nord Europa ed in Veneto si preferiscono le cultivar bianche.
A livello nazionale, si spazia tra l’asparago verde, quello bianco, il viola e l’asparago selvatico o asparagina. Le caratteristiche varietali e le diverse vocazioni del territorio di provenienza hanno portato alcuni di questi al riconoscimento del marchio IGT.