La motosega: necessaria e polivalente
La motosega è un attrezzo fondamentale per le lavorazioni forestali, ma anche per la gestione delle coltivazioni arboree e delle aree verdi. La scelta del modello deve tener conto della natura dell’intervento, più o meno impegnativo per la macchina. I modelli a batteria riscuotono successo anche presso il mercato amatoriale, ma centrale resta il tema della corretta manutenzione dell’attrezzo e delle procedure di sicurezza
La motosega è un attrezzo da lavoro indispensabile per la silvicoltura nonché per le coltivazioni arboree, ma anche per i lavori di giardinaggio; tanto che è diventato oggi un attrezzatura di uso comune non solo nelle aziende, ma anche in molte abitazioni private. Le prime motoseghe apparvero a cavallo tra i due grandi conflitti mondiali, ma erano molto pesanti ed ingombranti, potevano essere utilizzate soltanto impiegando contemporaneamente due operatori ed erano dedicate pressoché esclusivamente all’abbattimento di grandi alberi. Solo dopo la seconda guerra mondiale apparvero sul mercato le prime macchine manovrabili da un solo operatore, facilmente trasportabili e comode da usare anche per lavori di allestimento e potature. Da allora ad oggi l’evoluzione del prodotto è stata notevole, tanto che ora in commercio ne esistono moltissime tipologie, con caratteristiche tecniche e prezzi davvero molto differenti tra loro. Infatti le macchine presenti in commercio si differenziano tra loro per la tipologia di motore impiegato (elettrico o endotermico), per l’applicazione per la quale sono state concepite (abbattimenti, sramature/allestimenti, potature), per la potenza erogata, per il peso (ovvero anche per il rapporto peso/potenza), per il design, per l’ergonomia, per il livello intrinseco di sicurezza e infine per il prezzo; per una scelta corretta è quindi importante avere una conoscenza approfondita dell’argomento.
L’utilizzo prevalente
Nonostante la motosega sia un attrezzo molto versatile, che si adatta a svolgere lavori in differenti ambiti, quando si tratta di svolgere con essa un utilizzo professionale o comunque anche nell’ambito del “fai da te” ci si ritrovi ad adoperarla per molte ore continuativamente, è bene focalizzare bene le proprie esigenze per ottimizzare la scelta della macchina, onde renderla più prestante e meno affaticante da usare nella condizione di lavoro prevalente. Da questo punto di vista occorre scegliere innanzitutto la “potenza” della motosega, espressa in kW (o Cv) e che poi influenza anche il peso della macchina. In questa scelta occorre anche tenere conto del livello di esperienza dell’utilizzatore. Soprattutto per i principianti è doveroso nella scelta puntare verso le macchine più piccole, leggere e manovrabili. Una motosega troppo potente e pesante affatica molto in fretta mani e braccia, e ciò comporta un notevole incremento del rischio di causare gravissimi infortuni. Per l’utilizzo professionale anche la tipologia di legno e la dimensione degli alberi è un fattore fondamentale da considerare nella scelta, infatti l’abbattimento di grandi alberi, in particolare di legno duro, richiede una motosega più grande con un motore più potente. In questi casi, la scelta di modelli troppo piccoli comporterebbe per essi un quantitativo tale di sollecitazioni da comportare un’usura precoce della macchina.
In sostanza per un utilizzo sostanzialmente amatoriale, è meglio optare per un attrezzatura non troppo potente con potenza di 1-1,5 kW (1,36-2 Cv), che sia inoltre il più leggera possibile. Gli stessi criteri possono essere utilizzati anche per motoseghe destinate in ambito professionale a sramature e allestimenti. Per utilizzi professionali, destinati invece alle sole potature (manutenzione del verde e potature in coltivazioni arboree) è bene optare per macchine leggerissime, aventi spranghe lunghe 25-30 cm al massimo e potenze tra 0,75 e 1 kW (1-1,36 Cv). In questo settore, specie per l’utilizzo in tree-climbing o nel cestello, sta sempre più prendendo piede l’utilizzo di macchine dotate di motore elettrico e batteria, che stanno piano piano soppiantando il classico motore endotermico con ciclo a due tempi che per questi utilizzi ha sempre cilindrate molto ridotte e comprese tra i 25 e i 35 cm3. Nell’utilizzo di queste piccole macchine occorre però fare molta attenzione, soprattutto per i neofiti, infatti nonostante siano state concepite e studiate per essere utilizzate con due mani, è spesso molto facile poterle brandeggiare utilizzando un mano sola. In questo caso però i rischi di infortunio diventano elevatissimi, infatti è molto più difficile controllarne eventuali sobbalzi e lo scudo paramano che fa intervenire il freno-catena spesso non ha la possibilità di intervenire in caso di bisogno. Sempre per l’utilizzo prettamente professionale, ma nell’ambito degli abbattimenti, il motore endotermico invece egemonizza ancora il mercato, e in questo caso si ha a che fare con macchine aventi cilindrate di norma sempre superiori ai 60 cm3, potenze che vanno mediamente dai 3,5 ai 6,5 Kw (da 4,75 a 9 Cv), e spranghe lunghe dai 50 cm in su. In questi casi si ha che fare con macchine piuttosto pesanti, estremamente potenti, e quindi sconsigliate ai neofiti ed inoltre poco pratiche da dedicare anche occasionalmente a potature o sramature.
Per l’utilizzo polivalente, per potare i rami ed abbattere alberi di piccole dimensioni, si prediligono invece attrezzature dotate di spranghe guida con lunghezze di 35-45 cm aventi motori con potenze di 1,5-2,5 kW (2-3,5 kW), in questo caso è meglio prediligere i motori elettrici (con collegamento alla rete 220 V mediante cavo) per un utilizzo sporadico, mentre le macchine a motore endotermico sono sicuramente più adatte all’utilizzo quotidiano o comunque molto intensivo.
La lunghezza della barra guidalama
La scelta va fatta in base alla dimensione degli alberi, ma anche al livello di esperienza dell’operatore. Gli operatori più esperti devono poter disporre di almeno due barre guida con lunghezze differenti per i vari tipi di alberi. Una barra guida più corta è più leggera e facile da manovrare, ad esempio durante la sramatura. La barra guida lunga si utilizza per gli alberi più grandi. Per gli abbattimenti di alberature molto grandi è sufficiente disporre di una barra lunga poco più del raggio del fusto dell’albero da abbattere, mentre per alberature di piccole dimensioni è più comodo disporre di una barra poco più lunga del diametro del tronco.
Manutenzione
Qualunque sia la scelta effettuata è doveroso ricordare che la motosega è una macchina che richiede una manutenzione scrupolosa e frequente. Per tutti i tipi di motosega, innanzitutto occorre verificare prima di ogni utilizzo la corretta regolazione della tensione della catena e il livello dell’olio per la sua lubrificazione. La corretta tensione della catena va anche riverificata periodicamente durante gli utilizzi intensivi, infatti più una lama viene utilizzata più si scalda, e quindi tende ad allungarsi e ad allentarsi. è inoltre necessario provvedere a lubrificare frequentemente il pignone di rinvio posto al termine della spranga di guida e verificare che non presenti sbavature che rischierebbero di far saltare la catena. La stessa verifica va inoltre estesa alla restante parte del binario di guida lungo tutta la lunghezza della spranga. Per le macchine dotate di motore endotermico è inoltre necessario procedere a ulteriori verifiche periodiche che riguardano il livello della miscela presente nel serbatoio e lo stato di candele, filtro aria e filtro carburante.
Raccomandazioni di sicurezza
Posto il fatto che la motosega è un attrezzo molto pericoloso che chiunque nel nostro Paese può acquistare, si consiglia comunque di seguire un apposito corso prima di impiegarla, non si diventa infatti degli esperti da un giorno all’altro e, utilizzando tecniche non corrette l’infortunio diventa molto più probabile. è inoltre fondamentale verificare di essere vestiti e attrezzati in modo appropriato per il lavoro che andrete a svolgere, infatti indossando i dispositivi di protezione adeguati, in molti casi, anche facendo degli errori grossolani, è possibile evitare di ferirsi. Per quanto riguarda l’abbigliamento, esistono standard internazionali che stabiliscono delle caratteristiche obbligatorie ed è bene quindi verificare che i DPI scelti siano stati “omologati”. Ad ogni modo, per un utilizzo in sicurezza, è necessario dotarsi di: elmetto con protezioni acustiche e per il viso, occhiali protettivi, giacca forestale che offra un’idonea copertura della parte superiore del corpo, pantaloni protettivi antitaglio, stivali forestali e guanti antitaglio.
I requisiti minimi
Qualora abbiate l’opportunità di mettere in funzione una macchina datata verificate che abbia quantomeno la protezione da contraccolpo e il dispositivo per il freno della catena (che garantiscono l’arresto della catena se la motosega non viene utilizzata in modo corretto o in caso di contraccolpo); che sia presente il blocco dell’acceleratore (che permette di accelerare solo quando si continua a premere con il palmo della mano un determinato pulsante posto sull’impugnatura); che ci sia un perno di fermo catena che blocca la stessa in caso di rottura o deragliamento; che la macchina sia dotata di scudo di protezione per la mano destra atto a proteggere la mano dell’operatore in caso di rottura o deragliamento della catena, e infine che il comando di arresto della macchina sia posto in una posizione facilmente accessibile.