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Tecnica

Impianti di mungitura di bovini e ovi-caprini a diverso livello di automazione

Un sistema di mungitura efficiente è fondamentale in tutti gli allevamenti da latte, dai più piccoli e semplici ai più grandi e automatizzati. Per ognuno di essi è disponibile la soluzione tecnologica più adatta

di Daniela Lovarelli
marzo - aprile 2024 | Back

Negli allevamenti da latte, gli impianti di mungitura devono essere attentamente selezionati in funzione della numerosità della mandria, dello spazio e della manodopera disponibili e delle possibili evoluzioni future in termini di innovazione tecnologica. Se per le bovine la sala di mungitura è stata studiata e ottimizzata nei minimi dettagli, per gli ovi-caprini i margini di miglioramento sono ancora ampi. Gli allevamenti di bovini da latte sono di solito medio-grandi, con una consistenza di animali in lattazione piuttosto importante; anche la selezione genetica ha portato ad una conformazione delle mammelle piuttosto omogenea. Viceversa, gli allevamenti ovicaprini si sono sviluppati in modo “estensivo” anche se, specialmente per i caprini, si stanno diffondendo sistemi di mungitura tecnologicamente avanzati. Pertanto, per gli ovicaprini la selezione genetica non è stata particolarmente curata, per cui è al momento difficile riscontrare una conformazione uniforme delle mammelle, tale da consentire sistemi di mungitura ad automazione elevata. Oltre a ciò, si deve tener conto che ovviamente le bovine necessitano di gruppi di mungitura a 4 tettarelle, mentre negli ovicaprini sono la metà.

Sistemi di mungitura mobili. Si basano su piattaforme mobili, adatte a mandrie in cui gli animali (specie gli ovicaprini) sono dislocati in più postazioni, oppure dove non c’è possibilità di installare una sala di mungitura, o ancora per gli allevamenti al pascolo o di tipo estensivo. L’impianto si basa su un carro trainato da trattore, su cui sono presenti di solito 12 o 24 poste di mungitura, disposte su una o due file. L’accesso dei capi avviene lateralmente, mentre l’uscita è solitamente frontale. Gli animali entrano ed escono passando su un pianale ad azionamento pneumatico. è presente anche una mangiatoia (in acciaio inox per una più agevole ed efficace pulizia), a cui si aggiunge una copertura della struttura in lamiera zincata, per poter operare in condizioni meteorologiche avverse.

Il lavaggio post-mungitura è automatico con acqua calda, ed è installato anche un impianto di illuminazione artificiale per lavorare in condizioni di oscurità.

Sale di mungitura standard. Per mandrie di dimensione medio-grandi e strutture stabulative di allevamenti intensivi, le sale di mungitura per ovicaprini possono essere di tipo lineare a pettine o a giostra, oppure anche a spina di pesce, così come avviene nell’allevamento bovino. Le sale parallele sono da 6-8 poste su un’unica fila per gli ambienti più piccoli, fino a 30-70 poste a doppia fila per quelli più ampi. Seguendo un percorso obbligato, i capi raggiungono le postazioni dove vengono trattenuti con un sistema di auto-cattura frontale o laterale, da cui poi escono al termine della mungitura, rapidamente e in contemporanea. I tempi di mungitura sono accorciati grazie a questa soluzione, che garantisce buona facilità di accesso e di uscita degli animali, con un’ottima omogeneità di mungitura. Come per tutte le soluzioni dedicate agli ovicaprini, è necessario prevedere una mangiatoia in acciaio inox con dosatore automatico e un meccanismo ad azionamento pneumatico per l’auto-cattura. I modelli più evoluti sono implementati da sensori di rilievo delle performance di mungitura, come ad esempio il Milpro SG di Milkline. Inoltre, ci deve essere spazio sufficiente per la movimentazione degli animali, con una corsia di transito larga almeno 0,6-0,7 m. I parametri base monitorati dalle centraline elettroniche di controllo della mungitura, riguardano la quantità di latte prelevato, la regolazione della pulsazione (a beneficio della salute della mammella) e l’attivazione di un allarme in caso di caduta del gruppo a mungitura in corso. Inoltre, è di solito implementato un collegamento con i software gestionali, per registrare in automatico le informazioni raccolte.

Sala di mungitura a giostra. La mungitura a giostra rappresenta un’alternativa molto performante per mandrie molto numerose, dove è necessario mungere un elevato numero di capi in poco tempo. La giostra per gli ovicaprini è simile a quella dei bovini, sia a mungitura interna che esterna, per 30-120 capi. In ogni caso, è prevista l’installazione di dispositivi per agevolare il lavoro degli operatori, preservando il benessere degli animali. Ad esempio, nelle giostre Rotary parlor AR internal e AR external di GEA gli animali entrano nella giostra attraverso un passaggio guidato, raggiungendo le mangiatoie. L’ovicaprino infila quindi la testa nella mangiatoia, e a quel punto si attiva automaticamente un fermo che tiene l’animale in posizione per l’intera durata della mungitura. Si tratta di una soluzione che rende più semplice l’operazione, e al contempo riduce lo stress dell’animale. Viceversa, nelle giostre per bovini le mangiatoie non sono necessarie, e gli animali vengono bloccati direttamente nel box, con un sistema di cancelli che si aprono automaticamente a fine mungitura. Anche le giostre possono essere facilmente implementate con dispositivi elettronici di monitoraggio della produzione di latte, oltreché per definire la più corretta frequenza di pulsazione e il momento corretto di stacco del gruppo di mungitura.

I robot di mungitura. Al livello più alto dell’automazione c’è il robot di mungitura (definito anche AMS, Automatic Milking System), per il momento introdotto solamente negli allevamenti bovini. In oltre 30 anni di affinamento tecnico, i robot di mungitura sono migliorati molto, soprattutto per l’efficienza e l’affidabilità. La loro diffusione in Italia, a partire dagli anni '90 del secolo scorso, è stata inizialmente limitata dalle pratiche più tradizionali dell’allevamento, ma più di recente si è registrato un significativo incremento, tanto che oggi il 5% circa degli allevamenti bovini da latte sono dotati di almeno un robot di mungitura. La routine della mungitura automatica è complessa, ma al contempo intuitiva: l’animale entra in un box dotato di cancello di entrata e uscita, completato se del caso con una mangiatoia per l’alimentazione durante la mungitura. Il sistema include alcuni sensori per il riconoscimento dell’animale, un braccio robotizzato con dispositivi ottici per individuare e attaccare il gruppo ai quarti e software gestionali per la raccolta dati del singolo animale. Più in dettaglio, il riconoscimento degli animali, che avviene tramite RFID (Radio Frequency Identification), installata su pedometri o collari, serve per ottimizzare l’attacco del gruppo di mungitura avvalendosi anche di sofisticate soluzioni di rilevamento e posizionamento, come videocamere 3D, sensori ad ultrasuoni e dispositivi di localizzazione laser. Viene quindi rilasciato del mangime pellettato concentrato, per incentivare l'animale a rimanere nel box e a ritornarvi. Se un determinato capo è stato munto di recente, la procedura non inizia e il cancello viene aperto per la sua uscita dal box. All’inizio, per assicurare un opportuno livello di igiene tutte le parti vengono lavate automaticamente con acqua calda. Anziché prevedere un solo (o pochi) robot di mungitura, si sta diffondendo la possibilità di installare un significativo numero di esemplari, per rendere possibile la mungitura ad orari stabiliti. Questa soluzione, nota anche come “batch milking“, garantisce il rispetto di una determinata routine di attività degli animali (ovvero l’alternanza tra le mungiture e i periodi di riposo), pur mantenendo tutti i vantaggi dell’automazione, senza l’intervento umano. Inoltre, in tal modo si ottimizzano i consumi energetici e idrici e si possono agevolmente controllare i parametri di mungitura per ogni singolo capo, rendendo possibile una fattiva applicazione della zootecnia di precisione.



La pompa del vuoto

Indipendentemente dalla dimensione e dal livello di evoluzione tecnologica, la pompa del vuoto è un componente fondamentale dell’impianto di mungitura, finalizzata a garantire un’opportuna stabilità dell’operazione, sia come frequenza di pulsazione che di stimolazione e funzionamento dei gruppi di mungitura. Le pompe del vuoto sono azionate direttamente dal dispositivo che fornisce energia, oppure mediante una trasmissione a cinghia, di sezione trapezoidale. La trasmissione diretta si caratterizza per un funzionamento più regolare, una minor rumorosità e un consumo di olio lubrificante più basso. Richiedono anche minori necessità di manutenzione.

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