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Tecnica

Fumigazione, tecnologie sostenibili per la disinfestazione del terreno

La ricerca del settore si sta evolvendo verso la messa a punto di macchine per la distribuzione di prodotti caratterizzati dalla più ampia sostenibilità. Solarizzazione, biofumigazione e uso del vapore sono le soluzioni più frequentemente adottate

di Domenico Pessina
maggio - giugno 2021 | Back

La fumigazione è una modalità di disinfestazione del terreno da parassiti e germi, tramite la diffusione di gas o vapori biocidi distribuiti per mezzo di macchine dedicate. Già da molti anni l’uso del noto bromuro di metile è stato revocato a causa della sua tossicità, ma anche l’impiego delle principali sostanze alternative individuate (quali la cloropicrina e l’1,3 dicloropropene, distribuiti anche in miscela) è stato a sua volta da tempo vietato. Peraltro, in mancanza di reali soluzioni valide, l’applicazione di tali sostanze è tuttora autorizzata in deroga, con provvedimenti temporanei, per usi di emergenza e solamente su alcune colture predeterminate. Per rendere il processo efficiente e sicuro (sia per l’ambiente che per gli operatori), è comunque fondamentale stendere sulla superficie del terreno trattato un film che assicuri un’efficace barriera, trattenendo in loco il prodotto fumigante.

In tale situazione, la ricerca di settore si è quindi indirizzata verso soluzioni alternative, come la solarizzazione, la biofumigazione, l’impiego del vapore e l’uso di microonde, ma anche verso la sperimentazione di nuovi prodotti chimici e microbiologici atti a far superare alla coltura colpita gli stress biotici e abiotici.

 

La solarizzazione

Sfrutta l’effetto serra prodotto dalla radiazione solare per far aumentare la temperatura degli strati più superficiali del terreno, in modo da eliminare alcuni patogeni e fitofagi. In pratica, si deve ricoprire il suolo nel periodo più caldo dell’anno per almeno 4-6 settimane con un telo adatto (portando quindi il terreno a temperature non inferiori a 45-50°C), a volte distribuendo contestualmente alcuni prodotti geodisinfestanti, e/o altre sostanze ad azione biocida (ammoniaca, composti solforici, isotiocianati, ecc.).

Il suolo da solarizzare va lavorato accuratamente per almeno 30 cm di profondità, portato alla capacità idrica di campo e poi mantenuto umido per l’intera durata del trattamento. I materiali più utilizzati per le coperture sono film in polietilene, etilene vinil-acetato e polivinilcloruro, con uno spessore di 0,03-0,05 mm. Nelle colture protette, la solarizzazione a serra chiusa permette di aumentare ulteriormente la temperatura del terreno, migliorando l’efficacia del trattamento.

 

La biofumigazione

Un’interessante opzione, pienamente sostenibile, per la riduzione dei nematodi nel terreno è il sovescio delle Brassicacee, ma anche di alcune graminacee e leguminose. In particolare, oltre ad apportare una significativa quantità di sostanza organica al terreno, le Brassicacee – sia naturalmente nel loro apparato radicale sia finemente trinciate – sono in grado rilasciare composti (isotiocianati e nitrili) con capacità biocide nei confronti dei nematodi e dei funghi presenti nel terreno.

L’abbinamento con la solarizzazione consente inoltre di attivare interessanti effetti sinergici; a livello commerciale, sono attualmente disponibili prodotti a base di pellet o farine di semi deoleati di varie specie di brassicacee, da distribuire direttamente nel terreno, o ancora emulsioni concentrate contenenti i glucosinolati vegetali.

 

Uso del vapore

Si tratta di una nota modalità di disinfezione (e disinfestazione) del terreno, sviluppata in particolare dalla Celli di Forlì, che qualche anno fa ha messo a punto il metodo Bioflash, che combina l’azione del vapore con quella di alcune sostanze a reazione esotermica pienamente compatibili, come l’idrossido di potassio, l’ossido di calcio e le zeoliti, che tra l’altro possono svolgere altre utili azioni correttive del terreno, come la stabilizzazione del pH e la fertilizzazione. In pratica i primi 20 cm di terreno sono riscaldati a 65-80°C per circa 20 min: tale trattamento risulta molto efficace non solo contro i nematodi, ma anche verso i semi delle infestanti e a livello fitoiatrico, ad esempio contro il marciume del colletto dell’insalata (Sclerotinia Minor).

La macchina messa a punto da Celli è la Ecostar, un mezzo semovente a trazione idrostatica con cingoli in gomma dotato di un motore diesel da 60 Cv, combinato con generatore elettrico da 8 kW trifase a 380 V, che incorpora un bruciatore a gasolio abbinato ad un generatore di vapore da 600 kg/h, ricavato da un serbatoio d’acqua da 600 l, e combinato con una tramoggia da 230 l per il prodotto a reazione esotermica. Una zappatrice ad azionamento idraulico lavora il terreno, mentre un modulo dedicato stende il film plastico pacciamante. Il vapore viene iniettato all’interno dello strato lavorato di terreno ad una profondità di circa 20 cm, tramite due barre della lunghezza di circa 1,70 m ciascuna, mentre la macchina avanza molto lentamente, tra 60 e 2500 m/h.

 

La macchine fumigatrici

La Oliver Agro di Salizzole (VR) produce diverse gamme di fumigatrici, adatte sia al campo aperto che alle colture protette. La gamma New Velox si avvale di una serie di ruote metalliche a palette frontali che sminuzzano il terreno nello strato superficiale per l’intera larghezza della passata, contribuendo anche ad annullare il compattamento provocato dalle ruote del trattore, a cui in ogni caso provvedono due specifiche àncore rompitraccia.

Appena dietro le ruote a palette sono collocate le àncore di profondità, in prossimità delle quali sono posizionati gli ugelli fumiganti. Sia le àncore che gli ugelli assumono conformazioni diverse, in funzione del trattamento di terreni leggeri o pesanti. Sui terreni sabbiosi ogni àncora apre un tunnel nel quale il prodotto viene irrorato tramite un ugello a ventaglio, mentre su quelli argillosi l’ugello è provvisto di due fori laterali contrapposti, dai quali vengono emessi altrettanti getti.

Dal serbatoio principale (che può avere una capacità massima di 880 l), dove il prodotto in formulazione liquida è stato precedentemente caricato con una specifica pompa di travaso, la sostanza fumigante è prelevata da una pompa volumetrica dedicata, che è in grado di regolare il flusso in funzione della velocità di avanzamento. In opzione, è possibile installare sia un contalitri, che visualizza la portata istantanea e la quantità totale distribuita, sia una serie di flussimetri per monitorare la regolarità di distribuzione su ogni àncora localizzatrice.

Posteriormente alle àncore di profondità è montato un rullo liscio compattatore, dotato di rotazione attiva tramite un motore idraulico alimentato da un circuito indipendente dal trattore, la cui velocità periferica è regolabile sino al 50% in più rispetto all’effettiva velocità di avanzamento della macchina, in modo da esercitare anche una certa azione di strisciamento, così da “sigillare” meglio il suolo in superficie (ovvero nei primi 2-3 cm), limitando le perdite di fumigazione e rendendo più efficace l’azione del prodotto.

La OliverAGro produce anche la gamma Brava 2003, una macchina per la fumigazione con prodotti liquidi, che a differenza della New Velox è dotata di fresa interratrice (con un massimo di 36 zappette) che fa in modo di miscelare meglio il prodotto nell’intero strato lavorato, seguita da un rullo a gabbia che pareggia il terreno e con la sua rotazione fa muovere la pompa volumetrica dosatrice. L’attrezzatura è completata da un secondo rullo, quello liscio compattatore, azionato da un motore idraulico. La sostanza fumigante è distribuita tramite 10 ugelli a ventaglio protetti da un’apposita struttura in lamiera saldata, che agiscono sull’intera larghezza di lavoro (fino ad un massimo di 3 m) e che sono dotati di dispositivi antigoccia, in modo da non disperdere il liquido quando la macchina non lavora nel terreno.

Per fumiganti solidi in forma granulare è invece disponibile la gamma Mirrow, con larghezze di lavoro sino a 4 m. Il prodotto è caricato in una tramoggia apposita, dalla quale attraverso una serie di microgranulatori viene interrato per mezzo di condotti flessibili nell’intero strato lavorato (fino a circa 20 cm di profondità) dalla sottostante fresa. Completano la macchina i due rulli già illustrati, a gabbia e liscio, con le medesime funzioni descritte.

Anche la Forigo Roter Italia di Ostiglia (MN) prevede una vasta offerta di macchine sterilizzatrici con prodotti liquidi o solidi ad azione fumigante, con o senza una contestuale lavorazione del terreno, nelle gamme Mix-Tiller, Deeper e Co.Modus. Per un corretto controllo delle dosi ed una distribuzione proporzionale all’avanzamento, tutti i moduli di distribuzione sono gestiti tramite centralina computerizzata.

Per rendere più efficace l’azione sterilizzatrice del fumigante, la macchina può essere dotata del modulo per la stesura del film pacciamante. Particolare attenzione deve essere posta nella sigillatura del telo, che normalmente è realizzata interrandone i bordi per mezzo di vomerini o dischi rincalzatori. Viceversa, per una copertura totale del suolo, i singoli teli sono accoppiati con una determinata fascia di sovrapposizione, che in taluni casi è ancor meglio sigillata con la deposizione di particolari colle.


I nematodi

Sono dei parassiti del terreno che attaccano prevalentemente le colture orticole. Si tratta di minuscoli vermi che è possibile rilevare solo al microscopio, ma che possono provocare notevoli danni alle produzioni vegetali. I nematodi più diffusi e dannosi in Italia appartengono al genere Meloidogyne; in particolare, il nematode galligeno (Meloidogyne incognita) attacca le radici delle piante provocando le galle, ovvero formazioni bollose che possono arrivare anche a 1 cm di diametro. Il danno da nematodi si manifesta con una crescita stentata della pianta, ingiallimento e accartocciamento delle foglie e formazione spropositata di radici secondarie.

Le specie vegetali interessate dagli attacchi dei nematodi sono molto numerose; in primis le barbabietole e le fragole, ma anche le solanacee (pomodori, peperoni, patate e melanzane), le cucurbitacee (zucchine, cetriolo, melone), le crucifere (cavolfiori, verza, broccoli neri), le liliacee (cipolle, porri, aglio), nonché fagiolini, insalate, spinaci, sedano, prezzemolo, ecc.

La diffusione dei nematodi, sia nelle colture protette che in campo aperto, dipende principalmente dalla cosiddetta “stanchezza” del terreno, dovuta a colture intensive ripetute nel tempo, senza adeguate rotazioni e senza apporti significativi (e continui) di sostanza organica. Più in particolare, i nematodi si sviluppano nei terreni molto sfruttati e nelle colture intensive, sia in serra che in campo aperto.

Corrette rotazioni colturali e opportune consociazioni sono i rimedi principali per contenere la loro diffusione, unita ad un’attenta concimazione organica, da realizzarsi con il letame, il compost o anche la frazione solida del digestato.

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