Cura del verde, i lavori autunno-vernini
Nel periodo autunnale e nei mesi freddi dell'anno la manutenzione degli spazi verdi non viene meno, essendo necessari operazioni di rasatura dei prati e di pulizia dalle foglie, interventi per la protezione delle piante dal freddo, ma anche di trapianto e concimazione in funzione delle fioriture che avverranno in primavera. La rosa delle macchine e delle attrezzature impiegate per queste funzioni è ampia, e tale da garantire risultati ottimali
Il verde ha un suo fascino e una funzione lungo tutto l’arco dell’anno, che vanno però assecondati con lavori e cure adeguate. In autunno le piante cambiano aspetto per affrontare la stagione invernale. Quelle a foglia caduca assumono colori che rappresentano un vero spettacolo della natura. In autunno infatti, quando le foglie sono prossime al termine della loro vita, la clorofilla diminuisce e compaiono i colori prima nascosti dal verde clorofilliano. Le piante infatti, oltre alla clorofilla, producono altri pigmenti quali carotene e antociani che, con la riduzione della clorofilla, si manifestano con i colori più diversi sull’apparato fogliare. Prima di cadere a terra le foglie completamente morte assumono poi un colore marroncino o grigio dovuto alla morte dei cloroplasti. Anche nei mesi invernali gli alberi seppure senza foglie, mantengono il loro fascino dato dall’intreccio dei rami e dalla corteccia che si colora; purtroppo questa bellezza viene da pochi percepita.
Vi sono però alberi sempreverdi, come il Corbezzolo (Arbutus unedo), che inizia a fiorire in inverno per dare frutti nell’autunno successivo. Questo piccolo albero o cespuglio, tipico dell’area mediterranea, offre così fiori, bianche a forma di campana, frutti, bacche rosse a maturazione riunite in grappoli, e foglie verdi tutto l’anno. Lo spettacolo migliore lo offre però proprio nei mesi invernali. È anche una pianta emblematica in quanto il Corbezzolo insieme all’orso che ne mangia i frutti, fa parte dello stemma della città di Madrid, così come un ramo di corbezzolo con due frutti, compare nello stemma della provincia di Ancona.
Tra le piante erbacee presenti con la loro fioritura anche in inverno, meritano una citazione le viole del pensiero, che rappresentano le protagoniste indiscusse del giardino invernale. Vengono piantate in piccoli gruppi, in vaso o direttamente nel terreno intorno a cespugli a foglia caduca, conferendo colore al giardino con fioriture che continuano anche sotto la neve. Tipico delle zone montane è il Bucaneve (Galanthus nivalis) una bulbosa che cresce sotto la neve e regala i primi fiori dell’anno, piccoli e bianchi, appena questa si scioglie.
In autunno e in inverno la natura, grazie al verde, mantiene dunque un suo fascino che va però assecondato con operazioni tipiche di questo periodo. In autunno i lavori hanno la funzione di preservare il verde dal freddo invernale, mentre al termine della stagione fredda i lavori sono preparatori al risveglio primaverile. Tali lavori possono essere così riassunti: protezione dal freddo; taglio e pulizia del prato; concimazione; semine, moltiplicazione e piantagioni; sfeltratura e arieggiamento; potature.
Protezione dal freddo
Per le piante sensibili al freddo, come possono essere i gelsomini, la protezione dal freddo si fa coprendoli con teli di plastica che devono essere trasparenti in quanto le piante, anche in inverno, hanno bisogno di luce. Quando le piante sono in vaso occorre sistemarle in angoli protetti, riparati dal freddo, oppure, se si ha la possibilità, spostarle in serre fredde o temperate. Nell’allestire queste serre bisogna avere l’accortezza di prevedere una o più finestre, sia per consentire lo scambio d’aria, sia per evitare il raggiungimento di temperature elevate durante le giornate soleggiate. Per le piante in vaso l’autunno è il periodo migliore per effettuare il cambio di contenitore. Per questa operazione occorre usare contenitori nuovi e terriccio di buona qualità.
Taglio e pulizia del prato
Altezza e frequenza del taglio dei tappeti erbosi sono legati alla tipologia degli stessi (ornamentali, per lo sport, ricreativi ecc.). In ogni caso vale la regola che negli ultimi tagli autunnali l’altezza deve essere maggiore di quella praticata in precedenza.
La pulizia del prato nel periodo autunno-vernino riguarda soprattutto la raccolta delle foglie che è legata al tipo di vegetazione arborea e arbustiva. Questa operazione è sempre necessaria in quanto la presenza delle foglie, come pure degli “aghi” delle conifere, porta a una riduzione della fruibilità del tappeto oltre che dell’aspetto estetico. Inoltre può comportare l’insorgere di malattie fungine per la creazione di un ambiente favorevole al loro sviluppo. Le attrezzature da impiegarsi vanno dai rastrelli e dalle scope metalliche manuali, ai soffiatori e agli aspiratori azionati da motore endotermico o elettrico, portati dall’operatore.
Su grandi superfici si impiegano invece rimorchi dotati di cassone entro cui vengono, tramite bocche di aspirazione, convogliate le foglie. Questa operazione di pulizia va ripetuta più volte in quanto la caduta delle foglie è graduale nel tempo e si protrae sino all’inverno. Le foglie raccolte possono costituire materia prima per la produzione di compost, oppure materiale di pacciamatura da porre alla base di alberi e cespugli.
Concimazione
La concimazione va attuata secondo un preciso programma basato su: determinazione della dose annuale di elementi nutritivi (kg/ha) in relazione alla specie e alla natura del terreno; scelta del fertilizzante da impiegare.
La dose annuale va frazionata nell’arco dell’anno in funzione del tipo di fertilizzante; in ogni caso, prima dell’inverno e alla fine del periodo invernale è bene effettuare una concimazione, rispettivamente, per difendere le piante dal freddo e per prepararle al rigoglio primaverile. Per ridurre gli interventi, sempre più si impiegano fertilizzanti a lenta cessione, specie per quanto attiene i concimi azotati.
La distribuzione dei fertilizzanti granulari, si effettua con carrelli trainati anche dagli stessi rasaerba semoventi oppure portati da trattrice. Si tratta di macchine dotate di una tramoggia dalla quale il concime arriva a uno o due dischi rotanti che provvedono allo spargimento.
Semine, moltiplicazioni e piantagioni
Il periodo autunnale si presta ad effettuare la semina di tappeti erbosi o anche, nel caso di prati degradati, ad eseguire trasemine, in modo da avere una pronta copertura erbosa all’arrivo della primavera. Le essenze per tappeto erboso appartengono quasi esclusivamente alla famiglia delle graminacee. Nelle aree a clima continentale si impiegano miscugli di semi delle specie microterme, e cioè di piante per le quali le temperature ottimali sono di 15°-25° C (Lolium, Festuca, Poa, ecc.). Nelle zone mediterranee a clima più caldo, le specie utilizzate appartengono alle macroterme che trovano le condizioni ottimali a temperature di 27°-35° C (Dichondra, Zoysia, Cynodon, ecc). Il terreno deve essere ben preparato e per la semina si impiegano macchine, accoppiate a trattrici, derivate da quelle agricole. Si possono usare anche seminatrici combinate che in una sola passata effettuano più operazioni: preparazione del terreno, semina e concimazione. Quando è richiesta una semina di qualità si ricorre a seminatrici specifiche per prato, generalmente semoventi. Per superfici ridotte la semina può essere eseguita manualmente. Al miscuglio di sementi viene aggiunta sabbia e torba e lo spargimento è bene farlo in due passate tra loro ortogonali.
Gli interventi di trasemina si fanno quando il tappeto è molto degradato (meno di 100 ricacci per m2). Le macchine più impiegate adottano una combinazione tra organi fenditori del terreno, tipo verticut, e organi per la semina.
L’autunno è anche il periodo per effettuare semina e moltiplicazione di diverse piante da fiore. Si può cioè eseguire in piena terra la semina di piante quali la Calendula, l’Elicriso, il Fiordaliso, ed anche preparare aiuole di bulbi a fioritura primaverile interrando il bulbi di Tulipani, Narcisi, Giacinti, Crochi. Nel mese di ottobre si possono preparare le talee di alcune essenze ornamentali da mettere poi a dimora in primavera. Tale preparazione può riguarda le talee di rose, utilizzando il legno vecchio ma anche quello della Lantana, della Bouganville, dell’Ortensia e della Camelia. Queste talee, dopo averle immerse nella soluzione dell’ormone radicante, vengono interrate per pochi centimetri entro contenitori riempiti con una miscela, in parti uguali, di sabbia e torba.
Altre operazioni che vengono eseguite in autunno o a fine inverno sono la piantagione e il trapianto di alberi. In autunno, in caso di alberi a foglia caduca il periodo ottimale si ha quando le foglie cominciano a cadere; per le conifere invece il mese migliore è quello di settembre, mentre fine inverno e primavera rappresentano il periodo ottimale per i cipressi e le latifoglie sempreverdi. È bene che le piante da mettere a dimora abbiano il “pane di terra”. Le buche entro cui collocare le piantine possono essere eseguite manualmente; per alberi di certe dimensioni la buca viene realizzata con macchine specifiche o con la benna dell’escavatore.
Per effettuare il trapianto meccanico degli alberi, le attrezzature impiegate sono di due tipi: zollatrici, essenzialmente usate in vivaio che operano il solo espianto di alberi con zolla di terra; estirpatrici-trapiantatrici che, oltre eseguire l’espianto effettuano anche la messa a dimora della pianta.
Queste macchine possono essere portate dall’attacco a tre punti di una trattrice, operando con completo azionamento idraulico, o anche essere di tipo semovente con comandi completamente oleodinamici. Dopo la messa a dimora degli alberi occorre salvaguardarne l’attecchimento e la crescita mettendo tutori allo scopo di ridurre il rischio di danni che possono essere causati da forti venti.
Sfeltratura e aerazione
Nel corso degli anni nel tappeto erboso si forma uno strato di feltro, dovuto all’accumulo causato dalla non completa decomposizione delle foglie e degli steli residui del taglio dell’erba. Quando lo strato diventa eccessivo e compatto, viene a ridursi la permeazione dell’aria e dell’acqua nel terreno. L’operazione di sfeltratura, che ha lo scopo di ripristinare le condizioni iniziali, può essere eseguita già a partire dalla fine del mese di febbraio. In alcuni casi può essere sufficiente l’azione di una scopa metallica o di un rastrello o anche di un erpice a denti. Diversamente si ricorre alle macchine sfeltratrici, il cui organo di lavoro è costituito da un rotore, ad asse orizzontale, sul quale sono montati coltelli o lame di varia forma. Questi utensili, ruotando durante l’avanzamento della macchina, effettuano tagli profondi 20-30 mm a intervalli regolari e asportano il feltro.
L’operazione di aerazione si effettua quando il terreno è eccessivamente compatto per cui si creano condizioni di asfissia dell’apparato radicale e mancanza di penetrazione dell’acqua. Gli interventi consistono nel praticare un drenaggio verticale effettuando forature o carotature sino a profondità di 100-150 mm e anche oltre. Su piccole superfici si può operare con attrezzi manuali; diversamente si impiegano macchine il cui organo di lavoro è costituito da fustelle, a forma cilindrica, che vengono fatte penetrare nel terreno. Queste possono essere piene (macchine foratrici) o vuote (macchine carotatrici) che, oltre effettuare il foro, asportano anche la carota di terra. Dopo l’intervento di aerazione è necessario distribuire un sottile strato di un miscuglio di sabbia e torba. L’operazione su piccole superfici può essere eseguita manualmente con il supporto di un rastrello, oppure impiegando carrelli spandisabbia trainati o portati.
Potature
Nel mese di febbraio, se non sono previste forti gelate, si può effettuare la potatura delle rose, oltre che di alcune specie di piante da fiori. Per le piante che fioriscono a pieno inverno, come la Forsythia la potatura in questo periodo va evitata e va rinviata a dopo la fioritura, in quanto la produzione dei fiori si ha sui rami dell’anno precedente per cui, anticipando il taglio a prima della fioritura, si rischia di eleminare gran parte delle gemme a fiore. Le piante che fioriscono in estate invece, producono i fiori sui rami nuovi per cui la potatura si effettua a febbraio o a marzo.
Sempre in questi mesi si eseguono interventi di potatura sulle siepi e sugli alberi ornamentali. Per la potatura delle siepi sempreverdi, gli strumenti utilizzati sono le forbici, le cesoie e i tosasiepi. Le forbici di potatura consentono tagli di rami con diametro non superiore a 10-15 mm; per rami di diametro maggiore si ricorre alle forbici pneumatiche che riducono la fatica in tutte le condizioni. Le cesoie possono avere impugnatura normale oppure impugnatura con lunghe leve che consentono di esercitare una maggiore forza di taglio. Le macchine tagliasiepe possono essere azionate da motore endotermico o elettrico.
L’appartato di taglio può essere inclinato da 0° a 90°, in modo da permettere tagli con differente inclinazione. Possono essere dotate di impugnatura con prolunga telescopica, che permette l’effettuazione di tagli anche ad altezza elevate. La potatura degli alberi invece è legata alla loro dimensione e sviluppo e può richiedere il ricorso a motoseghe oltre che a piattaforme elevatrici. I rami derivanti dalle potature possono essere trattati con macchine cippatrici, di cui il mercato offre modelli adatti a tutte le condizioni di lavoro.