Capraia Smart Island, un modello di economia circolare
Capraia ha ospitato lo scorso maggio un summit di esperti per far "circolare" le idee e l'economia. Con questo primo incontro, avvenuto tra tecnici di chiara fama, amministrazioni e popolazione, l'isola si candida a divenire un modello di economia circolare attraverso un virtuoso processo partecipativo. Tra i diversi ambiti in cui operare, quello del rilancio di un'agricoltura sostenibile nei terrazzamenti a rischio di degrado è uno dei più interessanti e promettenti. In tale ottica la meccanizzazione potrà fornire un valido contributo con tecnologie adeguate al contesto locale
Nel Parco nazionale dell’arcipelago Toscano, cuore del Santuario dei Cetacei, Capraia è forse l’isola più selvaggia, ma già da qualche anno è in grado di soddisfare l’intero fabbisogno di energia elettrica di residenti e turisti con un impianto dell’Enel alimentato a biodiesel. Il progetto ha richiesto anni di sviluppo e progettazione ed ha comportato investimenti per circa 2,5 milioni di euro, oltre alla cooperazione di numerose imprese di rilevanza internazionale e nazionale per forniture e montaggio. Oggi la centrale – costituita da 4 generatori per una potenza complessiva di 2 MWe – è in grado di fornire elettricità in bassa tensione alle 467 utenze dei residenti dell’isola con punte estive di circa 3.000 presenze. Un buon punto di partenza per orientare verso la massima sostenibilità ambientale anche altri settori produttivi dell’isola.
Da questi presupposti nasce il progetto Capraia Smart Island che, pur puntando molto in alto, parte dal basso, attraverso un processo di partecipazione che ha coinvolto in primis gli abitanti del luogo. Molti residenti hanno, infatti, deciso di impegnarsi per una progressiva “decarbonizzazione” dell’economia locale operando non solo (come già è stato fatto) sul piano energetico, ma estendendo l’interesse alla gestione sostenibile dell’edilizia, dell’agricoltura, della pesca, del turismo, della mobilità interna; dando un ruolo primario alla raccolta, allo smaltimento e al riutilizzo dei rifiuti e all’ottimizzazione del servizio di reperimento, distribuzione e consumo dell’acqua. Trattandosi di un’isola, fondamentale in quest’ottica è l’eco-porto: sia come struttura di servizio che tutto accoglie e raccoglie, sia come biglietto da visita verso il mondo esterno. Inoltre molto si farà per rilanciare l’assetto rurale dell’aspro territorio capraiese dove splendidi terrazzamenti da sempre caratterizzano il paesaggio.
Per lungo tempo e fino a qualche decennio fa l’agricoltura ha giocato un ruolo centrale nell’economia isolana, con la produzione di olio, vino, frutta e ortaggi. Nel 1873 il Comune di Capraia ha ceduto al Ministero dell’Interno circa 550 ettari per fondare una Colonia Penale Agricola dove i reclusi scontavano le proprie pene attraverso il lavoro nei campi con indubbie ricadute positive sul territorio. Con la chiusura della Colonia Penale, avvenuta nel 1986, si è verificato un fenomeno inesorabile di abbandono dei terreni al punto che l’attività agricola nei primi anni ‘90 risulta totalmente scomparsa. Nel 2008, dopo un iter giudiziario di oltre 20 anni, la Corte di Cassazione ha stabilito la destinazione ad “usi civici” di un’area di ben 500 ettari dove insisteva la dismessa Colonia Penale. In seguito molti terrazzamenti dell’ex Colonia, oltre 100 ettari, sono stati affidati in uso ai capraiesi che ne hanno fatto richiesta per esercitarvi attività agricola. In tali appezzamenti giovani imprenditori stanno rilanciando l’agricoltura per soddisfare il fabbisogno locale con produzioni orientate al biologico, essenze endemiche e protocolli ecosostenibili.
In tale ottica, il progetto Capraia Smart Island intende orientare l’agricoltura dell’isola inquadrandone lo sviluppo nell’ambito dell’economia circolare puntando sulla massima sostenibilità, anche attraverso approcci innovativi quali ad esempio biochar, compost, teli pacciamanti, sovesci, fertilizzazioni organiche, biostimolanti, uso di molecole attive naturali e più in generale prodotti da tecnologie afferenti la Chimica Verde.
Inoltre, l’isola presenta una serie di caratteristiche geopedoclimatiche per cui il lavoro nei campi può essere agevolato e reso meno impattante da macchinari appositamente progettati per versanti scoscesi o dove le pendenze sono state attenuate con la creazione di terrazzamenti. In tali ambiti il ricorso a tecnologie specifiche per la lavorazione del suolo può garantire una maggiore conservazione della fertilità. Per esempio, una sperimentazione di qualche anno fa condotta dall’Università di Palermo (Prof. Felice Pipitone) sulle isole di Pantelleria e Salina ha evidenziato che l’impiego di una vangatrice innovativa al posto di un tradizionale motocoltivatore può ridurre sensibilmente la polverizzazione del suolo (soprattutto se di origine vulcanica) che mantiene così una buona capacità di immagazzinamento dell’acqua. Sempre in riferimento alla risorsa idrica, fattore limitante per molte colture in contesti insulari del mediterraneo, una ricerca scientifica (svolta i tecnici del Laboratorio per l’Innovazione di FederUnacoma e di Caleidos Group) ha consentito di progettare un robot (il Rover Water) in grado di captare l’umidità dell’aria per poi effettuare delle irrigazioni selettive individuando gli esemplari più bisognosi di un supporto. Per far questo il robot si avvale di tecnologie che, grazie all’elaborazione di dati ricevuti dai satelliti, consentono di localizzare sia i luoghi dove intercettare meglio il vapore acqueo sia lo stato di salute delle piante. Capraia, in questa ricerca di totale equilibrio tra le attività antropiche e il territorio, può diventare un vero e proprio laboratorio di economia circolare, un modello virtuoso replicabile sia sulle isole minori del Mediterraneo, sia su scala globale.
Per promuovere questa iniziativa è stato creato un apposito gruppo di lavoro composto da Chimica Verde Bionet (CVB), ITABIA (Italian Biomass Association), Kyoto Club e Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del CNR. Il gruppo sta già operando in sinergia con esperti dei diversi settori coinvolti, inclusa la DG Energy della Commissione Europea. Questa collaborazione ha permesso di delineare una visione armonica del progetto, capace di connettere le risorse esistenti e potenziali alle esigenze della Smart Island. Si tratta di investire con spirito pioneristico (anche se in giro per il mondo è già stato sperimentato positivamente ogni singolo intervento) su una strategia integrata che possa garantire soluzioni significative in grado di rivoluzionare gli stili di vita degli abitanti e degli ospiti e, da parte degli amministratori, il modo di gestire risorse e servizi. Sfide che, se vinte, potranno migliorare la gestione delle risorse ambientali e soprattutto la qualità della vita, con conseguenti e non secondari vantaggi economici.
Come prima azione, il 27 e 28 maggio 2017, un Panel di tecnici appartenenti alle maggiori associazioni verdi, enti di ricerca, università italiane e imprenditori, ha trascorso un week end a Capraia per dare vita a un’officina di idee sulla bioeconomia. Dopo il primo incontro, avvenuto sul traghetto diretto all’isola, si è svolto un convegno di informazione rivolto alla popolazione locale. In seguito, gli esperti convenuti si sono divisi in gruppi di lavoro sui vari focus individuati: Energia, Mobilità sostenibile, Efficienza energetica degli edifici, Rifiuti, Agricoltura, Pesca ed Ecoporto per individuare una serie di progetti pilota. Nel team di progetto sono presenti anche consulenti specifici per poter meglio attingere ai finanziamenti europei, nazionali e regionali.
Il Progetto Capraia Smart Island al momento ha ricevuto il Patrocinio del Comune di Capraia Isola, del Parco dell’arcipelago Toscano, dell’Accademia dei Georgofili e del Coordinamento Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica (FREE). È intendimento degli organizzatori promuovere ogni anno un convegno per rendere conto agli isolani e alle istituzioni dei lavori realizzati e dei risultati ottenuti. Infine nel 2020 Capraia ospiterà un convegno internazionale tutto rivolto alle Smart Island.
Progetto Smart, tutti i settori collegati
Pesca - Sviluppata la pesca costiera e anche l’ittiocoltura di qualità per l’allevamento a mare di orate e branzini (circa 15.000 unità/anno) di cui si rifornisce la Coop Firenze.
Possibili innovazioni: Pesca sostenibile, impiego di vassoi, cassette, etichette e altro materiale in biofoam biodegradabile e compostabile, recupero e riciclo delle reti da pesca logorate.
Acqua - In mancanza di adeguate opere di captazione, regimazione e raccolta delle acque piovane, le carenze del sistema idrico capraiese (in particolare nei mesi estivi) vengono mitigate da un impianto di dissalazione di acqua marina.
Possibili innovazioni: ripristino e implementazione dei sistemi di captazione e accumulo delle acque piovane (canali, vasconi, cisterne), riducendo il ricorso alla desalinizzazione che necessariamente comporta dei costi.
Edilizia - Su 361 abitazioni in 233 vivono stabilmente i capraiesi le restanti sono seconde case. La casa tipica capraiese risale al ‘700 ed è costituita da tre ambienti che si sviluppano in verticale. Ogni casa era dotata di propria cisterna per l’acqua piovana raccolta dai tetti.
Possibili innovazioni: razionalizzazione energetica attraverso audit energetici, realizzazione di studi di fattibilità, attivazione di strumenti finanziari.
Porto - Quello di Capraia è un porticciolo racchiuso tra il molo nord di circa 140 m ed il molo sud di circa 100 m.
Possibili innovazioni: ecoporto, gestione efficiente dei rifiuti prodotti dalle unità da diporto, uso razionale dell’acqua dolce di origine meteorica, illuminazione notturna da FER, strutture mercato ittico locale in bioedilizia, area FORSU specifica.
Mobilità - I mezzi di trasporto sull’isola e per l’isola potrebbero gradualmente passare dall’uso di carburanti fossili a vettori energetici rinnovabili.
Possibili innovazioni: utilizzo di motori elettrici per auto e moto, diffusione di bici a pedalata assistita, possibile impiego di biodiesel in miscela con carburante per traghetti, ecc.
Energia - Capraia è in grado di soddisfare con la centrale a biodiesel il fabbisogno di elettricità delle utenze con punte estive di circa 3.000 presenze.
Possibili innovazioni: ulteriore sviluppo delle FER anche in campo termico ed in relazione alle opportunità offerte dal recente “Decreto Fonti Rinnovabili per le Isole Minori” del MiSE.
Rifiuti - L’attuale gestione dei rifiuti andrebbe efficientata nell’ottica di un contenimento a monte della loro produzione e a valle una differenziazione più spinta per consentire un maggiore riciclo delle materie anche a scopi energetici.
Possibili innovazioni: raccolta con cassonetti intelligenti, tariffa puntuale, differenziazione FORSU e digestione anaerobica, compostaggio del digestato e biochar da ramaglie (miscelabili come ammendanti per il suolo).