Benessere in stalla, condizione irrinunciabile per la moderna zootecnia
La cura delle bovine da latte, nell’alimentazione come nella gestione della stalla, è fondamentale per rendere gli allevamenti redditizi. È l’indicazione emersa da due convegni zootecnici tenutisi ad Agrilevante
Il benessere animale è l’irrinunciabile frontiera della moderna zootecnia. Non a caso proprio sul benessere delle specie allevate Agrilevante, che quest’anno per la prima volta dà ampio spazio a rassegne zootecniche, ha ospitato due convegni. Spiegare quanto il benessere animale e le produzioni etiche possano essere strategici per differenziare e valorizzare le produzioni zootecniche è stato il tema affrontato dalle Edizioni L’Informatore Agrario nell’incontro, moderato dal direttore Antonio Boschetti, “Quanto vale il benessere in stalla?”, svoltosi nella giornata di venerdì 11 ottobre. Per il presidente dell’Associazione regionale allevatori della Puglia, Piero Laterza (egli stesso titolare di un’azienda bovina da latte a Noci - Bari), il benessere vale tantissimo e varrà sempre di più sul mercato. «La Puglia, che è la prima regione nel Mezzogiorno e la quarta in Italia per importanza della zootecnia - ha detto Laterza - può realizzare a buon diritto tutte le condizioni di garanzia del benessere in stalla. Gli allevatori pugliesi mandano gli animali al pascolo, consentendo loro non solo di alimentarsi direttamente negli erbai autunno-primaverili ma anche di sgambare, vivere all’aria aperta e rafforzare le proprie difese immunitarie. In secondo luogo, grazie alla zootecnia estensiva praticata, riescono a garantirsi attraverso la produzione aziendale di foraggi almeno il 70% dell’approvvigionamento annuo. Infine, poiché gli allevamenti pugliesi sono in larga prevalenza di tipo familiare, il rapporto fra allevatori e animali è molto stretto: li curiamo al massimo delle nostre capacità, assicurando a essi le migliori condizioni di vita possibili». Benessere in stalla significa rispettare l’etologia della vacca per migliorarne produzioni e ricavi, ha aggiunto Alessandro Fantini, libero professionista. Mentre Raffaele Luigi Sciorsci dell’Università di Bari ha evidenziato che l’uso razionale dei farmaci riduce i costi e rispetta la vacca e Guido Visentin di Anafi che la selezione genetica punta a ottenere Frisone più resistenti.
La produzione di foraggi è stata invece al centro del convegno “Qualità partendo dal campo” organizzato nella stessa giornata di venerdì 11 ottobre da AIA e Ara Puglia, introdotto da Eros Gualandi, presidente della Cooperativa “Il raccolto” di Bologna, presentando applicazioni della tecnologia nella loro coltivazione. «L’alimentazione delle bovine con foraggi di alta qualità è garanzia non solo di benessere ma anche di produzione di latte sostenibile», ha evidenziato Giorgio Borreani, docente dell’Università di Torino. «A patto – ha precisato Igino Andrighetto, docente dell’Università di Padova – che i foraggi non siano troppo teneri e si aggiunga paglia se necessario, perché i bovini sono ruminanti e devono ruminare». Infine Gianluca Battaglia dell’Ufficio Informatico di AIA ha presentato il Progetto Si@llEvA® Mobile «che permette di registrare velocemente tutte le informazioni che l’allevatore osserva mentre si trova in stalla, a contatto diretto con gli animali, consentendo l’inserimento di dati sul suo dispositivo mobile per poi utilizzarli appunto su Si@llEvA desktop».