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Azerbaigian, l'agricoltura premia il Made in Italy

A partire dal 2003, anche grazie allo sfruttamento di gas e petrolio, l'economia azera ha conosciuto un lungo e intenso periodo di crescita. Ruolo centrale per l'agricoltura, che beneficia di incentivi e fiscalità agevolata. Nel 2013 boom per l'export di macchine agricole italiane

di Giovanni M. Losavio
Marzo - Aprile 2014 | Back

In vista dell'edizione 2014 di AgriHort, la rassegna agricola di riferimento per la regione del Mar Caspio – la manifestazione è programmata a partire dal 22 al 24 maggio a Baku, in Azerbaigian – lo scorso 19 marzo FederUnacoma ha organizzato un seminario di approfondimento dedicato proprio alle opportunità commerciali nell'ex Repubblica sovietica. Nel corso dell'incontro, al quale hanno partecipato importanti rappresentanti di enti finanziari (Banco Popolare e Simest) e assicurativi (Sace), oltre all’Istituto per il Commercio Italo-azero (Itazercom), è stato fatto il punto sulle possibilità di investimento che l'Azerbaigian offre alle imprese italiane della meccanizzazione agricola e sui principali strumenti a sostegno dell'internazionalizzazione (tra cui: assicurazione del credito e finanziamenti a tasso agevolato).

 

Una crescita impetuosa

Superata, ma non archiviata del tutto, la difficile situazione socio-economica causata alla guerra del Nagorno-Karabakh (1992-1994), in seguito alla quale l'Azerbaigian perse il controllo su circa un sesto del proprio territorio, a partire dal 2003 l'economia azera ha vissuto un intenso periodo espansivo. Il Pil nominale, ad esempio, tra il 2003 ed il 2011 è quasi decuplicato (da 7,3 a 63,4 miliardi di dollari) mentre nel quadriennio 2010-2013 il Pil reale è stato sempre in crescita (+2,7% lo scorso anno). Nello stesso periodo il Pil procapite (a parità di potere d’acquisto) è risultato sempre in aumento fino a superare quota 6.400 dollari nel 2013. Stando ai dati resi noti da Itazercom nel corso del seminario, la crescita così vigorosa del Paese caucasico deriva da una politica fiscale favorevole agli investimenti ma, soprattutto, dallo sfruttamento e dall'esportazione delle materie prime, specie gas e petrolio, presenti in gran quantità nel sottosuolo. Basti pensare che durante la seconda guerra mondiale il petrolio azero fu decisivo per sostenere lo sforzo bellico dell'Urss e che all'epoca esso rappresentava addirittura l'80% di tutto quello estratto nell'allora Unione Sovietica.

 

Agevolazioni fiscali e variabilità climatica, l'agricoltura azera tira la volata

Petrolio e gas, tuttavia, non sono le uniche risorse naturali su cui può fare leva l'economia azera; un ruolo di primo piano spetta anche al settore primario dove è impiegato il 40% della forza lavoro locale (il 47% della popolazione risiede in zone rurali). L'Azerbaigian infatti può vantare una superficie coltivabile pari, secondo dati della Banca Mondiale, al 57,7%, della sua estensione totale ed una significativa varietà di aree climatiche compatibili con diversi tipi di colture. In evidenza è soprattutto il grano, che, con una quota del 64,1% (pari a oltre 1,8 milioni di tonnellate prodotte in un anno) costituisce il principale segmento produttivo dell'agricoltura azera. Di recente altre coltivazioni hanno acquisito un peso maggiore. È il caso delle patate, la cui produzione in volume nel 2013 è aumenta del 2,5%, della frutta (+5,3%), della barbabietola da zucchero (+3,2%), dell'uva (+2,1%). Complessivamente, nel 2013 il valore della produzione agricola lorda ha messo a segno un corposo +4,9% rispetto all'anno precedente. D'altro canto, lo sviluppo del comparto è una delle azioni strategiche principali fissate dal Governo azero, che nel 2008 ha promosso due importanti strumenti operativi: il “Programma statale per la fornitura affidabile di prodotti alimentari alla popolazione 2008-2015”, seguito dal “Programma statale per lo sviluppo della viticoltura nel Paese – 2012 – 2020”. Oltre ai piani d'azione più strutturati, l'agricoltura azera trae beneficio da importanti misure di incentivazione (tra cui: fondi nazionali per il supporto alla piccola impresa, prestiti agevolati, servizi finanziari per la micro e piccola impresa) e da un regime fiscale molto favorevole. Così favorevole da non richiedere il pagamento né di imposte (tranne quelle di proprietà sui terreni) né di dazi doganali, e neanche dell'Iva su prodotti o su attrezzature specifiche importate, quali macchinari, sementi, attrezzature per il trattamento del latte e quelle per la lavorazione del pollame.

 

Meccanizzazione: boom per l'export italiano

La natura delle agevolazioni fiscali previste dal Governo azero indica chiaramente come tra le priorità vi sia quella di rendere il sistema agricolo più produttivo e funzionale, anche promuovendo il rinnovamento di macchine, impianti ed attrezzature. E su questo fronte le aziende dell'Azerbaigian possono contare sul sostegno di Agroleasing, una società che acquista con fondi statali mezzi ed attrezzature agricoli, per poi rivenderli o concederli in leasing ai privati, a fronte del pagamento anticipato del 20% del prezzo del bene (il restante 80% viene corrisposto nei successivi dieci anni). Sempre secondo i dati diffusi da Itazercom, gli acquisti finanziati da Agroleasing sino al 2012 hanno interessato ben 9.452 macchine. Complessivamente, il parco macchine risulta composto (statistiche al 2012) da oltre 21 mila trattrici e da più di 1.700 mietritrebbie, cui si aggiungono più di 3.000 aratri, circa 900 coltivatori e 1867 seminatrici. Al riguardo, è interessante notare come negli ultimi vent'anni la produttività dei mezzi meccanici impegnati nelle campagne azere sia aumentata sia per le motrici – nel 1990 una trattrice era in grado di lavorare su 39 ettari, nel 2012 su ben 78 – sia per le attrezzature. Il che sembrerebbe pertanto indicare un progressivo rinnovamento delle tecnologie utilizzate nel settore primario. Il Paese può dunque costituire un interessante mercato di sbocco per i costruttori italiani. Infatti, se è vero da un lato che le nostre esportazioni di macchine agricole nel Paese caucasico rappresentano ancora una quota residuale sul totale dei mezzi esportati, è altrettanto vero che nel 2013 l'export delle nostre imprese sulle sponde del Mar Caspio ha registrato un vero e proprio boom, oltrepassando la soglia record dei 7,5 milioni di euro (dati FederUnacoma su elaborazione Istat). Per il made in Italy, dopo la pesante battuta d'arresto del 2012 (-50% circa sul 2011), si tratta del valore più elevato mai raggiunto in Azerbaigian negli ultimi dieci anni. E la prossima edizione di AgriHort, ormai imminente, potrebbe essere un'occasione propizia per consolidare e migliorare tale primato, e a sottolineare la presenza italiana nel Paese, FederUnacoma realizzerà, in collaborazione con Itazercom, una collettiva proprio durante la tre giorni di Baku.

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