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Tecnica

Pacciamature con film plastico per una migliore gestione colturale

Diffusamente adottata ormai da qualche tempo, la pacciamatura è un’ottima soluzione per ridurre gli input produttivi, riuscendo anche ad aumentare la resa. L’industria meccanica realizza seminatrici che contestualmente possono essere attrezzate per stendere il film pacciamante. Oltre che nel settore ortofrutticolo, più di recente la pacciamatura si è diffusa nella semina di graminacee, in particolare il mais, specialmente con film in cellulosa biodegradabile trasparente, forato in concomitanza dei semi per garantire la miglior emergenza della plantula

di Daniela Lovarelli
giugno 2020 | Back

Tra le diverse anomalie meteorologiche, il cambiamento climatico in atto comporta anche una diminuzione degli eventi piovosi, con un contestuale aumento della loro intensità. Parimenti, le temperature sono mediamente più miti, ma soggette a sbalzi repentini, con gelate tardive e all’opposto ondate di caldo. Tutto ciò provoca rese produttive incerte, che non aiutano gli agricoltori nelle più corrette scelte colturali.

D’altra parte, le richieste del mercato sono sempre più orientate verso prodotti di qualità, spesso anche biologici, in quantità adeguata per soddisfare la domanda del consumatore. L’agricoltore è quindi messo sotto pressione da molteplici punti di vista, e la miglior gestione della sua attività non può prescindere da adeguati supporti tecnologici e segnatamente meccanici, anche per ampliare le finestre di disponibilità dei prodotti sul mercato.

In particolare, la semina di orticole in serra, quella anticipata in pieno campo con pacciamatura sempre per le orticole (ma anche per la frutta e i cereali), sono tra i primi interventi da realizzare per limitare la pressione negativa causata dalle condizioni climatiche avverse.

La possibilità di pacciamare i terreni permette di ridurre la quantità di input produttivi, creando in tal modo un microclima più mite e protetto per la pianta, che permette di anticipare la semina e di trattenere l’umidità del terreno. Più nel dettaglio, l’anticipo della semina permette di avviare la crescita della pianta in condizioni più favorevoli rispetto al clima di pieno campo, con cicli produttivi più lunghi, colture maggiormente resistenti e/o meno sensibili ai patogeni e in grado di contrastare efficacemente la competizione radicale e di nutrienti con le infestanti. Rispetto all’umidità del terreno, il punto più importante è viceversa quello di evitare lo stress idrico, date le sempre più elevate temperature che caratterizzano le ondate di caldo anomalo delle più recenti stagioni estive.

 

La pacciamatura

I film plastici di colore nero sono quelli che nel recente passato sono stati maggiormente adottati, per il loro efficace effetto riscaldante del terreno e ovviamente per il contrasto alla diffusione delle infestanti. Orientamenti più recenti vedono però una progressiva diffusione di film dai colori più chiari e/o in materiale biodegradabile, che risultano indicati per ovviare agli stress termici (possibili con i film neri), che possono essere pericolosi in caso di trapianto, specie nelle primissime fasi di crescita della piantina.

Vengono spesso adottati teli foto-riflettenti (gialli, argentati o bianchi) in grado di bloccare più del 90% della radiazione fotosinteticamente attiva (il PAR, ovvero quella frazione compresa tra 400-700 nm di lunghezza d’onda), mentre sono permeabili all’infrarosso, permettendo al terreno di rimanere più fresco in estate, con minor stress termico a carico dell’apparato radicale e del colletto. In particolare, la radiazione incidente è in gran parte riflessa, favorendo il fenomeno della condensazione dell’acqua sotto il film, con la creazione di un ambiente umido prolungato e risparmio di acqua per l’irrigazione. Un interessante esempio di film pacciamante è quello a colori differenziati sui due lati: quello nero viene posato verso il terreno assicurando la trattenuta dell’umidità e l’inibizione della crescita di infestanti, mentre quello bianco sul lato opposto garantisce un’elevata quantità di luce a disposizione per aumentare la fotosintesi della parte aerea e, come accennato, per limitare gli stress termici alla pianta, grazie all’effetto foto-riflettente.

I film che si adottano per la pacciamatura invernale hanno invece logicamente colori più scuri, prevalentemente rosso e marrone, poiché finalizzati a far passare l’infrarosso, per scaldare il terreno, limitando lo stress da freddo alle piante trapiantate, in particolare a radici e colletti. Questi film non sono generalmente biodegradabili, anche se si stanno diffondendo materiali biodegradabili per i settori orto-frutticolo e cerealicolo.

 

I benefici dei film biodegradabili

Il materiale principalmente adottato per il film pacciamante biodegradabile è il Mater-Bi, a base di amido di mais, che in tal modo è anche compostabile, quindi compatibile con un’agricoltura a basso impatto ambientale. La produzione segue degli standard produttivi ben definiti (CEN EN 13432 e DIN 54900) e la completa biodegradabilità ne ha permesso l’inclusione tra i prodotti ad azione specifica dettati dall’all. 6 del D.Lgs. 217/06. Non sono infatti necessari né il recupero né lo smaltimento, poiché il Mater-Bi si degrada in circa 4-5 mesi, ad opera dei microrganismi del terreno, prima della stagione fredda. Rimangono solamente sottili strisce laterali di materiale, che sono interrate dai dischi durante la posa e successivamente degradate entro la stagione seguente.

 

Le seminatrici-pacciamatrici

Le seminatrici che contestualmente possono essere attrezzate per stendere il film pacciamante sono disponibili principalmente per il settore orticolo in serra e orto-frutticolo in pieno campo.

Tra le soluzioni più innovative si trovano per esempio i modelli della Forigo Roteritalia di Ostiglia (MN), a funzionamento integralmente elettrico. Si tratta di una soluzione interessante, perché in tal modo ci si svincola dall’impiego della pdp del trattore, il che potrebbe comportare un maggior livello di sostenibilità ambientale, ad esempio qualora si sfruttasse energia elettrica prodotta a partire da fonti rinnovabili. Il film pacciamante viene steso contestualmente alla semina, tramite dei dischi o vomeri interratori che coprono lateralmente il bordo del film per tenerlo ben saldo sopra la superficie del terreno.

In ogni singolo elemento, il distributore rilascia i semi in corrispondenza del dispositivo che perfora il film. Alcuni modelli sono abilitati al protocollo di comunicazione CAN-BUS, in modo da ottimizzare le diverse fasi di semina e pacciamatura. Il distributore dei semi è fissato sul singolo modulo così che si possa raggiungere un elevato livello di precisione e accuratezza nel controllo del numero di semi sulla fila; in tal modo, la macchina si può adattare a numerose colture differenti, regolando distanza e profondità di deposizione dei semi.

I film pacciamanti possono essere in polietilene a bassa densità o in Mater-Bi, del colore (bianco, nero, trasparente, ecc.) e dello spessore (intorno a 15-50 µm) più adatti alle specifiche esigenze.

Concettualmente simili, altre seminatrici-pacciamatrici principalmente utilizzate per orticole, frutteti e vigneti prevedono contestualmente alla stesura del film pacciamante anche una manichetta per la microirrigazione localizzata, in modo da ridurre i volumi irrigui, così come la presenza di altri accessori, quali ad esempio i microgranulatori localizzati.

Oltre che per il settore orto-frutticolo, più di recente la pacciamatura si è diffusa nella semina di graminacee, in particolare per il mais, specialmente con film in cellulosa biodegradabile trasparente, forato in concomitanza dei semi per garantire la miglior emergenza della plantula. La trasparenza mantiene fresco il terreno e trattiene l’umidità, limitando anche in questo caso gli interventi irrigui. Si tratta di macchine che possono essere adattate anche per orticole di pieno campo, abbinando vantaggiosamente la microirrigazione, per significativi risparmi idrici.

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