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Giardinaggio

Gardening: l'andamento meteo danneggia il mercato

Dopo un primo trimestre 2019 molto positivo, le vendite di macchine e attrezzature per il giardinaggio e la cura del verde hanno registrato cali costanti nel prosieguo dell’anno, a causa delle anomalie climatiche e meteorologiche. L’ondata di maltempo che ha caratterizzato il periodo autunnale comporterà un forte rallentamento delle manutenzioni facendo prevedere a fine anno un bilancio addirittura in calo rispetto al consuntivo 2018. Prospettive buone a medio e lungo termine, in conseguenza della crescita del verde nelle aree urbane, destinate ad inglobare anche territori rurali dove svolgere attività agricole e multifunzionali

a cura della Redazione
dicembre 2019 | Back

l’ondata di maltempo che ha colpito l’Italia in queste settimane avrà effetti negativi anche sul mercato delle macchine e attrezzature per il gardening e la cura del verde. Partito con un clamoroso incremento delle vendite nei primi tre mesi dell’anno (+29%) – dovuto ad un andamento della stagione particolarmente mite che ha visto l’anticipazione delle fasi vegetative delle piante e quindi della domanda di macchinario per le manutenzioni – il mercato italiano ha poi registrato cali costanti nel periodo primaverile ed estivo, e si teme possa chiudere il 2019 addirittura con il segno negativo. Questa la previsione fornita da Comagarden, l’associazione dei costruttori di macchine per il giardinaggio e la cura del verde, nel corso delle conferenza stampa tenutasi il 27 novembre a Milano. Già nel secondo semestre – è stato spiegato in conferenza – le vendite avevano subito un calo del 12%, a causa di uno slittamento in avanti dei fenomeni invernali  e quindi di un blocco delle attività di manutenzione. Stabilizzatosi nel corso dell’estate, il mercato registrava a fine settembre un incremento complessivo non superiore al 5,9% rispetto allo stesso periodo 2018, e la previsione per fine anno vedeva un’ulteriore contrazione con un consuntivo ridotto a +1,9%, con un dato negativo per i rasaerba tradizionali (-1,5%), e un dato positivo per le motoseghe e i decespugliatori, entrambi previsti in crescita dell’1,8%. Queste previsioni per fine anno si basavano sul monitoraggio del mercato in condizioni meteoclimatiche ordinarie – è stato spiegato nel corso delle conferenza – e sono dunque suscettibili di essere corrette a fronte della eccezionale ondata di maltempo che sta colpendo il Paese e che può comportare un diverso orientamento della domanda. «Fenomeni come le alluvioni, la tracimazione dei fiumi, le oscillazioni termiche, insieme con il verificarsi di precipitazioni nevose anticipate rispetto alla stagion – ha detto il presidente di Comagarden Renato Cifarelli – potrebbero causare uno stallo nelle vendite per alcune tipologie di mezzi adibite alle ordinarie manutenzioni, e invece stimolare la domanda di macchine come le motoseghe per interventi urgenti sui territori colpiti dalle alluvioni e per la messa in sicurezza delle aree nelle quali si trovano piante pericolanti». I fenomeni meteorologici hanno dunque influenza diretta sul mercato dei mezzi meccanici ed anche sulla localizzazione geografica della domanda, anche se il nostro Paese mantiene una differente predisposizione agli acquisti nelle diverse aree: complessivamente il Nord rappresenta circa il 55% del mercato delle macchine per il gardening, mentre il restante 45% risulta distribuito in modo pressoché equivalente fra Centro (22%) e Meridione (23%). Al di là delle variabili meteorologiche, e della loro influenza sull’andamento stagionale del mercato, il trend di lungo periodo appare favorevole, per l’importanza crescente che le manutenzioni verdi avranno soprattutto nei contesti urbani. Il presidente Cifarelli ha ricordato come l’espansione delle aree urbane sia un fenomeno globale, che interessa tanto i Paesi più sviluppati quanto quelli emergenti e in via di sviluppo. Nel 1950, a fronte di una popolazione mondiale di circa tre miliardi di individui, il 70% della popolazione viveva nelle aree rurali, e solo il 30% era concentrato nelle aree urbane; nel 2050, con una popolazione di nove miliardi di persone, il rapporto sarà esattamente invertito, con il 70% della popolazione mondiale concentrata nelle citta e nelle metropoli e solo il 30% distribuita nei territori rurali. «Il paesaggio urbano comprenderà ampie zone verdi e agricole, necessarie per garantire standard minimi di salute e qualità della vita alle popolazioni metropolitane – ha detto Cifarelli – e questo avrà riflessi significativi sulla domanda di macchinario specifico per le manutenzioni, per le attività multifunzionali, per le nuove forme di arredo urbano come il verde verticale, i giardini pensili e le bio-architetture».

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