Una forte sinergia tra industria, agricoltura e sistema del commercio e dei servizi. E’ questa la via per rafforzare il made in Italy agroindustriale e per affrontare le nuove sfide del mercato. Il messaggio è stato lanciato in occasione del convegno sul tema “Mercati globali e regionali: sfide e opportunità per l’industria della meccanica agricola”, tenutosi nell’ambito dell’assemblea annuale FederUnacoma (25 giugno, Zola Predosa Bologna). L’industria della meccanica agricola – è stato spiegato durante l’incontro - risente di tutte le variabili economiche che condizionano l’industria e di tutte quelle che incidono sull’agricoltura. Deve dunque fronteggiare uno scenario complesso, caratterizzato in questi anni dai costi delle materie prime, dai costi dell’energia, e insieme dall’anomalia climatica e dal basso livello dei redditi agricoli. Ma lo scenario appare oggi ancora più incerto, per i nuovi assetti geopolitici e per la nuova geografia dei commerci. E’ proprio su questi argomenti che si sono confrontati i relatori del convegno. «La doppia transizione e la sicurezza alimentare sono i temi in cima all'agenda delle imprese del settore. Tuttavia occorre tener presente che politiche di transizione impositive o con orizzonti temporali troppo brevi danneggiano il sistema produttivo. Auspichiamo che le nuove Istituzioni aprano una nuova stagione incentrata sullo sviluppo dell'attività d'impresa, archiviando scelte ispirate da atteggiamenti ideologici e antindustriali», ha detto il vicepresidente di Confindustria Maurizio Marchesini, aprendo i lavori.
Di strategie per lo sviluppo agricolo ha parlato il Vice Direttore Generale della FAO Maurizio Martina (in collegamento da Roma), che ha ricordato la funzione nevralgica del comparto per garantire la sicurezza alimentare, tornata di scottante attualità dopo la crisi del COVID e i conflitti militari scoppiati di recente, ma anche per preservare le risorse naturali e per assicurare la salubrità delle produzioni.
Tali politiche tuttavia non possono prescindere dall’attuale fase congiunturale, che – ha aggiunto Gabriele Pinosa, presidente di Gospa Consulting – è condizionata dal “risveglio inflattivo”. «Il fenomeno è determinato da una pluralità di fattori, legati in primo luogo al tramonto dell’iperglobalizzazione, che sta cedendo il passo alla regionalizzazione dei mercati con la conseguente riconfigurazione delle supply chain. Ma il “risveglio inflattivo” – ha spiegato Pinosa – è collegato anche ad eventi climatici e geopolitici estremi, alla transizione energetica, al nuovo modello economico di Cina e India, e al default inflattivo possibile solo in condizioni di repressione finanziaria».
In uno scenario così complesso, le imprese italiane possono comunque contare sulla proficua collaborazione e sul forte supporto dell’Agenzia ICE che, grazie alla sua struttura ramificata, è capace di operare in modo concreto nei più diversi contesti. «Attenzione particolare è dedicata dal Governo italiano e dall’Agenzia ICE al Piano Mattei e alle potenzialità che si aprono in Africa, un continente che sta affrontando un importante transizione verso la modernizzazione delle economie agricole. E’ fondamentale organizzarsi insieme con FederUnacoma e con il resto del sistema-Paese (Simest, Sace, CDP e istituzioni governative) – ha sottolineato il presidente dell’ICE Matteo Zoppas - per intercettare tutte le forme di investimento che gli organismi internazionali stanno prevedendo per lo sviluppo infrastrutturale del continente africano di cui con lungimiranza questo Governo ha saputo diventare capofila tramite il Piano Mattei. Tra le priorità individuate, la gestione delle risorse idriche e lo sviluppo delle superfici coltivabili, dell’efficacia ed efficienza delle produzioni agricole tramite le eccellenze tecnologiche offerte dall’agritech made in Italy, leader indiscusso del settore a livello mondiale».