(rinnovabili, veicoli elettrici, nucleare, smart grids, stoccaggio, biocarburanti, ecc.) sono stati pari a quasi 2.000 miliardi di dollari e sono quasi raddoppiati rispetto a quelli destinati a combustibili fossili quali carbone, gas e petrolio (poco più di 1.000 miliardi). Come si può facilmente immaginare la capacità di spesa per la transizione energetica è molto ridotta nei Paesi con economie emergenti e in via di sviluppo, mentre la Cina prevedibilmente investirà nei prossimi anni di più di USA ed Europa insieme. Tra tutte le rinnovabili elettriche, il fotovoltaico è certamente il settore che detiene il primato mondiale degli investimenti superando quelli di tutte le altre tecnologie messe insieme. Lo scorso anno, infatti, per l’energia solare sono stati spesi 500 miliardi di dollari grazie alla spinta data dal notevole calo dei prezzi dei moduli, mentre nella sfera dell’efficienza energetica è ancora più rilevante il contributo fornito all’ammodernamento tecnologico, alle reti di distribuzione e ai sistemi di stoccaggio che hanno beneficiato di oltre 1,200 miliardi di dollari. A livello globale le risorse necessarie ai citati investimenti provengono principalmente dal settore privato, in particolare dagli attori corporate (48%), ossia le imprese private. Seguono gli Stati e le imprese a partecipazione statale (37%), che giocano un ruolo importante nel sostenere finanziariamente il settore, soprattutto per quanto concerne progetti infrastrutturali strategici e di interesse pubblico. Una parte minore degli investimenti proviene dagli utenti privati (15%), principalmente attraverso l’acquisto di dispositivi energetici domestici come pannelli solari, sistemi di accumulo di energia e veicoli elettrici. Questo mix dato da risorse private e pubbliche sarà determinante nel facilitare il percorso verso la transizione energetica grazie a sistemi più performanti e a basse emissioni di carbonio. Per raggiungere l’obiettivo europeo del Green Deal si stima che saranno necessari 480 miliardi di euro all’anno sino al 2030 di investimenti addizionali. Gli USA non sono da meno, poiché la precedente amministrazione Biden ha stanments in clean energy (renewables, electric vehicles, nuclear, smart grids, storage, biofuels, etc.) amounted to almost USD 2 trillion and almost doubled compared to those allocated to fossil fuels such as coal, gas and oil (just over USD 1 trillion). As one can easily imagine, the spending capacity for energy transition is very limited in countries with emerging and developing economies, while China will predictably invest more in the coming years than the USA and Europe combined. Among all electrical renewables, photovoltaic is certainly the sector that holds the world record for investments, exceeding those of all other technologies put together. Last year, in fact, were spent on solar energy USD 500 billion thanks to the impetus given by the significant drop in module prices, while in the sphere of energy efficiency the contribution made to technological modernization, distribution networks and storage systems has been even more significant, having benefited by over USD 1.2 billion. At the global level, the resources needed for the aforementioned investments come mainly from the private sector, in particular from corporate actors (48%), meaning private companies. These are followed by states and state-owned enterprises (37%), which play an important role in financially supporting the sector, especially with regard to strategic and public interest infrastructure projects. A smaller share of investments comes from private users (15%), mainly through the purchase of domestic energy devices such as solar panels, energy storage systems and electric vehicles. This mix of private and public resources will be crucial in facilitating the path towards the energy transition thanks to more efficient and low-carbon systems. To achieve the European Green Deal target, it is estimated that EUR 480 billion per year of additional investments will be needed until 2030. The US is no exception, as the previous Biden administration allocated around USD 700 billion a year to energy transition subsidies through the Inflation Reduction Act (IRA). On this front, therefore, Europe 26 BIOECONOMIA Fotovoltaico: l'Italia ha 76.000 occupati, quarta in Europa dopo Germania, Polonia e Spagna. Obiettivo 100.000 occupati entro il 2028. Eolico: ad oggi, il settore eolico impiega circa 16.000 lavoratori. Si prevedono 73.000 nuovi posti di lavoro, suddivisi in 1/3 diretti e 2/3 indotto. Pompe di Calore: già oggi nel settore operano 139.000 installatori idraulici, ma servono nuove competenze. Si prevedono 40.000 nuovi addetti. Biogas e Biometano: ai circa 6.300 posti di lavoro diretti e indiretti, se ne dovrebbero aggiungere agli 8.000 con la filiera del biometano. Biomasse: gli attuali 70.000 operatori distribuiti sull’intera filiera legno-energia potrebbero raddoppiare valorizzando le filiere forestali nazionali. Idrogeno verde: nel complesso il numero di posti di lavoro nella filiera dell'idrogeno dovrebbe crescere di 300.000 unità al 2050. Crescita occupazionale in Italia nei prossimi 3-5 anni per alcuni settori FER (Rapporto FREE) Photovoltaics: Italy employs 76,000 people, fourth in Europe after Germany, Poland and Spain. Target 100,000 employed by 2028. Wind: At present, the wind sector employs approximately 16,000 workers. There are 73,000 new jobs anticipated, divided into 1/3 direct and 2/3 side-effect. Heat pumps: There are already 139,000 plumbers working in the sector today, but new skills are needed. Another 40,000 employees are envisaged. Biogas and Biomethane: the approximately 6,300 direct and indirect sector jobs should see a further 8,000 come in with the biomethane supply chain. Biomass: the current 70,000 operators distributed across the entire wood-energy supply chain could double by improving national forestry supply chains. Green hydrogen: Overall, the number of jobs in the hydrogen supply chain is expected to grow by 300,000 by 2050. Employment growth in Italy in the next 3-5 years for some RES sectors (Coordinamento FREE Association Report) BIOECONOMIA
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