Mondo Macchina Nr. 1-2 - Anno 2025

FOCUS FOCUS 44 di Domenico Pessina - DISAA Università di Milano Per diversi decenni, in parecchi areali di importanza mondiale alcune popolari specie cerealicole, in primis mais e riso, sono state coltivate in regime di monocoltura. Se per le sue particolarità di sviluppo, ovvero la crescita in sommersione per buona parte del suo ciclo, nel caso del riso tale scelta agronomica può essere giustificata, per ciò che concerne il mais da sempre la buona pratica consiglia di inserirne la coltivazione in una conveniente rotazione, che possa preservare l’equilibrio chimico, fisico e biologico del terreno. A causa della contestuale sparizione di fertilizzanti solidi di origine organica – in primis il letame – dovuta sostanzialmente alla cessazione dell’uso della paglia come materiale base della lettiera negli allevamenti zootecnici, l’apporto di sostanze nutritive per lo sviluppo delle colture si è spostato verso i concimi di sintesi e, quando disponibile, il refluo zooby Domenico Pessina - DISAA University of Milan For several decades, in several areas of global importance, some popular cereal species, primarily corn and rice, have been grown as monocultures. While this agronomic choice can be justified for rice due to its particular development characteristics, namely growth in submersion for a good part of its cycle, good practice has always recommended including corn cultivation in a suitable rotation that can preserve the chemical, physical and biological balance of the soil. Due to the simultaneous disappearance of solid fertilizers of organic origin, primarily manure, mainly due to the cessation of the use of straw as a basic material for bedding in livestock farms, the supply of nutrients for crop development has shifted towards synthetic fertilizers and when available, livestock waste in an eminently liquid form. It has not, however, had much Agricoltura rigenerativa, il ruolo della meccanizzazione Non è più sufficiente mantenere inalterato l’attuale stato di salute del terreno agricolo, ma è urgente ricostituire il suo miglior equilibrio chimico, fisico e biologico, compromesso da decenni di intenso sfruttamento. Con un’attenzione particolare all’ambiente e alla resilienza climatica del nostro pianeta

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