REPORTAGE EIMA 36 REPORTAGE EIMA no dimostrato che il processo di biodegradazione si conclude in meno di quattro mesi e incrementa del 60% la disponibilità di nitrati e di fosforo, riducendo così la necessità di somministrare fertilizzanti chimici. L’agrivoltaico continua a crescere. Sul fronte delle energie rinnovabili, a Bologna ITABIA ha sottolineato anche la grande opportunità di crescita dell’agrivoltaico anche in Italia. Sul territorio italiano si contano circa 1,6 milioni di impianti fotovoltaici e la loro diffusione razionale in specifici agroecosistemi è destinata a diventare più capillare grazie agli incentivi previsti dal PNRR, che ha messo a disposizione 1,1 miliardi. L’agrivoltaico offre dunque importanti prospettive di sviluppo ma – è stato evidenziato nel corso del workshop promosso sul tema “Meccanizzazione e sistemi agrivoltaici: problemi e opportunità” – è necessario che gli impianti (pannelli e strutture di sostegno) si integrino nel migliore dei modi con le colture, le macchine operatrici e il territorio. Per proporre dei modelli di sviluppo «dobbiamo capire tutti gli effetti dell’agrivoltaico sulle colture, sul microclima, sulla temperatura del suolo e comprendere pienamente la loro utilità», ha detto Nicola Colonna, dirigente di ricerca Enea, chiamato a illustrare le differenti tipologie di impianti in relazione alle colture tipiche dell’Italia. Secondo i relatori Alberto Assirelli, dirigente di ricerca Crea, e Danilo Monarca, docente di meccanica agraria all’Università della Tuscia, è indispensabile che negli impianti agrivoltaici, estesi anche per decine di ettari, si evitino interazioni dirette e si riducano al minimo quelle indirette per non compromettere la produzione, sia delle colture che dell’energia. tests – it was revealed during the Itabia events – have demonstrated that the biodegradation process ends in less than four months and increases the availability of nitrates and phosphorus by 60%, thereby reducing the need for chemical fertilizer administration. Agrivoltaics continue to see increased use. On the renewable energy front, in Bologna ITABIA also discussed the great growth opportunity for agrivoltaics in Italy. There are approximately 1.6 million photovoltaic systems in the country and their functional usage in specific agroecosystems is destined to become more widespread thanks to the incentives provided by the NRRP, which has made 1.1 billion available. Agrivoltaics offer important development prospects but – as was mentioned during the workshop on the topic “Mechanization and agrivoltaic systems: problems and opportunities” – it is necessary that the systems (panels and support structures) integrate as well as possible with the crops, the operating machines and the territory. To propose development models, “we need to understand all the effects of agrivoltaics on crops, on the microclimate, on soil temperature and fully understand their usefulness,” said Nicola Colonna, research manager at Enea, called upon to describe the different types of systems in relation to typical Italian crops. According to the speakers Alberto Assirelli, Crea research manager, and Danilo Monarca, professor of agricultural mechanics at the University of Tuscia, it is essential that in agrivoltaic systems, even those extending over tens of hectares, direct interactions are avoided and indirect ones are reduced to a minimum in order not to compromise production, both of crops and energy.
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