PRIMO PIANO 18 PRIMO PIANO ticolarmente efficace per il settore della meccanica agricola che in una realtà come quella africana – ha aggiunto la presidente di FederUnacoma – è in grado di operare offrendo tecnologie e un know how complessivo ben più ampio». Proprio alla formazione tecnico-manageriale è diretto il progetto dell’ICE LAB Innova. L’iniziativa, come ha ricordato il direttore generale dell’Agenzia Lorenzo Galanti, oltre a promuovere partenariati per le nostre imprese in Africa, prevede percorsi di sviluppo delle competenze modellati sulle specifiche esigenze del continente. Nei loro interventi, i docenti della Faculty ICE Umberto Trulli, Enrico Turoni, e Fabio Santoni hanno fatto il punto sull’avanzamento del progetto LAB Innova, mentre il dirigente dell’Ufficio ICE per la Formazione alle Imprese Alessandro Cugno, cui è stata affidata la chiusura dei lavori, ha fornito una panoramica sulle attività dell’Agenzia in campo formativo e fornito un bilancio di tali attività. La sicurezza alimentare passa dal recupero dei terreni “difficili”. Strettamente collegato al tema della cooperazione italo-africana è quello del recupero dei terreni degradati. Secondo le stime di un recente rapporto pubblicato da FAO e Nepad il 65% dei terreni produttivi africani è soggetto a degrado e circa la metà della superficie continentale è minacciata dalla desertificazione. L’emergenza, tuttavia, non è circoscritta al solo continente africano. A livello globale – stima sempre la FAO – il 41% dei terreni è in condizioni di degrado moderato o elevato, e questa situazione confligge con la necessita di incrementare le superfici coltivate per soddisfare la crescente domanda alimentare della popolazione globale. Secondo le proiezioni del World Resources Institute, nei prossimi 30 anni, per nutrire una popolazione di 10 miliardi di persone, dovranno essere messi a produzione altri 590 milioni di ettari, i quali si andranno ad aggiungere agli 1,6 miliardi di ettari attualmente coltivati; ciò significa che da qui al 2050 la SAU globale dovrà crescere del 37%. È una sfida estremamente impegnativa, non solo per l’estensione dei terreni che devono entrare nel ciclo produttivo, ma anche perché molti di quelli attualmente in uso sono soggetti a degrado, a causa della salinizzazione dei suoli, della perdita di sostanza organica e della desertificazione, e rischiano pertanto di diventare improduttivi. Il tema è stato discusso nel corso del convegno “Territori sconfinati, piccoli poderi e orti urbani: tutte le tecnologie per ‘macro’ e ‘micro’ agricolture”, organizzato da FederUnacoma. Per fermare e invertire il degrado del suolo non ci si può affidare unicamente all’iniziativa degli imprenditori agricoli, ma è essenziale che i decisori pubblici sviluppino con urgenza adeguate politiche di sostegno. «Il problema interessa anche l’Italia. Il recupero delle terre – ha detto il presidente CIA dell’Emilia Romagna Stefano Francia – è fondamentale non soltanto a fini agricoli, ma anche per garantire la sicurezza idrogeologica dei nostri territori e per incentivare il turismo nelle aree rurali, che rappresenta una ulteriore, importante fonte di reddito per gli agricoltori». D’altro canto, è proprio la bassa remuneratività delle attività agricole, condizionata da un gran numero di variabili, che finisce per disincentivare gli investimenti, anche nelle aree marginali. «Per questo è necessario prevedere strumenti di incentivazione pubblica che – ha aggiunto Francia – sostengano l’agricoltura nelle aree a rischio, territori nei quali sono richiesti macchinari specifici, altamente specializzati». Dalle attrezzature per la minima lavorazione che preservano la sostanza organica dei terreni, alle mietitrebbiatrici autolivellanti capaci di lavorare su pendenze molto pronunciate, sino alle flotte di droni in grado di operare su terrazzamenti altrimenti inaccessibili, le industrie agromeccaniche italiane vantano una gamma di tecnologie estremamente diversifiwhich – said Mariateresa Maschio – is characterized by a “holistic” approach to cooperation, which encompasses political, economic-social, cultural and security dimensions". "This approach can be particularly effective for the agricultural mechanics sector which, in a situation such as the African one – added the president of FederUnacoma – is able to operate by offering a much more extensive range of technologies and overall know-how". ICE's LAB Innova project is aimed precisely at technical-managerial training. The project - stated the general director of the Agency Lorenzo Galanti - in addition to promoting partnerships for our companies in Africa, provides skills development paths modeled on the specific needs of the continent. In their speeches, ICE Faculty professors Umberto Trulli, Enrico Turoni, and Fabio Santoni discussed the clear progress of the LAB Innova project, while the director of the ICE Office for Business Training, Alessandro Cugno, who was entrusted with closing the proceedings, provided an overview of the Agency's training activities and provided a summary of these activities. Food security comes about through the recovery of “difficult” terrain. Closely linked to the topic of Italian-African cooperation is that of the recovery of degraded lands. According to estimates in a recent report published by FAO and NEPAD, 65% of Africa's productive land is subject to degradation and approximately half of the continental surface is threatened by desertification. The emergency, however, is not limited to the African continent alone. At a global level - FAO estimates - 41% of all land is in a condition of moderate or high degradation, and this situation conflicts with the need to increase cultivated surfaces to satisfy the growing food demand of the global population. According to estimates by the World Resources Institute, over the next 30 years, another 590 million hectares will have to be brought into production, in addition to the 1.6 billion hectares currently cultivated; this means that between now and 2050, global utilized agricultural area (UAA) will have to increase by 37%. It is an extremely demanding challenge, not only because of the large extent of the lands that must be brought into the production cycle, but also because many of those currently in use are experiencing degradation due to soil salinization, the loss of organic material and desertification, and thus risk being taken out of it. The topic was discussed during the conference “Borderless Territories: Small Farms and Urban Gardens: All the Technologies for 'Macro' and 'Micro' Agriculture”, organized by FederUnacoma. Stopping and reversing this process cannot rely solely on the actions of agricultural entrepreneurs, but rather will entail public decision makers to urgently develop adequate support policies. "The problem also affects Italy." "The recovery of degraded lands – said the president of the CIA of Emilia Romagna, Stefano Francia, – is fundamental not only for agricultural purposes, but also to ensure the hydrogeological safety of our territories and to encourage tourism in rural areas, which represents a further, important source of income for farmers". On the other hand, it is precisely the profitability of agricultural activities, conditioned by a large number of variables, that ends up discouraging investments, even in marginal areas. "For this reason it is necessary to provide public incentive tools that – added Francia – support agriculture in the risk areas, territories in which specific, highly specialized machinery is required". From minimum tillage equipment that preserves the organic substance of the soil, to self-leveling combine harvesters capable of working on very steep slopes, to fleets of drones capable of operating on otherwise inaccessible terraces, the
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