Esiste quindi una enorme discrepanza (dell’ordine dei 10 milioni di t/anno) fra il consumo reale e quello teorico apparente a causa di importazioni non registrate da altri Paesi dell’Unione Europea, delle utilizzazioni boschive che sfuggono alle rilevazioni statistiche, ma anche del riciclaggio di legname usato e di scarti di lavorazione dell’industria del legno. Le ragioni di questo grave ritardo italiano delle filiere produttive bosco-legno-energia sono molteplici e principalmente risiedono in questioni di tipo colturale (superabili con esempi pratici efficienti) e strutturali (superabili con investimenti in tecnologie). È noto che la nostra silvicoltura è complicata dalla morfologia delle aree boscate (prevalentemente diffuse in zone montane), dall’insufficiente viabilità forestale, dalla carenza di centri di lavorazione e dallo scarso ricorso ad una moderna meccanizzazione. Per esempio, parlando con il Raffaele Spinelli (ricercatore del CNR IBE) – esperto di meccanizzazione e di tecniche cantieristiche in bosco – emerge che «la conversione in fustaie dei boschi cedui appenninici è iniziata almeno 50 anni fa, sotto la spinta dei cambiamenti economici, sociali e culturali che hanno accompagnato l’industrializzazione del Paese». Tuttavia ad un impulso di tale portata non ha corrisposto un adeguato adattamento nei prodotti attesi e nelle pratiche silvicolturali. «Il ceduo rappresenta ancora oggi una forma di governo molto praticata sull’Appennino, ma – spiega il ricercatore del CNR – non domina più il panorama forestale dell’Italia centro-meridionale come in passato e le fustaie transitorie costituiscono una realtà ormai molto that the national production of biomass, from logging operations and, to a much lesser extent, from special tree crops (poplar) is estimated at around 4-5 million t/year. Whereas estimated consumption is along the order of 20 million t/year, and "official" imports amount to around 2.5-3 million t/year. There is thus a huge discrepancy (along the order of 10 million t/year) between real and theoretical consumption due to unreported imports from other European Union countries, forestry uses that escape statistical detection, as well as from the recycling of used wood and waste from the wood industry. The are multiple reasons for this serious Italian delay in the forest-wood-energy production chains and they have to do mainly with cultivation issues (these could be overcome with efficient practices) and structural issues (could be resolved with investments in technologies). It is known that the Italian forestry industry is complicated by the morphology of the wooded areas (mainly spread in mountainous zones), by the insufficient forest road network, by the lack of processing centers and by the limited use of modern mechanization. For example, speaking with Raffaele Spinelli (researcher at CNR IBE) - an expert in woodland mechanization and construction techniques - it appears that "the conversion of the Apennine coppice woods into uneven-aged forests began at least 50 years ago, driven by the economic, social and cultural changes that accompanied the industrialization of the country". However, such a large-scale push has not been matched by sufficient adaptation in the expected products and in forestry practices. "Coppicing still represents a form 136 BIOECONOMIA BIOECONOMIA
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