Mondo Macchina - Nr. 3-4 - Anno 2024

n. 3-4/2024 5 CLOSE-UP of 1910 - 2000. And if you look at Italy the score is the same. Perhaps declined for the worse. In Italy, 2023 was the hottest year ever recorded with an average temperature 1.14 degrees higher than the historical average for the period 19912020, according to Isac data, the CNR Institute of Atmospheric Sciences, which has been recording temperatures since 1800. A figure that is part of a worrying ranking: seven of the hottest years of the last two centuries are concentrated in the last decade. With a trend that doesn't seem to change. The first months of 2024 recorded a temperature of about one and a half degrees higher than the historical average. And, without exaggerating with regard to the famous French soldier who became a symbol of the obvious, even on the rainfall front, things have changed because, beyond a generalised drop in rainfall, it seems evident that the 'classic' 600 mm of rain that fell in a year are in no way comparable with the increasingly frequent 600 mm that fell in two days. The effects of these last phenomena in the short term (floods and damage) and in the medium-long term (the water goes away and is not stored) are significantly different. Definitely more negative. Possible answers. In this scenario, the agricultural system cannot and must not remain inert. The possible answers are Innovative technologies to counter climate change The development of innovative machines and cultivation techniques is the most effective weapon to combat the effects of global warming. From precision agriculture and biotechnology, a first response to drought and rising temperatures. The route is long but the road seems clear 2000. E se si guarda l’Italia lo spartito è lo stesso. Forse declinato in peggio. In Italia il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato con una temperatura media superiore di 1,14 gradi rispetto alla media storica del periodo 19912020, secondo i dati Isac, l’Istituto di scienze dell’atmosfera del Cnr che rileva le temperature dal 1800. Un dato che s’inserisce in una classifica preoccupante: sette degli anni più roventi degli ultimi due secoli sono concentrati nell’ultimo decennio. Con una tendenza che pare non cambiare. I primi mesi 2024 hanno fatto registrare una temperatura di circa un grado e mezzo superiore a quella media storica. E, senza ridondare sul celebre militare francese diventato simbolo dell’ovvietà, anche sul fronte precipitazioni le cose sono cambiate poiché, al di là di un calo generalizzato delle precipitazioni, pare evidente che i ‘classici’ 600 mm di pioggia caduti in un anno non sono in nessun modo comparabili con i sempre più frequenti 600 mm scesi in due giorni. Gli effetti di questi ultimi fenomeni nel breve (alluvioni e danni) e nel medio-lungo (l’acqua se ne va e non viene incamerata) sono sensibilmente diversi. Decisamente più negativi. Le risposte possibili. In questo scenario il sistema agricolo non può e non deve rimanere inerte. Le risposte possibili sono diverse e si muovono su alcuni grandi filoni. Che hanno il minimo comune denominatore nell’innovazione e nella ricerca. Si tratta da un lato di spingere sull’adattamento e sulla resistenza delle coltivazioni agli stress ambientali (idrici e termici) e alle nuove insidie fitopatologiche favorite dal cambiamento climatico. Dall’altro di limitare gli effetti delle pratiche clima-alteranti, prima fra tutte l’emissione dei gas serra. Dall’altro ancora di agire sul fronte delle tecnologie per utilizzare al meglio i fattori produttivi, ac-

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