Mondo Macchina - Nr. 3-4 - Anno 2024

n. 3-4/2024 45 ne delle acque, limita la quantità di azoto che può essere immessa in aree sensibili. Lo sviluppo di tecnologie per il trattamento e trasporto del digestato può aumentare i suoi campi di applicazione e rappresentare una ricaduta economica addizionale alla produzione di biogas. Il digestato viene solitamente sottoposto ad un trattamento meccanico che effettua la separazione delle fasi liquida e solida, utilizzate in maniera diversa. La parte solida ha un peso secco del 20-40%, è ricca di fosforo (P2O5) e di sostanza organica, risultando adatta come fertilizzante umico a lento rilascio, mentre la parte liquida, con un contenuto in sostanza secca dell’1-8% è più ricca in ammonio (NH4 +) e può essere utilizzata come fertilizzante ad azione rapida. Se essiccata, la parte solida del digestato può essere pellettizzata e – anche se questo trattamento è ancora poco diffuso – la sua applicazione avrebbe enormi potenzialità di sviluppo anche in orticoltura e giardinaggio essendo facilmente conservabile e trasportabile. Per quel che riguarda invece la frazione liquida del digestato, questa può essere sottoposta a processi di diminuzione di volume, tramite tecniche basate su evaporazione e filtrazione, in modo da ottenere sospensioni con concentrazioni più elevate di nutrienti e più facili da trasportare. Anche da questo trattamento è possibile recuperare NH4 + dai vapori di condensazione sotto forma di solfato da ammonio da utilizzare come fertilizzante minerale. Tecnologie per il recupero di nutrienti. Il recupero dei singoli nutrienti (azoto e fosforo) dal digestato è stato inizialmente implementato per limitare la dispersione di azoto che, nelle aree sensibili, non dovrebbe superare il limite di 250 kg/ha secondo la direttiva nitrati (91/676 ECC). Tuttavia, la crescente domanda di fertilizzanti ha portato allo sviluppo di tecnologie per il recupero di azoto e fosforo dal digestato, già utilizzate in impianti industriali. Alcuni di questi sono operativi in prossimità di impianti di depurazione delle acque reflue urbane, ricche di azoto e fosforo, ma i processi impiegati sono adatti anche al trattamento del digestato. Oggi le tecnologie mature e disponibili sul mercato sono numerose e tra queste si possono citare a titolo d’esempio la PAKU, sviluppata dalla Società Endev (Finlandia); la CarboREM, sviluppata dal Gruppo Greenthesis (Segrate, Italia); la TerraNova Energy (Dusseldorf, Germania); la Ostara Pearl della Evoca (Stati Uniti, Canada). Recentemente sono state sviluppate numerose tecnologie innovative per il recupero di nutrienti sia da digestato che da altri tipi di biomasse, ancora in via di sperimentazione in impianti pilota con TRL (Technology Readiness Level) da sei in su. Tali sperimentazioni sono state possibili grazie ad ingenti investimenti in R&D anche sotto forma di progetti finanziati dall’Unione Europea che considera prioritario il recupero dei nutrienti per soddisfare la richiesta di fertilizzanti per l’agricoltura nell’ottica del riciclo delle risorse e della riduzione delle emissioni clima-alteranti. La valorizzazione del digestato e dei suoi derivati come fertilizzante rappresenta dunque un’importante opportunità per restituire ai terreni agricoli preziosi elementi nutritivi, che rischierebbero altrimenti di andare sprecati se non di risultare, come nel caso dei composti azotati, addirittura dannosi per gli agro-ecosistemi. L’ampia disponibilità di tecnologie, già sul mercato o in fase avanzata di sviluppo, garantisce un’elevata flessibilità di impiego per questi prodotti e la possibilità di effettuare consapevolmente le scelte migliori per ogni situazione specifica, fornendo un contributo importante alla crescita dell’economia circolare, alla competitività delle agro-energie e alla sostenibilità dei sistemi produttivi agricoli, zootecnici ed agroindustriali. Matteo Monni coliforms) and minimum nutrient concentrations. The use of digestate on agricultural land must also take into account the Nitrates Directive (91/676/EEC) which, in order to limit water eutrophication, limits the amount of nitrogen that can be put into sensitive areas. The development of digestate treatment and transport technologies can increase its fields of application and represent an additional economic benefit to biogas production. The digestate is usually subjected to a mechanical treatment that separates the liquid and solid phases, used differently. The solid part has a dry weight of 20-40%, is rich in phosphorus (P2O5) and organic matter, making it suitable as a slow-release humic fertiliser, while the liquid part, with a dry matter content of 18%, is richer in ammonium (NH4+) and can be used as a fast-acting fertiliser. If dried, the solid part of the digestate can be pelletised and - although this treatment is still not widespread - its application would have enormous potential for development even in horticulture and gardening being easily stored and transportable. As for the liquid fraction of the digestate, it can be subjected to volume reduction processes, through evaporation and filtration techniques, in order to obtain suspensions with higher concentrations of nutrients and easier to transport. Also from this treatment it is possible to recover NH4+ from condensation vapours in the form of ammonium sulphate to be used as mineral fertiliser. Technologies for nutrient recovery. Recovery of individual nutrients (nitrogen and phosphorus) from digestate was initially implemented to limit nitrogen dispersion which, in sensitive areas, should not exceed the limit of 250 kg/ha according to the Nitrates Directive (91/676 ECC). However, the growing demand for fertilisers has led to the development of technologies for the recovery of nitrogen and phosphorus from digestate, already used in industrial plants. Some of these are operating near urban wastewater treatment plants, rich in nitrogen and phosphorus, but the processes used are also suitable for digestate treatment. Today the mature technologies available on the market are numerous and among them we can mention PAKU, developed by Endev Company (Finland); CarboREM, developed by Greenthesis Group (Segrate, Italy); TerraNova Energy (Dusseldorf, Germany); Ostara Pearl from Evoqua (United States, Canada). Recently, numerous innovative technologies have been developed for the recovery of nutrients from both digestate and other types of biomass, still being tested in pilot plants with TRL (Technology Readiness Level) from six upwards. These experiments have been possible thanks to huge investments in R&D also in the form of projects funded by the European Union which considers the recovery of nutrients to meet the demand for fertilisers for agriculture as a priority with a view to recycling resources and reducing climate-altering emissions. The enhancement of digestate and its derivatives as fertiliser therefore represents an important opportunity to return to agricultural land valuable nutrients, which would otherwise risk being wasted if not to be, as in the case of nitrogen compounds, even harmful to agro-ecosystems. The wide availability of technologies, already on the market or at an advanced stage of development, guarantees a high flexibility of use for these products and the possibility of consciously making the best choices for each specific situation, making an important contribution to the growth of the circular economy, the competitiveness of agro-energy and the sustainability of agricultural, livestock and agro-industrial production systems. Matteo Monni BIOECONOMY

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