Mondo Macchina - Nr. 2 - Anno 2024

Edito da FederUnacoma Surl - v. Venafro, 5 - 00159 Roma - Poste Italiane Spa - Sped. A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 - D.C.B. - Roma - taxe percue - tassa riscossa, Roma Italia MENSILE DI MECCANIZZAZIONE PER L'AGRICOLTURA, LE AREE VERDI, LA ZOOTECNIA E LA GESTIONE DEL TERRITORIO A MONTHLY PUBLICATION ON MECHANIZATION FOR AGRICULTURE, GREEN AREAS, ZOOTECHNICS AND LAND MANAGEMENT anno XXXIII • febbraio 2024 • n. 2 Special EIMA Agrimach Droni in agricoltura Drones in agriculture

PERIODICO MENSILE DI MECCANIZZAZIONE PER L’AGRICOLTURA, LE AREE VERDI, LA ZOOTECNIA E LA GESTIONE DEL TERRITORIO A MONTHLY PUBLICATION OF MECHANIZATION FOR AGRICULTURE, GREEN AREAS, ZOOTECHNICS AND LAND MANAGEMENT Febbraio/February 2024 iscriz. al Tribunale di Roma n. 306/92 del 14.5.92 sped.A.P. - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 - D.C.B. - Roma taxe perçue-tassa riscossa Roma - Italia Editore Direzione Amministrazione/ Publication Management Administration FederUnacoma surl - Via Venafro, 5 - 00159 Roma Tel. 0643298.1 - Fax 064076370 mondomacchina@federunacoma.it www.mondomacchina.it Direttore Responsabile/Editor in Chief: Girolamo Rossi Caporedattore/Managing Editor: Giovanni M. Losavio Segretario di redazione/Editorial Secretary: Emanuele Bredice Comitato di redazione/Editorial Committee: Patrizia Conti, Davide Gnesini, Patrizia Menicucci, Marco Pezzini, Fabio Ricci, Federica Tugnoli Hanno collaborato a questo numero/Contributors to this number: G. Belgrano, E. Bredice, P. De Castro, G. Di Paola, D. Facchinetti, V. Federici, G.M. Losavio, D. Lovarelli, P. Menicucci, M. Monni, F. Sereni, V. Tadini Traduzioni a cura di/Translation by: Akróasis S.I.T. Srl, Ludovica Mutarelli Fotografie/Photography: Archivio FederUnacoma, Archivio Unsplash, Cymatics, Eryxson Fonseca, IStock, Wynand Uys Grafica e impaginazione/Graphic layout: Simonetta Tranquilli Stampa/Printing: Industria Grafica Umbra s.r.l. Via Umbria, 148 - 06059 Todi (PG) +39 075898041 info@industriagraficaumbra.it Pubblicità/Exclusive Advertising Rights: Concessionaria in esclusiva PROMOSYSTEM s.r.l. - V. P. A. Orlandi, 11/1 40139 Bologna Tel. 0516014411 - Fax 0516014059 info@promosystemsrl.com Bollettino Tecnico mensile della Federazione Nazionale Costruttori Macchine per l’Agricoltura (FederUnacoma) Technical Bulletin of National Union (Federation) of Agricultural Machinery Manufacturers (FederUnacoma) Abbonamento annuale/Annual subscription: Italia UE/Italy and EU30,00 euro Estero/Elsewhere 40,00 euro ISSN 1125-422X Associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana PRIMO PIANO CLOSE-UP 4Agricoltura, le iniziative dell’Europa contro la crisi Agriculture, Europe’s initiatives against the crisis Paolo De Castro 8Agricoltura africana: potenzialità e aspetti critici African agriculture: potential and critical aspects Gianfranco Belgrano SPECIAL EIMA AGRIMACH 12Meccanizzazione agricola: al via l’ottava edizione di EIMA Agrimach India Agricultural mechanisation: the eighth edition of EIMA Agrimach India Redazione Editorial Staff 16L’India continua a correre India continues to run Valentino Federici 22Macchine agricole: il mercato indiano ai massimi storici Agricultural machinery: Indian market at an all-time high Valentino Federici GIARDINAGGIO GARDENING 26Macchine per il garden, mercato in calo nel 2023 Garden machinery, declining market in 2023 Redazione Editorial Staff 28Nuovi soffiatori Oleo-Mac, potenza e autonomia di lavoro New Oleo-Mac blowers, power and working autonomy Giacomo Di Paola 30Robot tagliaerba, le innovazioni firmate Stiga Lawnmower robots, innovations from Stiga Giovanni M. Losavio TEMI THEMES 32Muner: formazione specifica per veicoli fuoristrada Muner: specific training for off-road vehicles Patrizia Menicucci POLITICHE POLITICS 33Agrievolution, un’alleanza a servizio dell’agro-meccanica mondiale Agrievolution, an alliance at the service of global agro-mechanics Patrizia Menicucci BIOECONOMIA EVENTS 34La meccanizzazione agricola per la transizione eco-energetica The agricultural mechanisation for the Eco-energy transition Matteo Monni BRAND 40Kubota celebra i 70 anni in Europa Kubota celebrates 70 years in Europe Patrizia Menicucci 2 SOMMARIO SOMMARIOSummary

TECNICA TECHNOLOGY 42Mappatura, diserbo, raccolta: il ruolo dei droni in agricoltura Mapping, weeding, harvesting: the role of drones in agriculture Valeria Tadini 50La climatizzazione degli ambienti di stabulazione The air conditioning of the housing environments Daniela Lovarelli 56Barre irroratrici, le innovazioni che riducono i fitofarmaci Spray booms - innovations that reduce pesticides Davide Facchinetti NEWS 64L’idropulitrice ARXP BOX di Annovi Reverberi premiata con l’ADI DESIGN Annovi Reverberi's ARXP BOX high-pressure cleaner awarded ADI DESIGN Redazione Editorial Staff 66e-Valiant, BCS lancia il suo primo trattore elettrico e-Valiant, BCS launches its first electric tractor Emanuele Bredice 68Striker ST, la nuova tecnologia Caffini Striker ST, the new Caffini technology Emanuele Bredice 70Il design vincente del Gruppo CNH The winning design of the CNH Group Redazione Editorial Staff 72Carrello spandiconcime CPT60, prestazioni e versatilità CPT60 fertiliser spreader trolley, performance and versatility Fabrizio Sereni 74Efficaci e resistenti le nuove frantumasassi STCM Effective and resistant the new STCM stone crushers Emanuele Bredice 76L’autonomia operativa del carro miscelatore elettrico Faresin The operational autonomy of the Faresin electric mixer wagon Redazione Editorial Staff 78Veloce e precisa, la nuova seminatrice Delta Fast and precise, the new Delta seed drill Redazione Editorial Staff SUMMMARY

4 PRIMO PIANO Agricoltura, le iniziative dell’Europa contro la crisi Deroghe sui terreni set aside e semplificazione della PAC, le prime misure predisposte dall’Unione Europea per far fronte alle difficoltà del settore primario. Necessario accompagnare gli agricoltori verso i nuovi sistemi produttivi PRIMO PIANO di Paolo De Castro Dopo le proteste delle scorse settimane, con centinaia di trattori che hanno bloccato le strade dapprima in Belgio, in Francia, in Germania ma poi anche in Italia e nel resto d’Europa, finalmente l’Unione ha lanciato un dibattito serio, come richiesto dal Parlamento europeo, volto a migliorare la situazione socioeconomica degli agricoltori e delle aree rurali, garantendo redditi equi, by Paolo De Castro After protests in recent weeks, with hundreds of tractors blocking roads first in Belgium, France, Germany but also in Italy and the rest of Europe, the Union has finally launched a serious debate, as requested by the European Parliament, aimed at improving the socio-economic situation of farmers and rural areas, ensuring fair incomes, food security and a just transition. A first step has been taken in recent days,

n. 2/2024 5 CLOSE-UP with the derogation adopted by the EU executive from the obligation to set aside at least 4% of its farm arable land, and the package of measures to simplify the common agricultural policy that we are preparing to discuss in the coming weeks. A step to be followed by others, with structural solutions to simplify the CAP, such as flexibility in the use of coupled aid or increasing the intensity of aid for sectoral measures in the fruit and vegetables sector, and also greater support for the sector through a new temporary framework for state aid, Agriculture, Europe’s initiatives against the crisis Derogations on set aside land and simplification of the CAP, the first measures implemented by the European Union to deal with the difficulties of the primary sector. It is necessary to accompany farmers towards new production systems la sicurezza alimentare e una transizione giusta. Un primo passo è stato fatto in questi giorni, con la deroga adottata dall’esecutivo UE all’obbligo di lasciare a riposo almeno il 4% della propria superficie arabile aziendale, e il pacchetto di misure di semplificazione della Politica agricola comune che ci apprestiamo a discutere nelle prossime settimane. Un passo a cui dovranno seguirne altri, con soluzioni strutturali di semplificazione della PAC, come la flessibilità nell’utilizzo degli aiuti accoppiati o l’innalzamento dell’intensità degli aiuti per le misure settoriali nel campo dell’ortofrutta, ed anche un maggiore supporto al settore tramite un nuovo quadro temporaneo per gli aiuti di stato, che garantisca agli Stati membri la possibilità di mettere in campo azioni di risposta concreta alle difficoltà in cui versa l’agricoltura europea, legate all’aumento dei costi di produzione e dei tassi d’interesse e alla mancata crescita contestuale dei ricavi delle aziende agricole. Paolo De Castro, Europarlamentare Paolo De Castro, Member of the European Parliament

6 PRIMO PIANO Entriamo quindi in una fase nuova, soprattutto in vista della prossima legislatura europea, che si aprirà dopo le elezioni dei primi di giugno 2024. Durante questo mandato, per la prima volta, è maturata tra gli agricoltori la percezione di un’Unione Europea nemica delle categorie produttive e in particolare dell’agricoltura. Dopo trent’anni di investimenti, grazie anche ai quali la nostra filiera agro-alimentare è cresciuta tanto da non avere eguali al mondo in termini di qualità, sostenibilità e rispetto dei diritti dei lavoratori, si è infatti creata l’impressione di voler passare dal perseguimento di obiettivi ideali, a obiettivi ideologici. Tant’è che nessun piano di accompagnamento degli agricoltori nella transizione verso nuovi modelli produttivi è stato messo in campo, attraverso strumenti di politica europea. A seguito della presentazione del Green Deal, e della sua declinazione agricola ovvero la strategia Farm to Fork, non siamo stati capaci di costruire un progetto che coinvolga appieno l’agricoltura europea facendola sentire vera protagonista della transizione verde, e non imputata. Tuttavia, come abbiamo più volte sottolineato, senza l’adesione convinta dei nostri agricoltori e dell’intero sistema agroalimentare italiano ed europeo, qualsiasi prospettiva di neutralità climatica e di mitigazione dei cambiamenti climatici diventa irrealizzabile. Con la prossima legislatura abbiamo la possibilità e l’obbligo di mettere in campo nuove e decisive politiche per accompagnare gli agricoltori europei nella transizione ecologica, senza sacrificare la produttività: intelligenza artificiale, agricoltura di precisione, biotecnologie sostenibili, agroenergie sono alcuni degli interventi rispetto ai quali ci attendiamo uno stimolo dalle prossimi politiche europee. Come Parlamento europeo, ci siamo sempre dimostrati all’ascolto dei nostri agricoltori, senza bisogno di alcun dialogo strategico, da ultimo con il nuovo regolamento sulle Tecnologie a evoluzione assistita (Tea) per le quali abbiamo approvato il primo via libera. Un secondo tassello è stato messo a segno con il nuovo Regolamento sulla tutela e promozione delle indicazioni geografiche, che rafforza il ruolo dei consorzi di tutela nella difesa del valore economico di queste produzioni che rappresenterà un volano per lo sviluppo delle nostre filiere di qualità e dei territori rurali. Ma gli ultimi mesi di legislatura, ci vedranno impegnati anche a salvaguardare gli importanti risultati ottenuti su altri dossier cruciali per il settore agricolo: la nuova Legge sul ripristino della natura, la revisione della Direttiva per ridurre le emissioni industriali e il Regolamento sugli imballaggi. In tutti i tre testi legislativi, gli accordi raggiunti negoziati con i il Consiglio di Ministri dei 27 paesi UE e la Commissione europea, non rispecchiano l'approccio che avevamo voluto e votato all'Eurocamera, fortemente attento alle istanze del nostro settore agricolo ed alimentare; tuttavia, occorrerà un forte pragmatismo per non dissipare nei prossimi mesi il lavoro e gli sforzi fatti dagli europarlamentari per riallacciare il legame che ha sempre unito l’Unione e i nostri agricoltori. Una volta chiuse queste discussioni, la prossima legislatura non potrà permettersi ulteriori passi falsi, ma dovrà accompagnare il settore primario europeo verso sistemi produttivi sempre più sostenibili, migliorandone la competitività e la capacità di continuare a produrre cibo sano, di qualità e sufficiente per tutti i cittadini europei. Paolo De Castro which guarantees Member States the possibility of implementing actions to respond concretely to the difficulties facing European agriculture, linked to rising production costs and interest rates and the lack of simultaneous growth in farm revenues. We are therefore entering a new phase, especially in view of the next European legislature, which will open after the elections in early June 2024. During this mandate, for the first time, the perception of a European Union that is the enemy of production categories and in particular agriculture has matured among farmers. After thirty years of investments, thanks also to which our agrifood chain has grown so much that it has no equal in the world in terms of quality, sustainability and respect for workers’ rights, the impression has been created of wanting to move from the pursuit of ideal goals to ideological goals. So much so that no plan to accompany farmers in the transition to new production models has been implemented through European policy instruments. Following the presentation of the Green Deal, and its agricultural declination or the Farm to Fork strategy, we have not been able to build a project that fully involves European agriculture making it feel the true protagonist of the green transition, and not accused. However, as we have repeatedly pointed out, without the convinced support of our farmers and the entire Italian and European agri-food system, any prospect of climate neutrality and climate change mitigation becomes unfeasible. With the next legislature we have the opportunity and the obligation to implement new and decisive policies to accompany European farmers in the ecological transition, without sacrificing productivity: artificial intelligence, precision agriculture, sustainable biotechnologies, agri-energy are some of the interventions where we expect a stimulus from future European policies. As the European Parliament, we have always been listening to our farmers, without needing any strategic dialogue, most recently with the new regulation on Assisted Evolution Technologies (TEA) for which we have approved the first green light. A second piece has been scored with the new Regulation on the protection and promotion of geographical indications, which strengthens the role of protection consortia in defending the economic value of these products that will represent a driving force for the development of our quality chains and rural areas. But in the final months of the legislature, we will also be committed to safeguarding the important results achieved on other crucial dossiers for the agricultural sector: the new Nature Restoration Act, the revision of the Directive to reduce industrial emissions and the Packaging Regulation. In all three legislative texts, the agreements negotiated with the Council of Ministers of the 27 EU countries and the European Commission, do not reflect the approach we had wanted and voted for in the Eurochamber, which is strongly attentive to the demands of our agricultural and food sector; however, a strong pragmatism will be needed in order not to dissipate in the coming months the work and efforts made by MEPs to reconnect the bond that has always united the Union and our farmers. Once these discussions are over, the next legislature will not be able to afford further missteps, but will have to accompany the European primary sector towards increasingly sustainable production systems, improving its competitiveness and ability to continue producing healthy, quality and sufficient food for all European citizens. Paolo De Castro PRIMO PIANO

by Gianfranco Belgrano Among the trends known to be underway, two are those that are reshaping the African continent: the first leads to population growth, the second to the process of urbanisation. The continent's population – according to all projections – will double within a few decades, by 2050, and by the end of the century will exceed four billion inhabitants. The rate of urbanisation will accompany this process with equal impetus. These two megatrends, and the speed with which they are imposing, cascade a series of reactions. First of all, policies, i.e. actions to respond to the challenges that these developments bring with them (just think of the services and means necessary to meet the needs 8 PRIMO PIANO Agricoltura africana: potenzialità e aspetti critici Il settore primario concorre a una larga parte del reddito lordo, costituisce la parte principale delle esportazioni ed è il più importante sbocco occupazionale. Il comparto ha enormi potenzialità di crescita ma è necessario lavorare sulle filiere e sulla capacità di trasformazione PRIMO PIANO di Gianfranco Belgrano Tra le tendenze notoriamente in atto, due sono quelle che stanno rimodellando il continente africano: la prima riporta all’incremento demografico, la seconda al processo di urbanizzazione. La popolazione del continente – secondo tutte le proiezioni – raddoppierà nel giro di pochi decenni, entro il 2050, e per la fine del secolo supererà i quattro miliardi di abitanti. Il tasso di urbanizzazione accompagnerà questo processo con altrettanto impeto. Questi due megatrend, e la rapidità con cui si stanno imponendo, determinano a cascata una serie di reazioni. Politiche innanzitutto, ovvero azioni di risposta alle sfide che tali sviluppi recano con

n. 2/2024 9 CLOSE-UP of millions of more people year after year), and economic, linked to the guarantee of food security, to the generation of jobs for a young and dynamic population, and the awareness of the need to create local added value (less export of raw materials, more manufacturing and agro-industrial processing also for semi-finished products). Understanding what the prospects for agricultural development in Africa may be therefore goes far beyond the limits now visible, because it is impossible to capture in one frame the dynamism with which the African continent as a whole is moving, in its complexities, its criticalities and its positives. One thing is certain: Africa's economic and social development will tip the scales of the world we will have in a few years' time. A wide-ranging view. We are still on the continental geographical space, although we are aware that we have in common 54 countries, many of which are larger than Italy, and we focus our attention on the major critical issues of continental agriculture. A first fundamental element leads back to the causes that have so far prevented the development of the sector beyond the boundaries of subsistence. The African continent is characterized by an enormous untapped production potential, combined with infrastructural and industrial inefficiencies that have hindered the creation of added value. Agricultural industrialisation is a topic that needs to be built. Although several countries have started processes of processing products through, for example, the creation of dedicated districts, the difficulties to be overcome remain numerous, just think of post-harvest losses or the lack of an effective cold chain or the persistence of inefficient cultivation techniques. In addition, there are difficulties common to other secAfrican agriculture: potential and critical aspects The primary sector contributes a large part of gross income, accounts for the largest part of exports and is the most important source of employment. The sector has enormous potential for growth, but it is necessary to work on the supply chains and on the processing capacity sé (si pensi solo ai servizi e ai mezzi necessari per soddisfare le esigenze di milioni di persone in più anno dopo anno), ed economiche, legate alla garanzia di sicurezza alimentare, alla generazione di posti di lavoro per una popolazione giovane e dinamica, e alla consapevolezza di dover creare valore aggiunto locale (meno export di materie prime grezze, più manifattura e lavorazione agroindustriale anche per semilavorati). Capire quali possano essere le prospettive di sviluppo agricolo in Africa va dunque ben oltre i limiti adesso visibili, perché è impossibile fermare in un fotogramma il dinamismo con cui si sta muovendo il continente africano nel suo insieme, nelle sue complessità, nelle sue criticità e nelle sue positività. Una cosa è certa: le strade dello sviluppo economico e sociale dell’Africa saranno l’ago della bilancia del mondo che avremo tra pochi anni. La visione ad ampio spettro. Restiamo ancora sullo spazio geografico continentale, pur consapevoli di accomunare 54 Paesi, moltissimi dei quali più grandi dell’Italia, e concentriamo l’attenzione sulle maggiori criticità dell’agricoltura continentale. Un primo fondamentale elemento riporta alle cause che finora hanno impedito di sviluppare il settore oltre i confini della sussistenza. Il continente africano è caratterizzato da un enorme potenziale produttivo inespresso, combinato però con inefficienze infrastrutturali e industriali che hanno ostacolato la creazione di valore aggiunto. Quello dell’industrializzazione agricola è un tema tutto da costruire. Benché diversi Paesi abbiano avviato processi di lavorazione dei prodotti attraverso, per esempio, la creazione di distretti dedicati, le difficoltà da superare rimangono numerose, basti pensare alle perdite post raccolto o alla mancanza di un’efficace catena del freddo o alla persistenza di tecniche di coltivazioni inefficienti. A queste si aggiungono difficoltà comuni ad altri settori, come reti di trasporto insufficienti o normative ancora inadeguate. Luci e ombre dell’agricoltura africana. Eppure il settore primario concorre a una larga parte del reddito lordo (intorno al 30% in media), che costituisce la parte principale delle esportazioni ed è il più importante sbocco occupazionale. Lavorare sulle filiere quin-

10 PRIMO PIANO di e sulla capacità di trasformazione è l’obiettivo dei governi africani per un duplice motivo: garantire sicurezza alimentare e garantire sviluppo economico e sociale. Uno dei classici esempi di produzione e trasformazione con un basso contenuto di valore aggiunto “africano” sul totale del prodotto, è quello del caffè, che viene composto per il 90% da valore aggiunto proveniente da fuori del continente. Si potrebbe citare anche il cacao, ma gli esempi sono tanti. La seconda grande questione, che evidenzia un ritardo e allo stesso tempo lascia intuire forti opportunità, è la disponibilità di terra. Sulla base di stime di Fao e Banca Mondiale, in Africa sono disponibili tra 480 e 840 milioni di ettari di terre coltivabili ancora inutilizzate. La forbice di questa stima è ampia, i numeri variano a seconda dei parametri impiegati, ma tirando le somme se ne deduce che buona parte dei terreni agricoli non utilizzati e disponibili nel mondo si trova proprio nel continente, fino a circa il 60%, secondo più fonti. Altre problematiche riguardano la prevalenza di piccoli appezzamenti e di agricoltori di sussistenza che raramente si uniscono in cooperative o consorzi, con conseguente difficoltà ad accedere ai mercati e al credito, e con una produttività decisamente scarsa, in media del 56% più bassa rispetto alle altre regioni del mondo. La ridotta produttività mette in luce l’enorme sfida che occorre affrontare per portare l’agricoltura africana a standard moderni. La stessa meccanizzazione del settore, che rappresenta una via essenziale per migliorare le soglie di produzione, parte da livelli molti bassi, con una media continentale inferiore a due trattori ogni 1.000 ettari di terre coltivate. Tali cifre evidenziano quindi un paradosso: se da un lato, l’industria agricola in Africa rappresenta un mercato potenzialmente multimiliardario, dall’altro lato i numeri forniscono una chiara illustrazione delle complessità strutturali che potrebbero rendere difficili gli investimenti in Africa. Food powerhouse. Eppure, è qui che si gioca il futuro di tutti quanti, che si viva in Africa o meno. La Banca africana di sviluppo (AfDB) lo sa bene e si è posta da tempo l’obiettivo di trasformare il continente in una “food powerhouse”. Anzi, il presidente di AfDB, Akinwumi Adesina, ripete spesso che se l’Africa ha un vantaggio comparativo rispetto ad altre regioni del mondo, lo ha nell’agricoltura. La lettura dei megatrend fatta da sud è indicativa: più abitanti significa più forza lavoro, più giovani e più classe media significano nuovi mercati, città più grandi significano maggiore facilità di accesso ai consumatori. «I nuovi miliardari africani – ha sostenuto Adesina lo scorso novembre a Marrakech in occasione dell’Africa Investment Forum – non proverranno dall’industria deltors, such as insufficient transport networks or inadequate regulations. Lights and shadows of African agriculture. Yet the primary sector contributes to a large part of gross income (around 30% on average), constitutes the main part of exports and is the most important employment outlet. Working on supply chains and processing capacity is the goal of African governments for two reasons: to ensure food security and to ensure economic and social development. One of the classic examples of production and processing with a low content of "African" added value on the total product, is that of coffee, which is composed of 90% added value from outside the continent. Cocoa could also be mentioned, but there are many examples. The second major issue, which highlights a delay and at the same time suggests strong opportunities, is the availability of land. Based on FAO and World Bank estimates, between 480 and 840 million hectares of unused arable land are available in Africa. The range of this estimate is wide, the numbers vary depending on the parameters used, but summing up, it can be deduced that a large part of the unused and available agricultural land in the world is located on the continent, up to about 60%, according to several sources. Other problems concern the prevalence of small plots and subsistence farmers who rarely join together in cooperatives or consortia, with consequent difficulty in accessing markets and credit, and with a decidedly low productivity, on average 56% lower than in other regions of the world. The reduced productivity highlights the enormous challenge that must be faced in bringing African agriculture up to modern standards. The mechanisation of the sector, which is an essential way to improve production thresholds, starts from very low levels, with a continental average of less than two tractors per 1,000 hectares of cultivated land. These figures therefore highlight a paradox: while the agricultural industry in Africa represents a potentially multi-billion dollar market, the numbers provide a clear illustration of the structural complexities that could make investment in Africa difficult. Food powerhouse. Yet, this is where everyone's future is at stake, whether you live in Africa or not. The African Development Bank (AfDB) is well aware of this and has long set itself the goal of transforming the continent into a "food powerhouse". Indeed, the president of the AfDB, Akinwumi Adesina, often repeats that if Africa has a comparative advantage over other regions of the world, it has it in agriculture. The reading of megatrends made by the south is indicative: more inhabitants means more workforce, younger and more middle class mean new markets, larger cities mean easier access to consumers. "The new African billionaires," Adesina said last November PRIMO PIANO

n. 2/2024 11 CLOSE-UP l’oil&gas, ma dall’agroalimentare, dall’agricoltura». Per far fronte alle nuove e potenziali crisi alimentari, ha aggiunto Adesina, l’Africa deve poter contare su se stessa e deve risolvere i problemi di oltre 280 milioni di persone che oggi non hanno cibo a sufficienza. Secondo l’AfDB, occorre cambiare paradigma, favorendo appunto la creazione di valore aggiunto a livello locale piuttosto che l’export di materie prime, e affidandosi anche alla creazione di zone economiche dedicate all’agroalimentare. Queste zone – su cui AfDB sta lavorando – possono trasformare le immense estensioni di terra ancora disponibili in Africa in reali fonti di ricchezza. Le pontezialità dell’Africa meridionale. Se poi trasferiamo questi ragionamenti su scala sub-regionale, emergono con più chiarezza le zone destinate a crescere e quelle in cui, anche a causa di avverse condizioni climatiche, si farà più fatica. In generale, le aree più sofferenti sono quelle della fascia saheliana dove la concomitanza di più fattori ha anche portato a una instabilità quasi permanente con effetti negativi su tutti i comparti economici. A nord, sono Marocco, Egitto e Tunisia che, in maniera diversa e partendo da contesti economico-politici differenti, stanno provando a sviluppare alcune filiere, in particolare quella dei cereali e dell’olivicoltura. Ma è più a sud che si annidano le potenzialità più importanti. Grazie alla crescita dimensionale delle aziende agricole – l’urbanizzazione contribuirà ad alimentare questa tendenza – e a una maggiore produttività che sarà resa possibile dall’introduzione di tecniche moderne, secondo uno studio di McKinsey, nuove terre potranno essere messe più facilmente a coltura in Angola, Ciad, Madagascar, Mozambico, Repubblica Democratica del Congo, Sud Sudan, Tanzania e Zambia. Allo sviluppo dell’agricoltura potrà poi ulteriormente contribuire la progressiva implementazione dell’Area continentale africana di libero scambio (AfCFTA), attraverso l’atteso incremento di scambi regionali e intra-africani. Gianfranco Belgrano in Marrakech on the occasion of the Africa Investment Forum, "will not come from the oil and gas industry, but from the agri-food industry, from agriculture." To cope with new and potential food crises, Africa must be able to rely on itself and must solve the problems of more than 280 million people who today do not have enough food. According to the AfDB, there is a need for a paradigm shift, favouring the creation of added value at the local level rather than the export of raw materials, and also relying on the creation of economic zones dedicated to agri-food. These areas – which AfDB is working on – can turn the vast expanses of land still available in Africa into real sources of wealth. Southern African Potentialities. If we then transfer these reasonings to a sub-regional scale, it emerges more clearly which areas are destined to grow and those in which, also due to adverse climatic conditions, it will be more difficult. In general, the areas most affected are those of the Sahelian belt where the concurrence of several factors has also led to almost permanent instability with negative effects on all economic sectors. To the north, Morocco, Egypt and Tunisia are trying to develop some supply chains, in particular cereals and olive growing, in different ways and starting from different economic and political contexts. But it is further south that the most important potential lies. Thanks to the growth in size of farms - urbanisation will help fuel this trend - and to increased productivity that will be made possible by the introduction of modern techniques, according to a McKinsey study, new land can be more easily put under cultivation in Angola, Chad, Madagascar, Mozambique, the Democratic Republic of Congo, South Sudan, Tanzania and Zambia. The progressive implementation of the African Continental Free Trade Area (AfCFTA) will further contribute to the development of agriculture, through the expected increase in regional and intra-African trade. Gianfranco Belgrano

SPECIALE EIMA AGRIMACH SPECIALE EIMA AGRIMACH 12 Dal 29 febbraio al 3 marzo la città di Bangalore è la vetrina internazionale della meccanica agricola. Oltre 130 industrie espositrici, 15 delle quali italiane, presenteranno presso l’Università di Scienze Agrarie le tecnologie di ultima generazione in grado di soddisfare i fabbisogni dei diversi modelli di agricoltura del subcontinente. Sostenibilità e innovazione al centro della kermesse Meccanizzazione agricola: al via l’ottava edizione di EIMA Agrimach India a cura della Redazione Si svolge a Bangalore, presso il Campus dell’Università di Scienze Agrarie, nello Stato del Karnataka, EIMA Agrimach India, la rassegna internazionale delle macchine agricole, delle attrezzature e della relativa componentistica. Organizzata con cadenza biennale dalla Federazione indiana delle camere di commercio e dell’industria FICCI e dall’associazione italiana dei costruttori di macchine agricole FederUnacoma, la fiera celebra quest’anno la sua ottava edizione, che si apre con una solenne cerimonia di inaugurazione alla quale prenderanno parte, oltre ai rappresentanti dei due enti organizzatori, anche le maggiori autorità di governo, sia dello Stato inby Editorial Staff Takes place in Bangalore EIMA Agrimach India, the international exhibition of agricultural machinery, equipment and related components, at the Campus of the University of Agricultural Sciences in Bangalore, Karnataka State. Organised every two years by the Indian Federation of Chambers of Commerce and Industry FICCI and the Italian Association of Agricultural Machinery Manufacturers FederUnacoma, this year the fair celebrates its eighth edition, which will open with a solemn inauguration ceremony in which will take part, in addition to the representatives of the two organising bodies, also the major government authorities, both of the Indian and the federated state of

n. 2/2024 EIMA AGRIMACH SPECIAL diano che di quello federato del Karnataka. Il tradizionale taglio del nastro, segnerà dunque l’inizio di una intensa e affollata quattro giorni, che dal 29 febbraio al 3 marzo prossimo presenterà all’ampia platea di buyer, agricoltori e tecnici dell’agromeccanica una vasta gamma di tecnologie per l’agricoltura. Dalle trattrici campo aperto ai sistemi per l’irrigazione, dalla componentistica alle attrezzature per la protezione delle colture, fino alle macchine per la lavorazione del terreno, EIMA Agrimach offre soluzioni in grado di soddisfare il fabbisogno di meccanizzazione dei diversi modelli di agricoltura di un Paese che si estende su oltre 3,2 milioni di km2 e che presenta condizioni pedologiche estremamente diversificate. L’ampiezza di gamma delle macchine esposte è confermata anche dalle numerose case costruttrici, più di 130 brand italiani ed esteri, che – fanno sapere gli organizzatori di FICCI e FederUnacoma – hanno formalizzato la loro partecipazione all’evento. Di grande rilievo anche la presenza delle aziende italiane, 15, che partecipano all’evento di Bangalore con le proprie filiali indiane, oppure attraverso i propri distributori locali. La formula della kermesse è, ancora una volta, quella che nel tempo ne ha decretato il successo. Fin dalla sua prima edizione, EIMA Agrimach si è infatti caratterizzata per l’abbinamento tra l’esposizione statica e le prove in campo dei macchinari, molto apprezzate dagli operatori del settore per la possibilità di vedere all’opera i mezzi meccanici e di testarne le caratteriKaranataka. The traditional ribbon-cutting ceremony, will therefore mark the beginning of an intense and crowded four-day event, which will present a wide range of agricultural technologies to the wide audience of buyers, farmers and technicians from February 29 to March 3. From open field tractors to irrigation systems, from components to crop protection equipment, to tillage machines, EIMA Agrimach offers solutions that meet the mechanisation needs of the different farming models of a country that covers over 3.2 million km2 and has extremely diverse soil conditions. The wide range of machines on display is also confirmed by the numerous manufacturers, more than 130 Italian and foreign brands, which - the organisers of FICCI and FederUnacoma say - have formalised their participation in the event. Also of great importance is the presence of Italian companies, 15, participating in the Bangalore event with their Indian branches, or through their local distributors. The formula of the event is, once again, the one that has decreed its success over time. Since its first edition, EIMA Agrimach has in fact been characterised by the combination of static exposure and field tests of machinery, much appreciated by operators in the sector for the opportunity to see the 13 From February 29 to March 3, Bangalore is the showcase of agricultural mechanics. Over 130 exhibiting industries, 15 of them Italian, will present at the University of Agricultural Sciences the latest technologies able to meet the needs of the different models of agriculture of the subcontinent. Sustainability and innovation at the heart of the event Agricultural mechanisation: the eighth edition of EIMA Agrimach India

SPECIALE EIMA AGRIMACH 14 SPECIALE EIMA AGRIMACH stiche tecniche. Ma la rassegna di Bangalore è anche un importante forum di discussione, un momento di confronto tra decisori pubblici, stakeholder, e addetti ai lavori, sulle tematiche salienti del settore agricolo e di quello agromeccanico. Nei quattro giorni della rassegna – spiegano gli organizzatori – sono calendarizzati numerosi incontri di approfondimento, che spaziano dal tema dell’innovazione e della sostenibilità in agricoltura a quello dei fabbisogni formativi del primario, fino al ruolo delle start-up per lo sviluppo della meccanica agricola. Di innovazione tecnologica si parlerà anche in occasione di un importante convegno centrato sulle politiche pubbliche finalizzate ad incentivare il rinnovamento e l’ammodernamento del parco macchine indiano. Affollati si annunciano gli incontri business to business con i buyer e i delegati esteri. In questa prospettiva l'Agenzia ICE, in collaborazione con FederUnacoma, ha organizzato, una missione di 28 operatori e 4 giornalisti provenienti da Bangladesh, India, Malaysia, Thailandia e Vietnam. Due le giornate dedicate agli incontri business to business, che si terranno il 29 febbraio e il primo di marzo in un’area appositamente allestita. mechanical means at work and to test their technical characteristics. But the Bangalore exhibition is also an important forum for discussion, a moment of confrontation between public decision-makers, stakeholders, and insiders, on the salient issues of the agricultural and agro-mechanical sectors. During the four days of the event – the organisers explain – numerous in-depth meetings are scheduled, ranging from the theme of innovation and sustainability in agriculture to that of primary education needs, up to the role of start-ups for the development of agricultural mechanics. Technology innovation will also be discussed at an important conference focused on public policies aimed at encouraging the renewal and modernisation of India’s machinery fleet. Business to business meetings with buyers and foreign delegates are expected to be crowded. In this perspective, the ICE Agency, in collaboration with FederUnacoma, organised a mission of 28 operators and 4 journalists from Bangladesh, India, Malaysia, Thailand and Vietnam. Two days dedicated to business to business meetings, which will be held on February 29 and March 1 in a specially set up area.

SPECIALE EIMA AGRIMACH SPECIALE EIMA AGRIMACH di Valentino Federici Fine gennaio 2024. Esce il World Economic Outlook. E il Fondo Monetario internazionale analizza lo stato di salute e le prospettive delle principali economie del pianeta. La crescita mondiale del Prodotto interno lordo sia per il 2023 che per il 2024 è stimata in aumento del 3,1%. Gli Stati Uniti, dopo il +2,5% del 2023, faranno registrare un incremento del 2,1% nel 2024. Va meglio alla Cina che, seppure in calo rispetto agli ultimi anni record, registra un +5,2% nel 2023 e si fermerà attorno al 4,5% nel 2024. L’Europa langue, con una Germania, (ex) locomotiva del “vecchio continente”, negativa (-0,3%) nell’anno appena chiuso e con un +0,5% stimato per il Pil 2024. La Francia dal canto suo stenta ad arrivare all’1%, mentre l’Italia che nel 2023 ha chiuso a +0,7%, dovrebbe confermarsi a questo livello anche nel 2024. Il primato dell’India. Ma al vertice chi c’è? Il World Economic Outlook non ha dubbi: l’India. Che ha chiuso il 2023 con una crescita del PIL del 6,7% nel 2023 e che dovrebby Valentino Federici End of January 2024. The World Economic Outlook comes out. And the International Monetary Fund analyses the health and prospects of the planet's major economies. World gross domestic product growth for both 2023 and 2024 is estimated to increase by 3.1%. The United States, after +2.5% in 2023, will grow by 2.1% in 2024. It is better for China, which, although declining compared to recent record years, will record +5.2% in 2023 and stop at around 4.5% in 2024. Europe is languishing, with Germany, the (former) locomotive of the 'old continent', negative (-0.3%) in the year just ended and with an estimated +0.5% for GDP 2024. France, for its part, is struggling to reach 1%, while Italy, which closed at +0.7% in 2023, is expected to remain at this level in 2024. India's primacy. But who is at the top? The World Economic Outlook has no doubt: India. Which closed 2023 with a GDP growth of 6.7% in 2023 and is expected to move on the same wavelength (+6.5%) in 2024. More than a surprise, it is a 16 Anche nel 2024 il Subcontinente registrerà il maggior tasso di crescita del PIL fra i ‘grandi’ del pianeta. L’agricoltura resta un settore strategico per il sistemaPaese ma è condizionata dai cambiamenti climatici e da bassa produttività. Il ruolo della meccanizzazione per modernizzare il settore primario L’India continua a correre

n. 2/2024 EIMA AGRIMACH SPECIAL be muoversi sulla stessa lunghezza d’onda (+6,5%) anche nel 2024. Più che una sorpresa si tratta di una conferma se si pensa che il Paese ha un Prodotto interno lordo che cresce costantemente dal 2014 (mediamente del 7% all’anno) e che progressivamente ha superato i PIL di Russia, Brasile, Canada, Italia, Francia e Regno Unito, avvicinandosi così a quelli di Giappone e Germania. Non solo. Secondo Goldman Sachs Research, il PIL dell’India supererà quello dell’area Euro nell’arco di 25 anni (la stima parla del 2051) e quello degli Stati Uniti entro cinquanta. Certo i numeri sono conseguenze del fatto di aver ormai di fronte il primo Paese al mondo in termini di popolazione – è di inizio 2023 il superamento della Cina – con quasi 1,5 miliardi di abitanti su una superficie di oltre 3,2 milioni di km2 (nove volte e mezzo l’italia). L’agricoltura, un settore strategico. Dunque, non appare esagerato definire il subcontinente indiano come Paese dei ‘nuovi’ record. Compresi quelli meno nobili delle disuguaglianze. Secondo Oxfam International, una piccolissima parte della popolazione indiana – appena l’1% – detiene circa il 40% della ricchezza del Paese e, se si allarga il dato al 5% della popolazione più abbiente, si arriva al 60%. Mentre, per converso, la metà della popolazione con i redditi più bassi detiene appena il 3% della ricchezza totale. In questo scenario, anche se siamo di fronte a tassi di urbanizzazione in sensibile aumento, l’agricoltura rimane un settore strategico. Un comparto che ancora oggi assorbe quasi il 60% della popolazione e produce attorno al 17% del PIL del Paese. La Banca Mondiale definisce l'India "una delle centrali agricole del mondo", che produce circa il 7,5% dele derrate agricole globali. Alcuni numeri possono far capire quanto questa possa incidere sugli equilibri delle princiconfirmation if we consider that the country has had a Gross Domestic Product that has been growing steadily since 2014 (by an average of 7% per year) and has progressively surpassed the GDPs of Russia, Brazil, Canada, Italy, France and the United Kingdom, thus approaching those of Japan and Germany. Not only that. According to Goldman Sachs Research, India's GDP will surpass that of the Eurozone within 25 years (the estimate speaks of 2051) and that of the United States within fifty. Certainly the numbers are consequences of the fact that we are now facing the first country in the world in terms of population - at the beginning of 2023 it will overtake China - with almost 1.5 billion inhabitants over an area of more than 3.2 million square kilometres (nine and a half times Italy). Agriculture, a strategic sector. So, it does not seem exaggerated to define the Indian subcontinent as the country of 'new' records. Including the less noble ones of inequality. According to Oxfam International, a very small part of the Indian population - just 1% - holds about 40% of the country's wealth, and if the figure is enlarged to include the wealthiest 5% of the population, it rises to 60%. While, conversely, half of the population with the lowest incomes holds just 3% of 17 Also in 2024, the Subcontinent will register the highest GDP growth rate among the 'big ones' on the planet. Agriculture remains a strategic sector for the country-system but is affected by climate change and low productivity. The role of mechanisation in modernising the primary sector India continues to run

SPECIALE EIMA AGRIMACH 18 SPECIALE EIMA AGRIMACH pali materie prime mondiali, anche se il principale obiettivo del Paese rimane quello di migliorare la produzione per i consumi interni, che devono affrontare la già ricordata esplosione demografica e, soprattutto, far uscire il maggiore numero possibile di indiani dalla condizione di povertà assoluta. La stessa analisi Oxfam ha infatti evidenziato che fra il 60 e il 70% della popolazione ha a disposizione il corrispettivo di circa due dollari al giorno. I numeri dell’agricoltura indiana. L’India è, di gran lunga, il maggior produttore mondiale di latte (quasi 200 milioni di tonnellate su un totale di circa 850 milioni; gli Stati Uniti – secondi – si fermano a circa la metà), di legumi (da sola occupa oltre un quarto delle superfici a questi destinate) e di spezie. Ma è anche il secondo produttore di riso (circa 150 milioni di tonnellate, dopo i 200 milioni della Cina), di grano (oltre 100 milioni di tonnellate, non lontano dai 140 milioni di tonnellate della Cina), di cotone (praticamente alla pari con i confinanti cinesi, con circa 6 milioni di tonnellate l’anno) e di canna da zucchero (poco sopra i 400 milioni di tonnellate, dietro gli oltre 700 milioni del Brasile). Ma anche di ortofrutta (oltre 200 milioni di tonnellate dopo i lontani 700 milioni della Cina) e, sul fronte zootecnico, di pesce d'allevamento, carne di montone e capra. Con un valore aggiunto lordo agricolo valutato in circa 300 miliardi di dollari, l’India continua il proprio percorso di apertura al mercato mondiale, tanto che le esportazioni agricole, dopo aver toccato per la prima volta nel 2021 la soglia dei 40 miliardi di dollari, si stima possano avere superato i 60 miliardi alla fine dello scorso anno. Il problema delle rese. Piuttosto, al di là dei numeri assoluti, l’economia agricola indiana deve affrontare il problema delle rese. Un esempio significativo riguarda il riso: gli ultithe total wealth. Against this backdrop, even if we are faced with significantly increasing rates of urbanisation, agriculture remains a strategic sector. A sector that still absorbs almost 60% of the population and produces around 17% of the country's GDP. The World Bank calls India 'one of the world's agricultural powerhouses', producing around 7.5% of the global agricultural commodities. A few numbers may make it clear how much this can affect the balance of the world's main commodities, even if the country's main objective remains to improve production for internal consumption, which has to face the aforementioned demographic explosion and, above all, get as many Indians as possible out of absolute poverty. Indeed, the same Oxfam analysis showed that between 60 and 70 per cent of the population has the equivalent of about two dollars a day. The numbers of Indian agriculture. India is, by far, the world's largest producer of milk (almost 200 million tonnes out of a total of about 850 million; the United States - second - stops at about half), pulses (alone it occupies more than a quarter of the areas destined for them) and spices. But it is also the second largest producer of rice (around 150 million tonnes, after China's 200 million), wheat (over 100 million tonnes, not far from China's 140 million), cotton (practically on a par with its Chinese neighbours, with around 6 million tonnes a year) and sugar cane (just over 400 million tonnes, behind Brazil's over 700 million). But also fruit and vegetables (over 200 million tonnes after China's distant 700 million) and, on the livestock front, farmed fish, mutton and goat meat. With an estimated agricultural gross value added of around USD 300 billion, India continues on its path of opening up to the world market, so much so that agricultural exports, after touching the USD 40 billion mark for the first time in 2021,

n. 2/2024 19 EIMA AGRIMACH SPECIAL mi dati disponibili indicano una produttività di poco superiore alle 3 t/ha. Senza spostarsi agli elevati valori statunitensi, pressoché tripli, la vicina Cina si colloca attorno alle 6 t/ha. Su questi valori, oggettivamente bassi, hanno inciso e continuerà a farlo il cambiamento climatico e, in particolare, l’incremento delle temperature con le ondate di caldo estremo che negli ultimi anni hanno picchiato duro. Un recente studio congiunto delle Università di Cambridge e Yale evidenzia che l’agricoltura è fra i sistemi socio-economici più esposti al climate change, che sta ostacolando e invertendo i progressi fatti dal Paese sul fronte dello sviluppo sostenibile. L’impatto negativo, secondo la ricerca, si manifesta sulla diffusione delle malattie e sulla resa dei cereali. Ma anche sull’essenza stessa dell’agricoltura. In sei anni, tra il 2015 e il 2021 si stima che l’India abbia perso 33 milioni di ettari di superficie coltivata a causa di inondazioni e piogge eccessive e ben 35 milioni di ettari per via della siccità. Fenomeno che pare destinato a intensificarsi. Da un lato i problemi infrastrutturali con una superficie media bassissima (2 ettari), la limitata produttività, i cambiamenti climatici. Dall’altro la necessità di aumentare le performance agricole e anche il progressivo, ancorché frenato e graduale, cambiamento e miglioramento della dieta alimentare tipico dei Paesi in via di sviluppo e in crescita economica. Come trovare allora un melting pot agricolo in grado di funzionare? La geografia delle produzioni. Dopo la partenza rallentata della riforma agraria (tre atti nel nome della liberalizzazioare estimated to have exceeded USD 60 billion by the end of last year. The problem of yields. Rather than absolute numbers, the Indian agricultural economy has to deal with the problem of yields. A significant example concerns rice: the latest available data indicate a productivity of just over 3 t/ha. Without moving to the high US values, which almost triple, neighbouring China stands at around 6 t/ha. These objectively low values have been and will continue to be affected by climate change and, in particular, by rising temperatures with the extreme heatwaves of recent years hitting hard. A recent joint study by the Universities of Cambridge and Yale shows that agriculture is among the socio-economic systems most exposed to climate change, which is hindering and reversing the progress made by the country on the sustainable development front. The negative impact, according to the research, manifests itself on the spread of diseases and grain yields. But also on the very essence of agriculture. In six years, between 2015 and 2021, India is estimated to have lost 33 million hectares of cultivated land due to floods and excessive rainfall, and as much as 35 million hectares due to drought. A phenomenon that seems destined to intensify. On the one hand, infrastructure problems with a very low average area (2 hectares), limited productivity, climate change. On the other hand, the need to increase agricultural performance and also the progressive, albeit slow and gradual, change and improvement of the food diet typical of developing and economically growing countries. How then to find an agricultur-

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