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sta ed equa, sostenuta da profondi tagli alle emissioni e da finanziamenti su larga scala” per mantenere l’aumento della temperatura globale entro il limite di 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali (1850). Ad oggi appare evidente che il 2023 sia stato l’anno più caldo mai registrato, con un incremento termico medio di 1,1 °C (1,6 nelle terre emerse 0,9 nei mari) gli scenari prevedono valori che entro metà secolo si attesteranno tra 2,1 e 2,8 °C (VI Rapporto di valutazione IPCC). Siamo quindi fuori dalla traiettoria auspicata, ma certamente gli sforzi fatti hanno abbassato sensibilmente il trend che avrebbe portato a valori prossimi ai 4°C. Per questo occorre insistere su obiettivi ambiziosi sostenuti da politiche serie di sviluppo sostenibile. Emissioni, i “tagli” programmati per i prossimi anni. All’articolo 28 della sezione dedicata alla “Mitigazione” l’accordo riconosce che limitare il riscaldamento globale richiede riduzioni drastiche, rapide e durature delle emissioni globali di gas serra. Queste rispetto al livello del 2019, dovranno essere ridotte del 43% entro il 2030 e del 60% entro il 2035 rispetto al livello del 2019, sino a raggiungere lo zero netto entro il 2050. Ciò significa che occorre favorire lo sviluppo delle fonti rinnovabili di energia (FER) e azzerare l’uso delle fonti fossili. In particolare si punta a triplicare le FER ed a raddoppiare l’efficienza energetica a livello globale entro il 2030, virando con forza verso sistemi energetici a zero emissioni nette ben prima o intorno alla metà del secolo. L’accordo di Dubai stabilisce inoltre di eliminare rapidamente l’energia prodotta dal carbone e di abbandonare “in modo giusto, ordinato ed equo” tutti i combustibili fossili, a partire dalla cancellazione degli ingenti sussidi ad essi assegnati. FER, nucleare pulito e tecnologie di abbattimento e rimozione come la cattura, l’utilizzo e lo stoccaggio del carbonio, sono i principali strumenti indicati dalla COP 28 per accelerare la riduzione delle emissioni di gas serra (CO2, metano, ecc.). Lo sviluppo e il potenziathat gives rise to various interpretations and which, precisely for this reason, has more or less brought everyone to agree, from the monarchies of the Persian Gulf to the small island states - such as Samoa - most exposed to the risks of environmental catastrophes. To take the positive side of the signed agreement, it can be said that this marks the “beginning of the end” of the era of fossil fuels by laying the foundations for “a rapid, just and equitable transition, supported by deep emissions cuts and large-scale financing” to keep global temperature rise within the 1.5°C limit compared to pre-industrial levels (1850). To date, it is evident that 2023 has been the hottest year on record, with an average temperature increase of 1.1 °C (1.6 in the emerged lands, 0.9 in the seas) while the forecasts predict values that by midcentury will be between 2.1 and 2.8 °C (VI IPCC Assessment Report). We are therefore out of the desired trajectory, but certainly the efforts made have significantly lowered the trend that would have led to values close to 4°C. That is why we must insist on ambitious targets supported by serious sustainable development policies. Emissions, the "cuts" planned for the coming years. Article 28 of the Mitigation section of the agreement recognises that limiting global warming requires drastic, rapid and lasting reductions in global greenhouse gas emissions. These should be reduced by 43% by 2030 and by 60% by 2035 compared to the 2019 level, to reach net zero by 2050. This means promoting the development of renewable energy sources (RES) and eliminating the use of fossil fuels. In particular, it aims to triple RES and double energy efficiency globally by 2030, veering strongly towards net zero emissions energy systems well before or around the middle of the century. The Dubai agreement also stipulates that coal power should be phased out rapidly and that all fossil fuels should be phased out in a “just, orderly and equitable manner”, starting with the cancellation of the large subsidies allocated to them. RES, clean 20 AMBIENTE AMBIENTE

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