n. 11/2023 123 TECHNOLOGY zione dei consumi di gasolio, mentre la riduzione dell’emissione di particolato (PM) è anche relativa all’impiego da parte del contoterzista di trattori più evoluti, conformi ad un standard emissivo molto più stringente rispetto ai modelli anche solo di qualche anno fa. A fronte di numerosi aspetti che rendono il lavoro del contoterzista più sostenibile rispetto a quello del coltivatore diretto c’è però un’importante variabile, generalmente poco considerata, che potrebbe arrivare a ribaltare la situazione, ovvero la distanza intercorrente tra il punto di ricovero usuale del macchinario e gli appezzamenti lavorati. In generale, si intuisce che anche nel caso di aziende che non sono a corpo unico, tale distanza è notevolmente inferiore per il coltivatore diretto, dato che le aziende clienti del contoterzista sono solitamente dislocate, nel migliore dei casi, a raggio rispetto alla sua sede centrale, ma per distanze di qualche decina di chilometri. Pur tenendo conto della massima efficienza degli spostamenti delle macchine (non sempre infatti si torna in sede per il ricovero notturno), è fondamentale quindi tenere conto anche degli impatti dei trasferimenti, e quindi quale può essere una “distanza limite” percorsa dai mezzi del contoterzista che annulli i benefici sopra descritti. In effetti, le modalità organizzative di un’impresa agromeccanica sono molteplici; solitamente, se la distanza dalla sede centrale non è trascurabile, il trasferimento avviene solo quando la superficie da lavorare permette di operare per diverse ore o, meglio, per l’intera giornata. Nel caso di distanze superiori, è logicamente più efficiente lasciare il macchinario in loco e prevesil resource depletion (FD). The benefits are clear, with reductions ranging from 15-70% in the case of conventional tillage, and 1045% if minimum tillage is implemented. In more detail, the reductions inherent in climate change and fossil resources depend on the reduction in diesel fuel consumption, while the reduction in particulate matter (PM) emission also relates to the contractor's use of more advanced tractors that conform to a much more stringent emission standard than the models of even a few years ago. In the face of numerous aspects that make the work of the contractor more sustainable than that of the direct grower, however, there is an important variable, generally little considered, that could come to turn the situation upside down, namely the distance between the usual housing point of the machinery and the plots worked. In general, it can be guessed that even in the case of farms that are not single-body, this distance is considerably less for the direct grower, since the contractor's client farms are usually located, at best, at a radius from his headquarters, but over distances of a few tens of kilometers. While taking into account the maximum efficiency of machine movements (in fact, one does not always return to headquarters for overnight shelter), it is therefore essential to also take into account the impacts of the transfers, and thus what might be a "limiting distance" traveled by the contractor's vehicles that would negate the benefits described above. Indeed, the organizational arrangements of an agro-mechanical enterprise are varied; usually, if the distance from the headquarters is not negligible, relocation takes place only when the area to be worked allows for several hours or, better, for the entire day.
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