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Economia

Ucraina e materie prime al centro dell’assemblea annuale FederUnacoma

06.07.2022

La guerra in Ucraina ha determinato cambiamenti nell’economia agricola, nella geografia delle produzioni, nella catena delle forniture per l’industria. La crisi innescata dal conflitto in Europa orientale minaccia anche il settore della meccanica agricola e rischia di frenare un mercato in espansione. Questo il tema forte dell’assemblea annuale FederUnacoma che si è tenuta il 28 giugno a Varignana, nel Bolognese. In collegamento da Bruxelles, l’europarlamentare Paolo De Castro, ha ricordato che le esportazioni agroalimentari da Russia e Ucraina in Europa non incidono percentualmente sul bilancio di settore dell'Unione europea, che era e si conferma il primo grande esportatore mondiale di prodotti agroalimentari. Tuttavia, la riduzione delle esportazioni di cereali da Russia e Ucraina, due dei principali fornitori mondiali di derrate agricole – ha detto il presidente di FederUnacoma, Alessandro Malavolti  – comporterà una nuova geografia della produzione, nuove rotte commerciali e una nuova logistica. I nuovi assetti del sistema agricolo globale – ha aggiunto l’analista geopolitico Dario Fabbri – porteranno le aziende agromeccaniche italiane a cercare nuovi mercati di destinazione per la loro produzione. L’industria italiana della meccanica agricola si trova dunque a fronteggiare una fase difficile essendo esposta tanto alle variabili agricole quanto a quelle industriali, ma assume un ruolo centrale in quanto necessaria per migliorare la produttività e insieme utilizzare le risorse naturali in modo sostenibile. L’industria italiana ha una leadership mondiale in questo settore – ha ricordato il ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli - e molto importante è l’azione di sostegno che il Governo sta svolgendo per incentivare l’acquisto di mezzi di nuova generazione. Nonostante il peggioramento del quadro economico internazionale, oggi l’Italia non sembra rischiare una recessione. Stiamo vivendo una fase di grande incertezza legata all’inasprimento delle sanzioni e alla crescita del costo delle materie prime, tuttavia nel breve termine – ha rassicurato l’economista Carlo Cottarelli – il Paese non rischia a breve di entrare in una fase recessiva.

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