L’industria agromeccanica italiana rischia di perdere competitività sui mercati internazionali. Secondo l’associazione italiana dei costruttori di macchine agricole, FederUnacoma, che proprio in questi giorni ha rilanciato l’allarme sui rincari delle commodity, le aziende del settore hanno iniziato ad aggiornare i listini per assorbire i forti incrementi di prezzo delle materie prime. Nella prima metà dell’anno - spiega Alessandro Malavolti, Presidente di FederUnacoma - le imprese sono riuscite ad assorbire l’aumento dei costi senza particolari rincari sul prezzo finale dei prodotti, in parte attingendo alle forniture precedentemente immagazzinate in parte riducendo i propri utili; ma il perdurare dell’emergenza non lascia più margini e costringe molte imprese ad aggiornare i propri listini”. Per il segmento delle trattrici, l’associazione dei costruttori stima incrementi nell’ordine del 15% rispetto allo scorso anno, mentre per le attrezzature e i componenti sono leggermente più contenuti (+10% per le prime, +10/12% i secondi). Secondo FederUnacoma le dinamiche di prezzo del settore agromeccanico potrebbero determinare un effetto distorsivo, penalizzato le aziende italiane rispetto a quelle di Paesi come Cina, India e Turchia, nei quali i costi di produzione, specie quelli legati all’energia, sono rimasti sotto controllo. Senza una gestione sistemica della crisi che permetta di fare fronte alla corsa dei prezzi, l’industria italiana rischia dunque di perdere competitività sui mercati internazionali e di non riuscire a reggere la sfida con i concorrenti più agguerriti.