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Bioenergia

La meccanizzazione agricola per la transizione eco-energetica

Stakeholder e decisori pubblici si sono dati appuntamento a Roma, lo scorso 30 gennaio, per discutere i temi emersi dal Rapporto Nomisma sulla “Transizione ecologica-energetica nel settore agroalimentare”. Le aziende agricole sono disposte ad investire in tecnologie ecosostenibili ma devono confrontarsi con diverse criticità

di Matteo Monni
febbraio 2024 | Back

Lo scorso 30 gennaio a Roma si è tenuto un Convegno dal titolo “La transizione ecologica-energetica nel settore agroalimentare” nell’ottica di sviluppare un dibattito sugli strumenti, le best practices e le politiche di supporto con cui il settore primario italiano può conseguire gli obiettivi del Green Deal Europeo. Il tema, introdotto dal Responsabile Agroalimentare di Nomisma Denis Pantini – è stato discusso da importanti stakeholder del settore primario come Mariateresa Maschio, presidente FederUnacoma; Gennarino Masiello, Presidente ONT; Federico Vecchioni, Amministratore Delegato di Bonifiche Ferraresi; Cesare Trippella, Head of Leaf EU Philip Morris Italia. Al panel, moderato dall’Onorevole Paolo De Castro, europarlamentare in seno alla Commissione per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale, hanno preso parete anche rappresentanti istituzionali della Ricerca pubblica e del Governo, tra i quali Pina Picierno, Vicepresidente del Parlamento Europeo; Mario Pezzotti, Commissario straordinario del Crea e Dirigente Centro di Ricerca e Innovazione Fondazione Edmund Mach; Luca De Carlo, Presidente Commissione Agricoltura del Senato.

Transizione eco-energetica, le percezioni degli operatori. L’evento di Roma scaturisce da un recente studio condotto da Nomisma attraverso un’analisi del contesto rurale – nazionale ed europeo – basata sulla raccolta dei dati di sistema e successivamente sulla somministrazione di questionari rivolti agli operatori italiani del settore. Gli elementi che hanno inquadrato principalmente lo studio sono stati quelli relativi all’efficienza energetica e all’uso delle FER insieme all’uso sostenibile di concimi, fitofarmaci, acqua oltreché all’innovazione tecnologica, alla moderna meccanizzazione e alla digitalizzazione. Ai questionari, rivolti ad una vasta ed eterogenea platea di operatori del settore agro-alimentare, hanno risposto 373 imprese distribuite in tutta Italia (31% Nord-Est, 27% Nord-Ovest, 23% Centro e 19% Sud e Isole) in rappresentanza di un ampio spettro di aziende per dimensioni e fatturati. Gli ambiti di maggior approfondimento della “survey” rivolta da Nomisma alle citate imprese sono stati quelli relativi alla consapevolezza e percezione sugli obiettivi di transizione ecologica; agli investimenti delle imprese; alla conoscenza degli strumenti e delle innovazioni tecnologiche e digitali in ambito agricolo e alimentare; alla valutazione dei risultati attesi e ottenuti grazie alle innovazioni; ai principali ostacoli incontrati. L’obiettivo dello studio era di individuare le competenze necessarie e strategiche e di identificare bisogni e aspettative legate a tale percorso.

Il 71% delle aziende agricole investe nell’eco-energia. I risultati, decisamente incoraggianti, mostrano che un numero assai significativo di aziende sta operando – oppure si accingere ad operare – in un quadro di forte impegno orientato alla sostenibilità dei processi produttivi. Dall’indagine Nomisma risulta infatti che la maggioranza delle imprese – il 71% – ha effettuato investimenti in tecnologie eco-energetiche, mentre un ulteriore 13% ha in programma di effettuarli a breve. Solo una quota minoritaria di operatori, appena il 16%, ritiene di non dover procedere in tal senso. Gli orientamenti agricoli innovativi per la sostenibilità riguardano in particolar modo gli aspetti energetici (riduzione dei consumi e fonti rinnovabili), l’uso oculato di input chimici, la valorizzazione delle risorse (recupero delle biomasse residuali e risparmi idrici) e tutela del suolo (conservazione della biodiversità e della fertilità).

In questa prospettiva, gli agricoltori assegnano allo sviluppo tecnologico e all’ammodernamento aziendale un ruolo centrale. La digitalizzazione e la meccanizzazione, specie quando integrate nelle pratiche dell’agricoltura di precisione, sono gli strumenti ritenuti più idonei alla transizione eco-energetica.

Un altro aspetto interessante della ricerca Nomisma riguarda le percezioni degli agricoltori relative a difficoltà da superare per raggiungere i target fissati per il 2050 dal Green Deal. Costo economico degli investimenti, complessità burocratica, carenze normative, insufficienza degli strumenti di agevolazione pubblica, incapacità di fare sistema con accordi di filiera, sono – secondo gli operatori del settore – i principali ostacoli che si trovano ad affrontare sulla road map della transizione eco-energetica.

La digitalizzazione al servizio della sostenibilità. La digitalizzazione a supporto della produzione agricola è già una realtà e l’integrazione con le macchine agricole rende l’attività produttiva più sostenibile: il 32% delle aziende del settore ha dichiarato infatti di utilizzare mezzi con guida assistita o semi-automatica con GPS integrato, il 25% di avere centraline meteo aziendali, il 19% di utilizzare sistemi intelligenti per la difesa fito-sanitaria. Tutto ciò – hanno spiegato i relatori del convegno – dimostra quanto gli investimenti in tecnologie di ultima generazione, specie se digitali, siano ritenuti importanti per rendere l’impresa non solo più performante, ma anche più sostenibile. Nel suo intervento la presidente di FederUnacoma Mariateresa Maschio, ha fatto presente che la meccanizzazione agricola e forestale può fornire un valido contributo allo sviluppo sostenibile operando con serietà ed impegno su molteplici fronti. I costruttori di mezzi meccanici per l’agricoltura – ha sottolineato Maschio – lavorano assiduamente per innovare le macchine in termini di efficienza produttiva attraverso la riduzione dei consumi e l’utilizzo di carburanti rinnovabili; per dotare i mezzi meccanici di sistemi intelligenti che permettano di contenere tutti gli input produttivi; per informare e formare gli utilizzatori delle tecnologie; per agevolare la diffusione della conoscenza delle buone pratiche, anche attraverso la partecipazione a programmi europei e l’organizzazione di eventi e manifestazioni. Nelle battute conclusive del convegno il presidente della Commissione Agricoltura del Senato, ha riconosciuto il ruolo indiscusso delle aziende agricole nel percorso di sviluppo orientato alla sostenibilità. «Nessuna transizione è possibile senza il contributo essenziale del settore primario che – ha detto De Carlo – è stretto tra svolta green e aumento dei costi delle materie prime. È per questo indispensabile sostenere ogni investimento utile ad innovare i processi produttivi e a generare energia rinnovabile». «Gli obiettivi di sostenibilità che pone il Green Deal, per quanto condivisibili, sono decisamente ambiziosi e non possono essere lasciati solo agli agricoltori senza prevedere strumenti e interventi specifici a supporto. Ecco perché – ha aggiunto De Castro – abbiamo chiesto, e ottenuto, che l’Europa destinasse una quota importante dei fondi del Next Generation EU agli investimenti in innovazione e per la transizione energetica nelle aziende agricole».

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